Senato: via libera al ddl sul Premierato, 109 i voti a favore

Fratoianni (Avs): "In piazza per mostrare la vera faccia del Paese".

(Prima Pagina News)
Martedì 18 Giugno 2024
Roma - 18 giu 2024 (Prima Pagina News)

Fratoianni (Avs): "In piazza per mostrare la vera faccia del Paese".

Via libera, dal Senato, al ddl sul Premierato. Il testo è passato con 109 sì, 77 no e 1 astenuto. Ora, il provvedimento dovrà essere esaminato dalla Camera dei Deputati.

In apertura della seduta, è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare il Presidente di Fincantieri, generale Claudio Graziano. "Sono certo che in questa occasione non ci saranno azioni di disturbo da parte di nessuno", ha quindi detto il Presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Prendendo la parola per primo, il Senatore a vita Mario Monti si è dichiarato contrario al ddl, precisando che la sua contrarietà "è per motivi che prescindono dall'abolizione della figura dei senatori a vita": "Questo provvedimento - ha evidenziato l'ex premier - non raggiungerà gli obiettivi che si propone e non determinerà il desiderato riavvicinamento dei cittadini alla politica". "La riforma sembra non guardare al mondo che ci circonda dove, anche al di là dell'Atlantico, ci sono governi dove i presidenti sono eletti direttamente dal popolo e sono quelli che sono più in crisi".

Per Monti, "non è una riforma fatta nell'interesse dei cittadini, ma della categoria dei politici. I cittadini, infatti, se il governo sarà meno stabile, saranno penalizzati".

Voto contrario anche da parte di Azione: "Siamo fermamente contrari a questa riforma nel merito e per le conseguenze politiche che avrà. Perché di fatto se un governo va male e si perdono i consensi, il premier è comunque blindato", ha detto Carlo Calenda. "E' un problema di metodo, perché arrivare a un confronto frontale sempre e comunque può portare a dolorose sconfitte, ma per voi il punto è spostare l'attenzione dai problemi veri", ha proseguito Calenda, citando a titolo di esempio i ragazzi che sono costretti a lasciare l'Italia per cercare lavoro, o coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà, o le difficoltà nel settore scolastico.

Ma "come ne usciamo? Con una grande ordalia tra il bene il male", ha detto ancora il leader di Azione, evidenziando che "il prossimo anno segheremo un altro pezzo del ramo, il ramo su cui siamo seduti e che coincide con le istituzioni repubblicane attraverso un conflitto costante, al termine del quale saremo tutti più deboli".

"Oggi tagliamo il primo traguardo della riforma che introduce in Italia l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. La riforma darà effettivamente voce al popolo, che diventerà protagonista attivo non solo semplice spettatore. Ci dispiace per chi in questi lunghi mesi in Commissione e poi in aula ha remato contro, mi riferisco alle opposizioni di sinistra che ora stanno tentando di aizzare pericolosamente le piazze ben consapevoli di manifestare contro la volontà degli italiani. Dovranno farsene una ragione", ha detto la capogruppo di Civici d'Italia, Noi moderati, Maie, Michela Biancofiore, nel corso delle dichiarazioni di voto a Palazzo Madama.

"Il gruppo ha chiarito in discussione generale che per noi discutere dell'elezione diretta del premier non era né un'eresia né un atto di sovvertimento democratico. Quindi abbiamo portato riflessioni riformiste e a differenza di altri, abbiamo presentato un nostro disegno di legge organica e abbiamo fatto emendamenti ma il risultato finale è deludente". Così il capogruppo di Italia Viva al Senato, Enrico Borghi. "Questa non è la madre di tutte le riforme ma un rattoppo illusorio che pretende di chiudere una transizione repubblicana", ha proseguito.

Il senatore di Avs Peppe De Cristofaro ha espresso la sua "totale contrarietà" al ddl, parlando di una riforma "pericolosa" che "assegna il potere nelle mani di una sola persona". "Ma noi non ve lo permetteremo. Sposteremo la nostra lotta nel paese reale", ha quindi avvisato De Cristofaro, per poi annunciare: "Già oggi pomeriggio per denunciare il clima insopportabile che state creando scenderemo in piazza".

"Più popolo e meno palazzo: questa è la via che indichiamo e per questo voteremo la riforma con gioia e convinzione", ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, annunciando il voto favorevole. Come segno di protesta, il senatore del Gruppo Misto Tino Magni, nel corso del suo intervento, ha mostrato il testo della Costituzione.

“La Costituzione non ha e non può avere né un’ideologia né una filosofia di parte’ ci diceva Nilde Jotti. Se c’è una certezza nella nostra carta costituzionale è connessa alla cultura della convivenza. Con lo sforzo di riconoscere le identità di tutti senza arrendersi di fronte alle diversità. Abbiamo fatto ogni sforzo possibile per non arrenderci all’evidenza di quello che è apparso sin dal primo momento un indegno baratto politico. Mi riferisco, soprattutto, alla veemenza con cui rappresentate i principi di identità e di nazionalismo alla base della proposta politica della destra oggi al governo che, in nome di una presunta efficienza decisionale, chiede più poteri nelle mani della Presidente del Consiglio.

In 20 mesi 65 decreti legge con quasi 50 voti di fiducia tra Camera e Senato. Non vi basta questo strapotere? Non avete mai ricercato il consenso comune”, ha dichiarato il Presidente dei Senatori del Pd, Francesco Boccia, intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voto.

"Siamo assolutamente contrari a questa riforma", le parole del capogruppo del M5S al Senato, Stefano Patuanelli. "Le regole del gioco - ha evidenziato - si dovrebbero fare per tutti e si dovrebbero fare tutti insieme", invece la maggioranza sta facendo tutto da sola.

Voto favorevole da parte della Lega: "Dico a chi ha parlato di scambio tra le riforme (tra premierato e autonomia differenziata, ndr) che non si chiama scambio ma accordo politico tra forze di maggioranza, che hanno il diritto di farlo e che anzi tengono unita questa maggioranza", ha detto il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo.

L'approvazione arriva dopo che, il 12 giugno, Palazzo Madama aveva approvato il sesto degli otto articoli del ddl sul Premierato, riguardante il Senato che, in base a quanto prevede la Costituzione, viene eletto "su base regionale". Il ddl che porta la firma del Ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati aggiunge le seguenti parole: "Salvo il premio su base nazionale previsto dall'articolo 92". Il precedente articolo 5 del ddl aveva inserito nell'articolo 92 della Costituzione un comma, che prevede un premio di maggioranza per le liste a sostegno del candidato premier vincitore delle Elezioni,

Ora, il Senato sta esaminando l'articolo 7, relativo alle crisi di governo, su cui la maggioranza ha presentato un emendamento.

"Alla violenza istituzionale della destra, allo SpaccaItalia e ai pieni poteri del premierato, noi rispondiamo con i nostri corpi, le nostre voci, i nostri sorrisi. La vera faccia del Paese, quella che non si piega e resiste a questa destra pericolosa. Oggi tutte e tutti in piazza Santi Apostoli a Roma alle 17.30". Così, su Facebook, il deputato di Avs e Segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.


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