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Ultima nata nel cuore Cisal c’è la FIGEC, la Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione, federata alla Cisal, un sindacato “per” e non “contro”, ripete qui al Marriot Park Hotel di Roma il suo segretario generale Carlo Parisi, delegato anche lui insieme a Lorenzo Del Boca al X Congresso Nazionale della Cisal, che dopo la relazione del suo Segretario Generale Franco Cavallaro ha visto anche la presenza e la partecipazione di almeno 5 ministri diversi del Governo Meloni.
“La FIGEC – ripete Carlo Parisi- parlando alla platea dei 600 delegati CISAL- è un sindacato nel quale la diversità rappresenta un’occasione di riflessione e di crescita non un problema da eliminare annientando chi non si adegua al pensiero unico”.
-Carlo Parisi, crede davvero che al mondo della comunicazione servisse un altro Sindacato ?
Noi siamo un sindacato nuovo, a cominciare dall’organizzazione: saldamente ancorato alla realtà e al territorio, al passo con i tempi, propositivo, controparte e non nemico delle aziende. Un sindacato di vero servizio, grazie ai Caf e ai Patronati della Cisal presenti in tutte le province italiane e a disposizione di tutti gli iscritti. Un sindacato che raccoglie le istanze ed è vicino anche all’ultimo dei lavoratori, non un circolo esclusivo impegnato a difendere i privilegi di pochi, derogando al proprio ruolo per non urtare gli interessi dei grandi gruppi economici e di potere.
-Non teme di essere schiacciato dal ruolo protagonista della CISAL?
Glielo spiego meglio, noi siamo un sindacato federato alla più grande e importante organizzazione sindacale autonoma d’Italia: la Cisal del segretario generale Francesco Cavallaro presente nel Cnel, all’Aran e nel Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps. E proprio grazie alla Cisal ed all’Unione Stampa Periodica Italiana che, nel 2020, è nato il Protocollo Uspi-Cisal per la regolamentazione dei rapporti di lavoro di natura redazionale nei settori della comunicazione e dell’informazione periodica locale e on line e nazionale no profit, che presto sarà assorbito dal nuovo contratto nazionale per il lavoro giornalistico e la comunicazione Figec Cisal – Uspi. Un contratto moderno, già leader nelle principali testate dell’informazione online, che garantisce sostenibilità alle aziende e dignità ai lavoratori grazie a diritti e tutele, molti dei quali mai riconosciuti prima da alcun contratto nazionale di lavoro giornalistico.
-Non solo Giornalisti mi pare di capire?
Diciamo prima di tutto che noi siamo un sindacato nato nel nome di una libertà che non può e non deve rimanere solo sulla carta e del rispetto per ciascun lavoratore non solo dei settori tradizionali dell’informazione, della comunicazione, della cultura, dell’arte, ma anche e soprattutto delle nuove figure professionali legate al mondo del web.In questo siamo davvero un sindacato moderno. Che include, non esclude. In una parola, un sindacato nuovo. Per tutelare e difendere i diritti di chi lavora, per dare valore al merito, per dare a tutti un’opportunità, soprattutto a quanti il lavoro non ce l’hanno, ma lo reclamano disperatamente perché l’hanno perso o non l’hanno mai avuto.
-Come racconta al Congresso della Cisal la sua nuova creatura?
Semplice, spiegherò perché siamo un sindacato vero, fatto di persone, dal nostro presidente Lorenzo Del Boca a tutta la Giunta Esecutiva, al Consiglio Nazionale, a tutti gli iscritti. Persone che non vogliono lasciare indietro nessuno. Con umiltà e a testa alta. Perché chi ha bisogno deve essere aiutato, e chi vuole aiutare, creando lavoro serio, pulito e dignitoso, deve essere messo nelle condizioni di farlo. Perché non c’è libertà senza lavoro e non è lavoro tutto ciò che viene fatto, non solo sotto ricatto e sfruttamento, ma anche senza retribuzione adeguata.
-E’ il concetto espresso alla Cisal dal Capo dello Stato ieri nel suo messaggio da Varsavia?
Ha perfettamente ragione il Presidente Mattarella e non poteva fare regalo più bello al Paese ricordarndoci il valore costituzionale del lavoro.La libertà ha un prezzo che ogni democrazia è chiamata a pagare assicurando a tutti lo strumento essenziale per ottenerla: il lavoro. Un costo che si paga ogni giorno, con sacrificio e fatica, subendo spesso amare delusioni per non veder riconosciuti merito e valore.Un prezzo che, a testa alta, ogni persona onesta è disposta a pagare per potersi guardare allo specchio senza provare vergogna e, soprattutto, per guardare negli occhi le persone alle quali vuole più bene.
-Il suo appello finale?
Il lavoro per tutti: è questo il primo impegno che chiediamo al Governo guidato da Giorgia Meloni. Il lavoro: è questo il miglior augurio che rivolgiamo a quanti non ce l’hanno, l’hanno perso o lo stanno perdendo. Il lavoro: l’unico lasciapassare per la normalità. Eccoci, ci siamo anche noi.Ma non solo qui oggi al Marriot, ma ci saremo domani e negli anni che verranno in ogni redazione e in ogni realtà dove oggi si fa informazione e comunicazione.
-Buon lavoro allora Segretario…
Seguiteci nei mesi che verranno, vedrà che risultati porteremo a casa al servizio del mondo del giornalismo e della comunicazione di questo nostro paese.