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Oltre il 42% per chiedere consigli su scelte importanti da fare.
Oltre il 42% per chiedere consigli su scelte importanti da fare.
Il 41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni intervistati afferma di essersi rivolto a strumenti di Intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti in cui si sentiva triste, solo/a o ansioso/a. Una percentuale simile, oltre il 42%, per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro). Il 92,5% degli adolescenti ascoltati utilizza strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti. Il 30,9% - quasi un/a ragazzo/a su tre - tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana, solo il 7,5% non la utilizza mai. Sono alcuni dei principali risultati di un sondaggio inedito sul rapporto tra adolescenti e Intelligenza artificiale dal quale emerge anche la funzione di conforto emotivo degli strumenti dell’IA, contenuto nella XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Senza filtri”, diffuso oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Quest’anno l’Atlante ha voluto indagare l’età dell’adolescenza, attraverso un’analisi dei dati e un viaggio in ascolto delle voci di ragazze e ragazzi. Il risultato è una fotografia ricca e complessa, di adolescenti onlife, da una parte consapevoli delle difficoltà della fase che attraversano e alla ricerca di nuove strade e spazi di condivisione, dall’altra a rischio di isolamento.
Il 60% degli adolescenti è soddisfatto o molto soddisfatto di sé, con percentuali più elevate tra i ragazzi (71%) rispetto alle ragazze (50%); al 9% è capitato di isolarsi volontariamente anche per brevi periodi per problemi di natura psicologica; quasi uno su 8 ha usato psicofarmaci senza prescrizione nell’ultimo anno, con una percentuale più alta tra le ragazze (16,3%). Un gap di genere che si riscontra anche quando li si interroga sul proprio benessere psicologico: poco più di una ragazza su tre mostra di avere un buon equilibrio psicologico (34%), contro il 66% dei ragazzi, la più ampia differenza di genere rilevata tra tutti i Paesi europei (oltre 30 punti percentuali). In totale, meno della metà dei ragazzi e delle ragazze (49,6%) mostra un buon livello di benessere psicologico.
La vita dei nativi digitali si svolge in una dimensione onlife, in cui non ci sono più barriere tra mondo fisico e virtuale. Il 38% dei 15-19enni afferma di guardare spesso il cellulare in presenza di amici o parenti – il fenomeno del ‘phubbing’ – e il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Più di uno su 8 è iperconnesso, cioè risponde ad indicatori che rilevano un profilo di uso problematico di internet (13%) e il 47,1% è stato/a vittima di cyberbullismo, un dato in aumento dal 2018, quando le vittime erano il 31,1%. Il 30% ha fatto ghosting, bloccando una persona improvvisamente senza fornire spiegazioni. Il 37% dei 15-19enni trascorre tempo sui siti porno per adulti, percentuale che sale al 54,5 % nel caso dei ragazzi, rispetto al 19,1% delle ragazze.
Quanto alla dimensione off-line, un adolescente su due non ha mai visitato mostre o musei nel 2024 (oltre il 60% nel Mezzogiorno), il 21,2% non è mai andato al cinema, il 46,2% non legge libri al di là di quelli scolastici.Il 18,1% non fa nessuna attività fisica, percentuale che sale al 29,2% nel Mezzogiorno. Meno della metà (47,6%) dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha fatto una gita o una vacanza di almeno una notte, in Italia o all’estero, rispetto all’81% dei giovani spagnoli e il 90% degli olandesi.
Sul fronte delle relazioni, gli amici restano per i ragazzi e le ragazze un punto fermo nelle acque incerte dell’adolescenza: più di 8 su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici (il 40% soddisfatti, il 42,5% molto soddisfatti). Pochissimi, solo l’1,6% non sono per nulla soddisfatti. Positiva anche la relazione con i genitori, il 78% se ne dichiara soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 73% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.
“L’Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo – ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children - Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il futuro. È necessario colmare questi divari e garantire a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, viaggiare, fare sport, sperimentarsi, come loro stessi ci chiedono a gran voce”.
L’Atlante verrà presentato il 19 novembre a Roma, presso la sede di Save the Children (Piazza San Francesco di Paola, 9), a partire dalle 9,30. All’evento, moderato da Francesco Zaffarano, giornalista di Chora e Will Media, dopo il saluto di Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children, interverranno Antonella Inverno, Responsabile ricerca e analisi dati di Save the Children e Daniele Biella, curatore dell’Atlante, lo scrittore Enrico Galliano, Angela Verdecchia (Rete Studenti Medi), Elisa Benedetti (CNR – coordinatrice progetto ESPAD), Veronica Vigili e Sid (Liceo Ripetta di Roma), Pier Paolo Eramo (Dirigente scolastico del Liceo Romagnosi di Parma), Judith Daniel Tesfye (Movimento Giovani per Save the Children), Maura Gancitano (filosofa e fondatrice di Tlon), Pietro Morello (divulgatore e operatore umanitario), Simone Gullà (Comitato Giovani Ostia), Renato Sampogna (dirigente Ministero del Lavoro), Alessandro Carruba (Liceo Righi di Roma), Simohamed Kaabour (politico e scrittore), Chiara Compagno (Scomodo), Vittoria Ferdinandi (Sindaca di Perugia). Concluderà Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
Adolescenti e IA – l’indagine di Save the Children realizzata da CSA Research
Il 92,5% degli adolescenti intervistati utilizza strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti. Il 30,9% - quasi un ragazzo/a su tre - tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana. Solo il 7,5% non la utilizza mai. Molto ampia la forbice rispetto agli adulti, tra i quali oltre il 50% non la utilizza mai (53,3%), solo l’8,2% tutti i giorni o quasi, il 16,9% qualche volta a settimana, il 21,6% qualche volta al mese. Nonostante si tratti di strumenti con impatti molto diversi, i chatbot (Chat GPT, Claude, Dixit) sono di gran lunga gli strumenti più utilizzati dagli adolescenti (68,3%), seguiti da strumenti di traduzione automatica (42,5%) e assistenti vocali (33,3%). Il 9,3% usa chatbot ‘relazionali’ come Character IA e Anima. Tra chi utilizza l’IA, i motivi principali sono la ricerca di informazioni (35,7%) e l’aiuto nello studio e nei compiti (35,2%), traduzioni (19,8%), scrittura di testi (18,7%), ma è rilevante la percentuale anche di chi la usa prevalentemente per scopo ludico (21,4%), o per consigli utili per la vita quotidiana (15%). Il 7,1% degli utilizzatori di IA lo fa per aumentare il proprio benessere e il 4,2% per trovare compagnia.
Ad evidenziare la funzione di conforto emotivo, il 41,8% degli adolescenti afferma di avere chiesto aiuto a Chat GPT o ad altri strumenti di IA nei momenti in cui si sentiva triste/solo/ansioso. Una percentuale simile, il 42,8%, per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola o lavoro).
L’uso di questi strumenti è considerato fondamentale dal 49,1% degli adolescenti intervistati e il 47,1% pensa che un uso maggiore lo/la aiuterebbe molto nella sua vita personale. La caratteristica più apprezzata dell’IA tra gli adolescenti è il fatto che ‘è sempre disponibile’ (28,8%), ma anche (14,5%) che ‘mi capisce e mi tratta bene’ e ‘che non mi giudica’ (12,4%).
Il 58,1% degli utilizzatori dell’IA ha chiesto consigli su qualcosa di serio e di importante per la propria vita (il 14,3% spesso, il 43,8% qualche volta)¸il 63,5% ha trovato più soddisfacente confrontarsi con uno strumento dell’IA che con una persona reale (il 20,8% spesso, il 42,7% qualche volta); il 48,4% ha condiviso informazioni della sua vita reale.
“Dalle voci degli adolescenti raccolte con l’Atlante emergono richieste concrete alle quali dare risposta: è necessario promuovere il benessere psicologico e potenziare la rete dei servizi per la salute mentale per l’età evolutiva su tutto il territorio nazionale – ha aggiunto Milano - È necessario anche che la scuola assuma tra le sue funzioni costituenti quella di assicurare il benessere psicologico e di educare alle relazioni, all’affettività e alla sessualità. Allo stesso tempo, le istituzioni nazionali e gli enti locali sono chiamati a rispondere concretamente alla fame di spazi autogestiti da ragazzi e ragazze per l’incontro, la produzione artistica e culturale, lo sport. Come risulta dal nostro sondaggio, l’Intelligenza Artificiale è ormai entrata nella quotidianità degli adolescenti – in anticipo sugli adulti - svolgendo in alcuni casi un preoccupante ruolo di conforto emotivo. È urgente un dialogo intergenerazionale per comprendere a fondo rischi e opportunità di questo cambiamento e per ridisegnare i percorsi educativi, le responsabilità e definire adeguate politiche regolatorie”.
Demografia. Pochi, figli unici e a rischio povertà. Solo una persona su 15 in Italia è adolescente.
Oggi in Italia i 13-19enni sono poco più di 4 milioni, il 6,86% della popolazione complessiva, pari a uno su 15, un numero piuttosto esiguo se pensiamo che gli over 65 sono uno su 4. Nel 1983 erano oltre 6 milioni e mezzo e rappresentavano l’11,6% della popolazione. Guardando al futuro la situazione è destinata a peggiorare ancora: nel 2050 la fascia degli adolescenti si restringerà a 3 milioni 760 mila nel 2030 e a meno di 3 milioni nel 2050 (2 milioni 947 mila). Dal punto di vista territoriale non si registrano divari molto ampi, anche se risultano particolarmente basse le quote di teen in Liguria, Molise e Sardegna (solo il 6,1%), mentre le più elevate sono quelle della Campania (7,6%) e della Provincia Autonoma di Bolzano (7,5%).
Cambiano anche le configurazioni delle famiglie: sempre più adolescenti sono figli unici (sono il 22% e le famiglie con adolescenti che hanno un solo figlio sono il 27,5%) e oggi quasi un adolescente su 4 vive con un solo genitore (il 4,4% delle famiglie con figli adolescenti sono composte da un padre monogenitore e il 18,5% da una madre sola).
L’isolamento può costituire uno dei problemi fondamentali per le famiglie con adolescenti, perché sono un gruppo minoritario (rappresentano solo il 12,1% del totale dei nuclei, con o senza figli) particolarmente a rischio di povertà ed esclusione sociale (46% delle famiglie monogenitoriali con due o più figli adolescenti contro il 20,7% delle famiglie con due genitori e un solo figlio 11¬15enne).
In media, in Italia, nel 2024, oltre un adolescente tra 11 e 15 anni su 4 (il 26,1%) è a rischio povertà o esclusione sociale, con ampi divari tra Nord (15,2%), Centro (24,1%) e Mezzogiorno (41,9%), e tra chi ha la cittadinanza italiana (24,2%) e chi non ce l’ha (38%). Un adolescente di 12¬15 anni su 20 (il 5,2%) è in povertà alimentare e l’8,2% dei bambini e adolescenti sotto i 16 anni è in povertà energetica, cioè non riesce a riscaldare adeguatamente l’abitazione.
Vivere la povertà sulla propria pelle significa anche sperimentare condizioni abitative difficili, come ad esempio il sovraffollamento in casa, che riguarda il 43% delle famiglie con figli 11¬15enni, oltre 2 famiglie su 5, mentre per il totale delle famiglie la quota è del 16,6%, cioè una famiglia su 6.
Ma come stanno gli adolescenti? Meno della metà afferma di essere stato/a bene psicologicamente. Il gap che penalizza le ragazze.
Il 60% dei 15-19enni è soddisfatto o molto soddisfatto di se stesso, con percentuali più elevate tra i ragazzi (71%) rispetto alle ragazze (50%), con un calo di oltre 12 punti rispetto al 2007, quando la percentuale era al 72,8%. Il 22% si dichiara né soddisfatto né insoddisfatto e il 18% non tanto soddisfatto o per niente soddisfatto, con percentuali doppie tra le ragazze (23% rispetto all’11% dei ragazzi).
Sono ancora le ragazze ad avere un rapporto più conflittuale con il proprio corpo: 2 quindicenni su 5 si sentono troppo grasse (il 40%), ma nella misurazione dell’effettivo indice di massa corporea solo l’11% risulta effettivamente sovrappeso, un gap di 29 punti percentuali.
Inoltre, poco più di una ragazza su 3 (34%) mostra di avere un buon equilibrio psicologico (le domande fanno riferimento alle due settimane precedenti alla rilevazione), contro il 66% dei ragazzi, con una differenza di genere di oltre 30 punti percentuali.
In generale, i 15-16enni in Italia che affermano di stare bene psicologicamente nelle ultime due settimane sono meno della metà (49,6%), un dato inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Spagna (60,3%), Francia (67,6%), Germania (55,9%).
Al 9% è capitato di isolarsi volontariamente anche per brevi periodi per problemi di natura psicologica, senza andare a scuola né vedere nessuno. Il 2% degli adolescenti si è isolato per oltre sei mesi (hikikomori).
Il 31% dei ragazzi e delle ragazze ha fatto binge drinking nell’ultimo mese, il 76% ha bevuto alcolici almeno una volta in un anno; il 21% ha consumato almeno uno psicofarmaco senza prescrizione medica nella vita, il 12% nell’ultimo anno, con un ampio divario tra ragazze (16,3%) e ragazzi (7,5%).
Il sistema di cura. Pochi posti e con ampi divari regionali
Gli accessi di 0-17enni in Pronto Soccorso categorizzati come “accessi per disturbi mentali” sono stati 64.319 nel 2023, in aumento rispetto al calo registrato durante il Covid, ma in linea con i dati pre-pandemia. Secondo diversi esperti, si tratta di dati sottostimati, dai quali emerge comunque un aumento degli accessi delle ragazze e di quelli con maggiore gravità e urgenza.
Eppure tra il 2019 e il 2023, i posti disponibili in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) sono rimasti poco più di 400, con ampi divari sia tra le Regioni che tra la città, e il conseguente rischio che i ragazzi siano ricoverati in strutture non appropriate o in reparti per adulti.
La Lombardia è la Regione con il più alto numero di posti letto disponibili negli NPIA (97), seguita dal Lazio (50 posti, tutti nella città di Roma), Toscana (48), Sicilia (31), Puglia (28), Emilia Romagna e Piemonte (26), Liguria (20), Marche (18), Veneto e Sardegna (15), Campania (14), P.A. di Bolzano (12), Basilicata (6), Friuli-Venezia Giulia (4), P.A. di Trento (3). Valle d’Aosta, Umbria, Molise e Calabria sono prive di posti letto negli NPIA.
Anche il sistema di presa in carico “post ricovero” degli adolescenti nei centri diurni, nelle comunità terapeutiche semiresidenziali e residenziali è in sofferenza: i posti disponibili non sono aumentati dal 2019 e le strutture residenziali sono solo 99, quelle semiresidenziali 94, per un totale di 2.438 posti, pari al 6,6% di quelli delle strutture dedicate all’assistenza psichiatrica over 18 e allo 0,7% dei posti totali di tutte le strutture residenziali o semiresidenziali del SSN.
Ampi anche in questo caso i divari territoriali: la regione con il maggior numero di posti nelle strutture residenziali è la Lombardia, con circa un terzo del totale nazionale (399), seguita dal Piemonte, con 246 posti. Nella Provincia Autonoma di Trento, in Friuli Venezia Giulia, nelle Marche, in Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia non è presente alcuna struttura residenziale pubblica o accreditata (cioè gratuita); nella P.A. di Trento, nelle Marche, in Molise e in Calabria nemmeno una struttura semiresidenziale.
Relazioni onlife. Cyberbullismo in aumento. 8 su 10 soddisfatti del rapporto con amici/amiche. ll 30% ha fatto ghosting
Il 13% degli adolescenti è iperconnesso, cioè risponde ad indicatori che rilevano un profilo di uso problematico di internet, e il 38% afferma di guardare spesso il cellulare in presenza di amici o parenti – il fenomeno del ‘phubbing’ –; il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Il 47,1% dei 15-19enni è stata/o vittima di cyberbullismo, ricevendo messaggi offensivi, minacce o insulti via web o essendo esclusi da chat o gruppi online, con un aumento di 16 punti percentuali dal 31,1% del 2018.
Nell’indagine Istat 2023, quasi il 20% dei 14-19enni ha dichiarato di aver subito più volte al mese un qualche episodio offensivo, aggressivo, diffamatorio o di esclusione sia online che offline (l’1,5% aveva subito minacce e aggressioni fisiche continue).
La quota di studenti con cittadinanza non italiana che hanno subito più volte al mese atti vessatori è maggiore rispetto alla quota di italiani: tra gli 11-19enni, il 26,8% dei ragazzi stranieri rispetto al 20,4% dei coetanei italiani (il 23,7% del totale). In generale, il 14,2% degli adolescenti ha subìto in modo ripetuto offese e insulti da altri ragazzi (il 16% dei ragazzi e il 12,3% delle ragazze), il 10% è stato spesso escluso o emarginato dagli altri (più ragazze che ragazzi), il 4,6% è stato diffamato e messo in ridicolo in modo continuato.
Le relazioni intime di ragazze e ragazzi nativi digitali e il loro rapporto con la sessualità passano anche per l’online. Il 30% ha fatto ghosting, bloccando una persona improvvisamente senza fornire spiegazioni. Il 37% dei 15-19enni trascorre tempo sui siti porno per adulti, percentuale che sale al 54,5% nel caso dei ragazzi, rispetto al 19,1% delle ragazze. L’8,2% si collega ad app di incontri (10,7% dei ragazzi, 5,3% delle ragazze).
Amici e amiche rappresentano sempre una colonna fondamentale negli anni dell’adolescenza. Più di 8 su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici (il 40% soddisfatti, il 42,5% molto soddisfatti). Pochissimi, solo l’1,6% non sono per nulla soddisfatti. Positiva anche la relazione con i genitori, il 77,8% se ne dichiara soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 72,6% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.
Solo la metà ha visitato mostre o musei, il 46,2% non legge nemmeno un libro. Quasi uno su 5 non fa alcuna attività fisica. Più indietro il Mezzogiorno
Solo la metà (50,1%) dei 13-17enni ha visitato musei o mostre in un anno, con forti differenze territoriali. Nel Mezzogiorno la percentuale scende infatti di oltre 10 punti, fermandosi al 39,5%, mentre al Centro si attesta al 54% e al Nord sale al 56,5%.
Lo stesso squilibrio si registra quando si analizzano i dati sulle visite a siti archeologici o monumenti: solo il 40,2% degli adolescenti li ha visitati, il 34,3% al Mezzogiorno, il 47,7% al Centro, il 41,5% al Nord.
Uno su tre è andato a teatro o ad ascoltare concerti (33,2% in entrambi i casi). Per quanto riguarda i concerti, nel Mezzogiorno la percentuale si attesta al 33,3%, al 35,6% al Centro e al 32,2% al Nord; a teatro, invece, è andato il 33,3% nel Mezzogiorno, il 34,8% al Centro e il 32,5% al Nord.
Le differenze non sono solo territoriali, ma anche sociali: sui consumi culturali degli adolescenti pesa molto il titolo di studio dei genitori. Il 66% dei ragazzi e delle ragazze con genitori laureati, infatti, visita musei o mostre (rispetto al 32,9% tra chi ha genitori con titolo fino alla scuola dell’obbligo), il 58,7% siti archeologici o monumenti (contro il 22,7% di chi ha genitori con titolo fino alla scuola dell’obbligo).
Il 46,2% dei 13-17enni non legge nemmeno un libro (a parte i testi scolastici), con un divario di oltre 12 punti percentuali tra ragazze (39%) e ragazzi (52%). Anche in questo caso le differenze regionali sono ampie: se guardiamo al contrario alla quota di 13-17enni che leggono, si va dal 70,7% della Provincia autonoma di Trento e dal 64% di quella di Bolzano al 32,3% in Sicilia e il 35,3% in Calabria. In generale, al Nord, tra i preadolescenti 12-14enni, solo uno su tre non legge libri, mentre tra i 15-17enni la quota sale al 41,2%. Al Centro, queste percentuali salgono al 37,8% per i 12-14enni e al 49% tra i 15-17enni. Nel Mezzogiorno, i non lettori superano il 56% sia tra i preadolescenti che tra gli adolescenti.
Nel 2023-24, il 29,2% degli adolescenti è riuscito a partecipare almeno ad un concerto delle artiste o artisti amati, con una prevalenza femminile, il 35% delle ragazze e il 24% dei ragazzi. Il 12% dei 1317enni ha invece ascoltato dal vivo un concerto di musica classica, un dato che aumenta se i genitori sono laureati, arrivando al 16,7% per i concerti di musica classica e al 36,3% per tutti gli altri concerti.
Soltanto l’8,4% frequenta corsi di musica in orario extrascolastico.
Quasi un adolescente su 5 (18,1% dei 13-17enni) è del tutto sedentario, cioè non fa alcun tipo di attività fisica, nemmeno saltuariamente.
Anche in questo caso, è l’area del Mezzogiorno a registrare numeri peggiori: ben il 29,2% non fa attività fisica, rispetto al 13,6% del Centro e all’11,7% del Nord. Maglia nera per la Calabria, dove più del 35% degli adolescenti non fa alcuna attività fisica.
Guardando a chi pratica sport in modo più strutturato, si rileva un calo dalla preadolescenza (tra 11 e 14 anni il 75,6% pratica sport) all’adolescenza (a 15-17 anni scende al 66% la quota di sportivi e a 18-19 anni scende ancora al 55,7%), rendendo evidente il fenomeno del “drop out sportivo”.
Ben il 17,7% dei 15-17enni non ha mai praticato sport nella sua vita e il 28% dei 18-19enni non pratica sport perché ha smesso. Dal punto di vista del genere, in tutte le fasce di età, sono le ragazze a fare meno sport rispetto ai loro coetanei maschi.
Gli adolescenti che vivono in Italia viaggiano meno rispetto ai coetanei europei: se nella media UE tra i 15-24enni ben 7 su 10 hanno passato almeno una notte lontano da casa in gita o in vacanza (nel 2023), in Italia sono meno della metà (il 47,6%), tra le percentuali più basse del continente, ben distanti da coetanei francesi (85,6%) e spagnoli (81%) o olandesi (90%). Circa un adolescente su 5 in Italia ha passato almeno una notte per vacanza all’estero, mentre i coetanei francesi e spagnoli sono quasi 1 su 3 e quelli olandesi 3 su 4. Anche lungo la Penisola la differenza è sensibile: a Nord e al Centro i 12-18enni che hanno potuto permettersi almeno una vacanza in un anno sono il 63% (quasi 2 su 3), mentre nel Mezzogiorno solo il 22%.
Non solo, c’è una differenza enorme in Italia nelle possibilità di viaggiare in base alla condizione economica: crescono in famiglie che non possono permettersi una settimana di vacanza all’anno quasi 6 bambini e adolescenti under16 su 7 (l’85,4%) tra coloro che vivono in condizione di deprivazione materiale e sociale, rispetto a circa 1 su 7 tra la popolazione under 16 totale.
Scuola e divari
La scuola è una parte fondamentale nella vita delle e degli adolescenti, una ‘casa’ in cui imparano, crescono e condividono emozioni con i loro coetanei. Ma spesso è anche il luogo in cui si manifestano i primi divari, territoriali e sociali. Il tasso di dispersione implicita alla fine delle superiori è dell’8,7% (risultando maggiore tra i ragazzi, al 10,7%, +4 punti percentuali rispetto alle ragazze), con differenze molto ampie sia tra le regioni del Paese (dal 2,3 e 2,4% di Friuli Venezia Giulia e Trentino al 17,6% della Campania e 15,9% della Sardegna), che tra i diversi indirizzi, dal 3,9% nei Licei, al 10,8% negli istituti tecnici fino al 22,8% negli istituti professionali. Gli early school leavers (18-24enni che hanno abbandonato la scuola o la formazione professionale) sono il 9,8%, in netto miglioramento dal 2020, quando erano il 14,3%, ma con percentuali ben maggiori tra i ragazzi (12,2% nel 2024, erano il 16,9% nel 2020) e molto più contenute tra le ragazze (7,1% nel 2024, erano l’11,3% nel 2020). Anche qui, le differenze regionali sono molto ampie: si va dal 15,2% della Sicilia al 4,8% del Molise.
Ma le differenze non sono solo territoriali o socio economiche. Nell’anno scolastico 2023-24 il 12,2% degli alunni che frequentano le scuole italiane sono di origine straniera, circa uno su 8. Nella scuola secondaria di secondo grado, la percentuale scende all’8,6%, visto che almeno un quarto di loro abbandona la scuola, e la presenza di studenti con cittadinanza non italiana si fa ancor più rarefatta se osserviamo i diplomati negli indirizzi di Liceo, dove lo è soltanto il 4,1%. E se guardiamo ai maschi in particolare, su tutti i diplomati in Italia nei Licei dell’a.s. 2023-24, solo il 3,2% è di origine straniera, quindi con un ulteriore elemento di segregazione.
L’impegno di Save the Children a fianco degli adolescenti in Italia
Save the Children è impegnata da anni anche in Italia con bambine, bambini e adolescenti attraverso diversi programmi: nei 27 Punti Luce distribuiti in 15 regioni lavora, insieme a una rete di partner sul territorio e in alleanza con le istituzioni locali, per contrastare la povertà educativa e offrire opportunità formative ed educative gratuite; “Qui, un quartiere per crescere” è un programma sviluppato in cinque territori (Ostia Ponente a Roma, Zen 2 a Palermo, Pianura a Napoli, Macrolotto Zero a Prato e Porta Palazzo – Aurora a Torino) con l’obiettivo, da qui a 9 anni, di trasformarli rendendoli luoghi dove siano garantite opportunità di crescita per tutti i bambini e gli adolescenti che li abitano; il Movimento Giovani per Save the Children è una rete attiva su tutto il territorio nazionale che coinvolge ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni impegnati nella promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, protagonisti diretti del cambiamento. Inoltre, ragazze e ragazzi sono molto attenti al tema del benessere mentale, su cui si stanno impegnando attraverso azioni di peer to peer utilizzando metodologie specifiche come "I Support My Friend". Piu in generale l'organizzazione è attiva con azioni trasversali a supporto dei Programmi Nazionali, rispetto al tema della salute mentale e del benessere psicosociale promossi in tutte le nostre progettualità.
L’Atlante è disseminato di opere frutto di un workshop con le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico di via Ripetta di Roma, curato dall’artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma Elena Bellantoni.
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