Toti, legale: "Non chiederà più denaro per il partito o per campagne elettorali"

"Si è reso conto della necessità di adeguare futuri comportamenti alla prospettazione accusatoria".

(Prima Pagina News)
Giovedì 20 Giugno 2024
Genova - 20 giu 2024 (Prima Pagina News)

"Si è reso conto della necessità di adeguare futuri comportamenti alla prospettazione accusatoria".

Il Governatore sospeso della Liguria, Giovanni Toti, "si è reso conto della prospettazione accusatoria e, pur ritenendo di avere sempre agito nell'interesse pubblico, si è reso conto della necessità di adeguare futuri comportamenti alla stessa". Così l'avvocato Stefano Savi, nel ricorso al tribunale del Riesame contro l'ordinanza del giudice che ha negato la revoca degli arresti domiciliari a Giovanni Toti, arrestato lo scorso 7 maggio nell'ambito dell'inchiesta per corruzione che ha scosso la Regione Liguria.

"La sua volontà di non violare divieti e di non tenere comportamenti anche solo astrattamente" penali "lo farà astenere dal proseguire con modalità che, la diversa lettura data dall'accusa, considera illecite o comunque non dovute", cioè non chiederà più denaro a soggetti privati per finanziare il suo partito o qualunque campagna elettorale.

Secondo Savi, dato che non ci sono elezioni in vista, le esigenze cautelari non sono più sussistenti, e soprattutto, "anche laddove fossero individuabili o individuate eventuali occasioni per la richiesta di finanziamenti, ovvero situazioni di stallo o di conflitto da risolvere nell'ottica dell'interesse pubblico, è da escludere che Toti possa nuovamente, con immutato approccio, interessarsi di tali vicende o, semplicemente, chiedere a privati dei finanziamenti".

"Alla luce dei progressi fatti dalle indagini, con i nuovi testimoni auditi dai pm, oltre che dalla imponente mole di materiale probatorio raccolto e alla luce altresì dell'interrogatorio dello stesso Toti, della consapevolezza di quanto contestato come reato, della pubblicità dell'inchiesta stessa, della assenza di imminenti tornate elettorali, riteniamo che non sussistano più le necessità degli arresti domiciliari", spiega Savi.

"Questo anche tenuto conto della necessità di bilanciare le esigenze processuali con quelle del mandato popolare, ritenuto meritevole di tutela dalla legislazione vigente e dalla Costituzione. In subordine alla totale revoca della misura, la sua trasformazione in una misura meno afflittiva e compatibile con le valutazioni politiche necessarie al momento", prosegue l'avvocato.


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