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In una intervista concessa al quotidiano L’Identità e pubblicata questa mattina, il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, Roberto Alesse traccia l’identikit futuro di un'importante istituzione al servizio del Paese.
In una intervista concessa al quotidiano L’Identità e pubblicata questa mattina, il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, Roberto Alesse traccia l’identikit futuro di un'importante istituzione al servizio del Paese.
La vera grande rivoluzione all’interno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli porta in queste ore la firma del suo Direttore Generale Roberto Alesse, che dal 13 gennaio 2023 guida una delle realtà portanti e fondamentali della Repubblica.
Ma l’uomo non è nuovo alle sfide istituzionali. In precedenza ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali, tra questi quello Presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, di capo di gabinetto del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, di direttore generale del personale del Ministero dell’ambiente, di capo di gabinetto del Presidente della Camera dei deputati, di direttore generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, un curriculum di tutto rispetto e di altissimo livello politico. Chi lo conosce bene, per averlo molto frequentato a Palazzo Chigi, lo chiama il “Grand Commis di ferro”, per via di un carattere determinato che fa pendant con una qualificazione altissima e una conoscenza dei problemi del Paese davvero invidiabile.
Per lui in queste ore si apre un’occasione irripetibile, se non altro perchè l’Agenzia delle dogane e dei monopoli si sta preparando alla prima convocazione degli Stati Generali, un appuntamento fortemente voluto da Roberto Alesse che si terrà a fine giugno. Con quale obiettivo?
In una intervista all’Identità, e pubblicata questa mattina, il manager risponde con assoluta precisione ai tanti interrogativi del giornalista, affrontando temi mai “raccontati” prima in pubblico e che fanno dell’Agenzia delle Dogane oggi una grande casa di vetro. È questo il termine che preferisce usare lui quando si parla di ADM.
Ma per il grande interesse delle cose dette ai colleghi dell’Identità, qui di seguito vi riproponiamo il suo pensiero e le sue opinioni di massima.
“Gli Stati Generali? Daranno alle associazioni di categoria la grande opportunità di dire la loro sui numerosi e complessi ambiti in cui è impegnata l’Agenzia. Mi auguro che sia un’occasione per volare alto e per ricevere contributi e spunti utili ad aprire una riflessione di sistema e per capire se si può lavorare a una regolamentazione ancora più soddisfacente. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli vuole dare il massimo contributo possibile alla crescita del Paese e l’attuazione della delega fiscale in materia di giochi, accise e dogane, e molto si sta già facendo in tal senso, e’ l’approdo finale per definire questa fase storica.
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli si sta riformando profondamente, anche nei suoi uffici territoriali, ci spiega in che modo e perché ha scelto di andare in questa direzione?
In poco più di un anno abbiamo fatto un’autentica rivoluzione amministrativa. Abbiamo riformato tutto, prima le strutture centrali e poi gli uffici territoriali. Non era mai stato fatto prima. L’Agenzia era un’organizzazione in parte obsoleta perché non rispondeva alla logica dell’unificazione delle competenze, richiesta dall’utenza per una più efficiente erogazione dei servizi pubblici essenziali. Sono molto soddisfatto soprattutto per la riforma del territorio, che comporterà la semplificazione delle procedure a beneficio di cittadini e imprese. Alla classe dirigente di ruolo dell’Amministrazione spetta, ora, il compito di consolidare il nuovo assetto organizzativo.
Al nostro Paese serve un ricambio generazionale. Lei ha dato il via a un’attesa stagione di concorsi aprendo le porte dell’Agenzia a tanti giovani. Che consigli dà ai neoassunti?
Quando ho assunto questo incarico, nel gennaio 2023, erano già in corso molte procedure concorsuali che ho portato a compimento. Recentemente, ho fatto bandire altri 564 posti per funzionari con vari profili professionali. Li assumeremo in brevissimo tempo. Ma la cosa più importante è che ho chiesto formalmente, qualche giorno fa, al vice Ministro Maurizio Leo di approvare un piano straordinario di nuove assunzioni, così da incrementare l’attuale dotazione organica. L’Agenzia assolve, infatti, a molteplici funzioni che richiedono più risorse umane e finanziarie. Abbiamo necessità di assumere persone dotate di un moderno sapere di ufficio e ai futuri assunti dico che servire lo Stato in un’importante amministrazione finanziaria equivale a contribuire al progresso economico e sociale del Paese e ad affermare il principio di legalità.
L’Agenzia è impegnata su più fronti ma sotto la sua direzione, ancor più che in passato, si sta dando grande attenzione alla sua proiezione internazionale e alla cooperazione con altri Paesi. Ci spiega perché e che importanza ha questo ambito di attività?
L’attività internazionale dell’Agenzia è stata davvero una bella scoperta! Sono poche le amministrazioni centrali dello Stato che si ritrovano al proprio interno una specifica direzione generale, con tanti funzionari, che si occupa di rapporti strategici con l’Europa, i Paesi terzi e gli Organismi internazionali. Del resto, le dogane sono un pezzo di politica estera, di geopolitica, uno strumento essenziale per raggiungere accordi di mutua assistenza tecnica e di formazione con i Paesi, ad esempio, del Nord Africa e dei Balcani Occidentali, con i quali ci sono da tempo interlocuzioni significative che, e mi riferisco all’Africa, potranno aumentare nell’ambito del Piano Mattei, al quale potremmo dare il nostro contributo in sinergia con l’Agenzia per lo sviluppo alla cooperazione con cui abbiamo recentemente sottoscritto un protocollo di intesa. Mi lasci dire, infine, che, per assolvere a tutti questi affascinanti compiti, ho chiamato a collaborare con me un diplomatico di carriera della Farnesina. Non sarebbe male se questa alta posizione dirigenziale, nell’ambito della dotazione organica dell’Agenzia, da aumentare di un posto, fosse riservata, per legge, a un ambasciatore del Ministero degli esteri.
Il lavoro dell’ADM viene, spesso ed erroneamente, associato a quello svolto dalla Guardia di Finanza. In realtà, tra le due amministrazioni ci sono punti di incontro ma anche differenze sostanziali. Ci aiuta a capire quali?
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di finanza sono “pezzi” fondamentali dello Stato. Insieme facciamo tantissime cose a presidio del territorio e della legalità. Dall’unione nasce la forza e, nel rispetto reciproco delle competenze fissate dalla normativa, gestiamo la complessa materia doganale. Sotto la mia direzione è stato dato impulso alla collaborazione interistituzionale e si è posta fine a una certa fibrillazione che, a livello centrale, non aveva ragione di esistere.
Nelle ultime settimane sono state approvate le nuove linee guida anti-frode e anti-contraffazione. Quali sono i principali strumenti messi in campo per proteggere e promuovere il made in Italy, la nostra produzione agroalimentare e quella vitivinicola?
La materia della contraffazione esige che l’ADM rafforzi costantemente l’attività di controllo per contrastare i fenomeni fraudolenti dell’import-export, del commercio di prodotti energetici e del gioco pubblico in regime di concessione. Per questo la Direzione centrale Antifrode, guidata dal magistrato Sergio Gallo, ha diramato lo scorso marzo le nuove linee guida di indirizzo, che consentiranno il massimo coordinamento operativo fra tutti gli Uffici centrali e territoriali chiamati ad occuparsi di intelligence, investigazioni, rapporti con le autorità giudiziarie italiane ed europee. La sfida, ora, come ho detto qualche giorno fa alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, è soprattutto quella di proteggere la sicurezza agroalimentare e il marchio made in Italy, anche attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale che, tuttavia, richiede significativi investimenti in risorse umane e tecnologiche. L’utilizzo di algoritmi predittivi può anche neutralizzare l’odioso fenomeno dell’italian sounding.
Lei ha firmato anche un Protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, in che consiste?
E’ stato un onore ricevere qualche giorno fa, in Agenzia, la visita del Procuratore nazionale Giovanni Melillo, per sottoscrivere insieme un importante protocollo d’intesa finalizzato a rilanciare la nostra collaborazione, che si basa sul continuo scambio di dati e informazioni necessari all’individuazione di correlazioni fra flussi merceologici a rischio e flussi finanziari sospetti per contrastare, con maggior forza, la criminalità organizzata. Per l’ADM, sarà la Direzione centrale Antifrode a svolgere un ruolo decisivo nell’analisi delle segnalazioni da inoltrare alla Procura nazionale. Una sinergia davvero necessaria per andare a meta.
L’Agenzia è sotto la vigilanza del Ministero dell’Economia e delle finanze, con il quale ha collaborato per scrivere la delega fiscale e il decreto sul riordino dei giochi. Ci dice, in sintesi, cosa cambierà?
Mi lasci dire che il dominus della delega fiscale racchiusa nella legge 111 del 2023, e di gran parte dei decreti attuativi, è il viceministro Maurizio Leo. Con lui e con i suoi uffici tecnici lavoriamo da tempo per riordinare tutte le materie di competenza dell’Agenzia. Dobbiamo rendere un grande servizio al sistema Paese, che ha bisogno di una legislazione chiara, coerente, semplificata e moderna, che contribuisca a contemperare le esigenze del bilancio con quelle della legalità e della tutela della salute. Con riguardo specifico al settore dei giochi pubblici, comparto vitale per l’economia italiana, abbiamo già provveduto a riformare il cosiddetto “gioco a distanza”. Ora, però, è tempo di portare in Conferenza unificata Stato-Regioni un progetto organico di riforma dell’intero settore del “gioco fisico”, che merita parità di condizione, così da mettere a bando anche queste gare. Non è una missione impossibile ed è arrivato il tempo di raggiungere l’intesa, non si può più prescindere dall’esigenza di regolamentare in modo omogeneo anche questa realtà. L’Agenzia farà la sua parte con determinazione.
Fin qui il testo integrale della sua intervista all’Identità, e c’è da giurare che dalle cose fin qui raccontate non mancherà di sollevare riflessioni e analisi importanti all’interno del dibattito politico in corso in queste ore.