Ha ancora un senso scrivere una Pec alla Pubblica amministrazione? A volte ti viene il dubbio che si perda tempo, e che l’idea che la PEC sia sempre e comunque una raccomandata speciale con ricevuta di ritorno sia un’idea del tutto campata per aria.
Al Gruppo di giornalisti Gino Falleri è capitato di scrivere una PEC al neo ministro della Giustizia professoressa Marta Cartabia, di averla inviata regolarmente all’inidirizzo Pec di Largo Arenula, di aver ricevuto conferma da parte del sistema dell’accettazione della nostra richiesta, ma nessuno si è mai degnato di cercarli, contattarli, e semmai chiedergli quale fosse il vero problema della richiesta.
E’ ovvio che la stragrande maggioranza degli italiani penseranno “Cose che capitano”, ma se non ci fosse passato in prima persona e direttamente un autorevole gruppo di colleghi giornalisti come il Gruppo Falleri – Giornalisti 2.0, non ci avremmo mai creduto. Ora che abbiamo verificato che una PEC non serve a niente, ci permettiamo di affidare alle colonne della nostra Agenzia di Stampa uno sfogo che riteniamo legittimo e abbastanza palusibile.
Professoressa Cartabia, ma non è stata Lei ad aprire le porte segrete della Corte Costituzionale alla stampa di tutto il mondo?
Professoressa Cartabia, ma non è stata lei a spiegarci in mille maniere possibili che la libertà di stampa è sacra e che tutto ciò che serve per rafforzarla e difenderla è un diritto sacrosanto di ognuno di noi?
Non è stata lei professoressa Cartabia a raccontare mille volte in pubblico ai suoi studenti e ai mille giuristi che da anni pendono dalle sue labbra per le straordinarie intuizioni giuridiche che sono la sua vita e la sua storia personale, non è stata lei a convincerci che difendere i propri diritti costituzionali è un privilegio della nostra democrazia?
E allora, perché non chiama i suoi dirigenti e li costringe ad ascoltare le nostre richieste e le nostre perplessità.
Il Gruppo di giornalisti Gino Falleri – G.2.0 le ha scritto non per un capriccio personale, ma solo per porre alla sua attenzione che il Dipartimento Affari Interni del suo ministero che nei fatti è Organo di controllo dell’Ordine dei Giornalisti Italiani non ha ancora risposto alle nostre richieste e alle nostre domande.
L’Ordine dei giornalisti Italiani ha il problema del voto, del dover tornare alle urne per il rinnovo dei nostri rispettivi organismi direttivi, ma questo non è possibile pare per via della pandemia in atto, ma siamo sicuri che sia questa la motivazione più reale e più aderente alla realtà?
Ma come si fa a dire che la pandemia è ancora in atto, se il Paese si va aprendo come una rosa in fiore?
Se la gente torna a vivere una vita finalmente ordinaria? Se gli stessi virologi ci spiegano che fuori dalle nostre case, quindi all’aria aperta, nessun rischio di contagio è piu possibile? E comunque, anche se i giornalisti italiani non potessero più votare in presenza per via di un rischio contagio ancora potenzialmente presente, quanto tempo dovremo aspettare per votare da remoto?
Il Dipartimento che controlla la vita del nostro Ordine si è preoccupato di fare in modo che tutto avvenga il prima possibile?
Che ogni cosa sia fatta in tempi celeri e immediatamente?
O invece qualcuno preferisce far passare altri mesi, in attesa dell’arrivo dell’estate, e quindi immaginare di votare poi a fine anno o nella migliore delle ipotesi nei primi mesi del 2022?. Non è pensabile questo silenzio istituzionale da parte del Ministero della Giustizia.
Nella PEC del Gruppo Falleri – Giornalisti 2.0, Presidente Cartabia, era spiegato e anticipato che di questi temi i rappresentanti dei numerosi giornalisti, professionisti, pubblicisti e praticanti avrebbero voluto parlare con lei o con il dirigente che si occupoa del sistema elettorale dell’Ordine dei Giornalisti Italiani, non di cose personali e di problemi privati. Noi crediamo che la vita dell’Ordine dei Giornalisti Italiani appartenga ai suoi iscritti e che chiunque dei suoi iscritti abbia la libertà e il diritto di porsi delle domande.
Le stesse domande che poniamo a Lei e che sono state anche rivolte nelle settimane scorse al presidente dell’ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani, il Dott. Carlo Verna, ma anche da quel fronte l’unica risposta che ci è venuta è stato il silenzio tombale.
Professoressa Cartabia, se avesse voglia di occuparsi di questo tema del voto dei giornalisti italiani, che è un tema molto caro all’intera categoria, si faccia recuperare le PEC, la corripsondenza del Gruppo Falleri – Giornalisti 2.0 e affidi questo dossier a chi per legge deve occuparsi di noi e deve controllare che tutto all’interno dell’Ordine dei Giornalisti avvenga secondo regole immacolate trasparenti e oggettive. Grazie Signora Ministra.
Ci scusi ancora, Grazie Presidente, perché per noi le è rimasta e rimarrà per sempre il miglior Presidente che la Consulta abbia mai avuto.
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