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L'elemento è emerso da una lettera che il ragazzo ha inviato ai magistrati nei giorni scorsi.
L'elemento è emerso da una lettera che il ragazzo ha inviato ai magistrati nei giorni scorsi.
Mark Samson si era fermato ad una tabaccheria per comprare sigarette e un accendino mentre aveva il cadavere della sua ex fidanzata, Ilaria Sula, chiuso in una valigia nel portabagagli della sua auto.
E' l'ultimo particolare legato al femminicidio della studentessa ternana, uccisa con tre coltellate alla gola, emerso in una lettera che il ragazzo, reo confesso, ha inviato ai magistrati nei giorni scorsi.
Nella lettera, il ragazzo, che è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere per aver gettato il corpo di Ilaria in un burrone vicino a Capranica Prenestina (Rm) e attualmente è rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, Samson dà una sua versione di cosa accadde la sera del 25 marzo e il giorno dopo, quando, a sua detta, ha accoltellato Ilaria.
Parlando della sera prima dell'omicidio, il ragazzo si è soffermato su quello che i due si erano detti nell'appartamento di Via Homs: "Dalle 22.15 e fino alla mezzanotte - scrive - abbiamo parlato della nostra relazione, del fatto che mi dava fastidio e mi ero stancato di aspettare e lei nel frattempo cercava altre persone con cui legare".
"Si era fatto tardi e quindi Ilaria mi chiese se poteva rimanere a dormire da me. Le ho dato un pigiama con cui potesse dormire comoda - aggiunge -. Ci sdraiamo sul mio letto, iniziamo a parlare delle cose belle vissute insieme, le esperienze, i viaggi e i nomignoli che siamo dati. "Amore, tesoro, vita…" per poi passare a quelli albanesi "Shpirt", "Zemra ime" e infine quelli filippini "'Bebe Ko', 'Mahal', 'Asawa'…".
Poi, racconta cosa accadde dopo l'aggressione, avvenuta dopo che lui aveva letto sul cellulare di Ilaria un messaggio inviatole da un altro ragazzo: "Ho aperto tutti gli sportelli dell'auto per vedere se il trolley entrava sui sedili al posto del portabagagli ma invano", scrive, aggiungendo di essere tornato a casa per prendere la valigia. "Porto il trolley fuori dal condominio, era una giornata con un sole splendente, abbagliante. Vedo due ragazze che vengono nella mia direzione, le lascio passare e subito dopo sollevo il trolley senza l'aiuto di nessuno: apro il vano portabagagli e mi fermo un attimo per riprendere le forze".
Quindi, racconta di come cercò di sbarazzarsi del cadavere della ragazza: "Risollevo la borsa e la sistemo sul lato destro del portabagagli e parto senza una direzione precisa. Verso le 16:30 mi fermo ad un tabaccaio e compro le sigarette e un accendino".
La versione del ragazzo, ora, è sotto esame da parte degli inquirenti. A fornire risposte potrebbe essere l'analisi della microsim presente nella dash cam che Samson aveva nella sua auto, che potrebbe aver ripreso i momenti successivi all'omicidio.
Nel frattempo, sul fronte delle indagini, gli investigatori hanno risentito la madre del ragazzo, Nors Man Lapaz, indagata per concorso in occultamento di cadavere, per aver aiutato suo figlio a pulire le tracce di sangue in casa.
"Abbiamo chiarito alcuni aspetti, la signora ha risposto alle domande poste dal pubblico ministero. Si è trattato di specificare alcuni passaggi già abbastanza delicati ma oggi meglio specificati in maniera esaustiva", ha commentato il legale difensore, Paolo Foti.