“Estate a Casa Berto”: Gregorio Corigliano Premio alla carriera

“Estate a Casa Berto” assegna al giornalista Gregorio Corigliano, che è stato inviato di punta della Tgr in Calabria ma anche Capo della redazione Giornalistica della Rai, il suo ennesimo Premio alla carriera per una vita spesa al servizio del giornalismo e della scrittura.

di Pino Nano
Mercoledì 25 Settembre 2024
Vibo Valentia - 25 set 2024 (Prima Pagina News)

“Estate a Casa Berto” assegna al giornalista Gregorio Corigliano, che è stato inviato di punta della Tgr in Calabria ma anche Capo della redazione Giornalistica della Rai, il suo ennesimo Premio alla carriera per una vita spesa al servizio del giornalismo e della scrittura.

Manifestazione solenne in suo onore al tramonto di una di queste giornate che in Calabria sono ancora piene di luce e di profumi e che riconferma quanta ammirazione la gente comune abbia ancora nei riguardi di un cronista come lui che ha dedicato tutta la sua vita, e lo scrivo in maniera assolutamente letterale del termine, al lavoro e alla televisione. Forse più che alla televisione alla radio, questo è l’anno dei primi 100 anni della radio, la radio che è stata sempre la sua vera grande mania e passione.

 

Ma qui, a Estate a casa Berto”, una delle manifestazioni più belle e più suggestive della cosa e dell’estate tropeana, dove tutto profuma ancora di Giuseppe Berto e della sua straordinaria grandeur letteraria, qui Gregorio Corigliano viene celebrato e ringraziato per le cose che scrive nei suoi libri e nelle sue lettere-aperte ai calabresi, un racconto infinito della storia di questa regione che travalica ogni sentimento e ogni immaginazione possibile.

“Ero all’estero e, ricordo, scrissi una cartolina ad uno dei miei professori più cari. “Mi manca il mio paese” e non ero a Schindilifà, ero a Brighton, a pochi passi da Londra per seguire un corso di inglese. Eppure, mi mancava il contatto con la gente, con i miei genitori, mia sorella, mio fratello, mi mancava la passeggiata in piazza, l’incontro con Pino e con Ciccio, la nostra gitarella a Palmi o a Gioia Tauro – non Parigi o Berlino. Mi mancava il luogo dell’anima. O l’anima di quel luogo…”. E’ appena fresco di stampa, “Ecco l’anima del luogo”, Gruppo Albatros Il Filo (182 pag), il suo nuovo libro in cui Gregorio,dopo aver raccontato 30 anni di cronache in televisione, ora racconta sé stesso e i luoghi della sua infanzia con una dolcezza e un senso di solitudine che la dicono lunga sulla sua vita di grande successo.  

 

Ad aprire questa favola moderna sono i versi di una canzone bellissima che hanno reso poi famosa Iva Zanicchi che di suo padre confessava: “Non esiste un altro uomo/ Così caro come lui/ Sogna ancora ad occhi aperti/ E non ama la tristezza/ Noi ci somigliamo tanto/ Ma io non sogno ad occhi aperti/ Io appartengo a un altro mondo/ Dove lui vivrebbe male/ Caro, caro vecchio mio/ Ora corri insieme al tempo/ E non corri più nel vento/Ho il tuo sangue nelle vene/ E ti porto nel mio cuore…”.

 

A “Estate a casa Berto” il suo romanzo vola alto, quando lui sale sul palco per ritirare il Premio alla Carriera si intuisce che qui gli vogliono tutti bene, se non altro per la dolcezza con cui il vecchio cronista RAI racconta il suo passato. Che è nei fatti la storia di una saga, la storia intima di una famiglia del Sud, una famiglia sana, perbene, come mille altre in quegli anni, alle prese con i mille problemi della guerra prima, della ricostruzione dopo, e della rinascita ancora più tardi. ”Quel che più conta -dice lui oggi- è che se ne sono andati i rapporti di un tempo…Mia sorella è andata a vivere nel bolognese, e se ne è andata ora anche per sempre, io nel cosentino, ma torno due volte al mese. C’è mio fratello che tiene aperta la casa ed i ricordi. E non è assolutamente poco…”.

 

E proprio qui nella casa di Giuseppe Berto, dove Berto venne a ritirarsi per scrivere il suo capolavoro finale “Il male oscuro”, Gregorio Corigliano racconta della casa del “rosmarino”, che è la sua casa natale, quella di San Ferdinando, dove tutto ruota attorno ai ricordi passati. “Nel mare delle parole scritte per esser lette- scrive nella prefazione che fa la scrittrice Barbara Alberti al suo libro- ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze…”

 

Un Premio alla carriera dunque legato soprattutto a questo suo ultimo saggio che è soprattutto la storia di un popolo, quello calabrese, eternamente in bilico tra miseria e disperazione, eternamente in viaggio e in cammino, ma è anche la storia della “Piana”, quella di Eranova e Gioia Tauro, dei suoi aranceti, dei suoi contadini, dei suoi artigiani, dei suoi mandriani di pecore, dei suoi sacerdoti.

 

“È la storia del mare che sta di fronte casa mia- racconta Gregorio- a due passi dal porto di Gioia Tauro, una landa di sabbia bagnata dalla fortuna, poco più avanti la Costa Viola, con i profumi dell’Aspromonte, una montagna quasi sacra, irraggiungibile ed eternamente tormentata dalla paura di violenze inconfessabili. Storie di uomini e di cose senza tempo che hanno affidato al mare e ai tramonti sullo stretto di Messina le proprie speranze e le proprie illusioni”.

 

“Premio alla carriera”, dunque, ad un grande cronista che non ha mai smesso di raccontare la sua terra e la sua gente, e oggi finalmente anche la sua vita più intima, dilaniata dai ricordi del passato e da un presente che nessuno di noi riconosce più come suo. Questo saggio, che probabilmente gli è valso decine di premi e di riconoscimenti, è in realtà uno straordinario scrigno di ricordi, una cassaforte di emozioni, la narrazione romantica e straordinariamente avvincente di una Calabria che non esiste più, dove gli uomini partivano per la guerra e a casa rimanevano donne e bambini, e dove i bambini per tutta la vita hanno sognato una stretta di mano da padri invece condannati alla solitudine e ai lavori massacranti di un popolo errante. Non so se posso osare, ma da Casa Berto quest’anno, con Gregorio Corigliano, è passata anche l’immagine plastica e reale della malinconia che l’indimenticabile Giuseppe Berto racconta della sua vita nella parte finale del suo lungo viale del tramonto.Emozioni su emozioni.


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