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Si occuperà di gestire e intercettare sul nascere le complicanze oculari degli anticorpo-farmaco coniugati, terapie oncologiche di ultima generazione.
Si occuperà di gestire e intercettare sul nascere le complicanze oculari degli anticorpo-farmaco coniugati, terapie oncologiche di ultima generazione.
Gestire e intercettare sul nascere le complicanze oculari degli anticorpo-farmaco coniugati, terapie oncologiche di ultima generazione. Di questo si occuperà un nuovo ambulatorio super specialistico gestito da oculisti e oncologi.
È il primo esempio di questo tipo in Italia. In programma, oltre all’assistenza ai pazienti, la redazione di linee guida sulla gestione degli effetti indesiderati oculari e un programma di ricerca per comprenderne le cause.
Gli anticorpo-farmaco coniugati (ADC) sono una delle classi di anti-tumorali più potenti e promettenti tra quelle che stanno entrando nella pratica clinica per il trattamento di tante neoplasie. Sono una chemioterapia ‘smart’ perché il loro carico tossico (payload) viene veicolato con grande precisione sul bersaglio (la cellula tumorale) grazie ad un anticorpo monoclonale diretto contro di essa. Il danno ai tessuti sani viene così limitato al massimo e la potenza di fuoco è concentrata sul bersaglio tumorale.
Ma come per tutti i nuovi farmaci è importante monitorarne gli effetti (anche quelli indesiderati) in un contesto di vita reale, al di fuori dei trial clinici. Una delle tossicità emergenti di questa nuova classe di potentissimi anti-tumorali è quella oculare (un cosiddetto effetto ‘off-target’).
“Alcuni pazienti presentano nel corso del trattamento sintomi quali sensazione di sabbia o corpo estraneo negli occhi, bruciore, prurito, arrossamento, visione offuscata, eccessiva lacrimazione, paradossalmente anche nel contesto di una sindrome dell’occhio secco – spiega il professor Stanislao Rizzo Ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica e Direttore della UOC di Oculistica di Fondazione Policlinico Gemelli –. Problemi in genere dovuti a piccole aree di danno sulla superficie della cornea (cheratopatia puntata superficiale), a sindrome dell’occhio secco (ridotta produzione di lacrime) o ad una congiuntivite”.
Queste alterazioni sono in genere di grado lieve-moderato e reversibili. Ma vanno gestite da un esperto perché possono provocare un opacamento della visione, impedendo magari di guidare la macchina o di leggere, con un impatto quindi sulla qualità di vita.
“Gli ADC sono farmaci straordinari e potenzialmente salvavita – spiega il professor Giampaolo Tortora, Ordinario di Oncologia Medica Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Gemelli Comprehensive Cancer Center – di grande impatto nel rallentare la progressione della crescita tumorale e nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti. Non è possibile dunque rinunciare a questa possibilità di cura; ma di certo bisogna imparare a gestirne e a controllarne i potenziali effetti indesiderati”.
Ed è partendo da queste considerazioni che al Gemelli è stato inaugurato il primo ambulatorio in Italia dedicato alla gestione delle complicanze oculari da terapia oncologica, che nasce ispirato all’idea del prendersi cura nel modo più completo possibile del paziente, integrando competenze multidisciplinari; al Gemelli sono peraltro già attivi da anni ambulatori dedicati alle complicanze cardiologiche, endocrinologiche, gastro-intestinali dei trattamenti oncologici.
“Al Gemelli gestiamo ogni anno oltre 61 mila pazienti oncologici –prosegue il professor Tortora -. Negli ultimi 2-3 anni sono arrivati in clinica tanti farmaci a bersaglio molecolare e questo si porta dietro la comparsa di nuove tossicità che vanno studiate e gestite. Poter disporre di un ambulatorio dedicato con super specialisti ci qualifica ulteriormente come centro oncologico e conferisce autorevolezza a livello nazionale e internazionale. Questo ci consentirà non solo di redigere una guida alla gestione di questo effetto indesiderato per aiutare anche i colleghi degli altri centri a controllare meglio il problema; ma anche di fare ricerca per individuare le cause del fenomeno e trattarlo alla radice”.
“Siamo il centro italiano che in assoluto gestisce il maggior numero di persone con tumore dell’ovaio – ricorda la professoressa Anna Fagotti, Ordinario di Ginecologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della UOC Carcinoma Ovarico di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS -. È proprio sulle pazienti trattate con un ADC innovativo che abbiamo cominciato ad osservare questi effetti sulla cornea.
Gli effetti oculari degli ADC sono comuni e potenzialmente impattanti. Una stretta collaborazione tra oncologo e oftalmologo è essenziale per una diagnosi precoce e una gestione efficace, con l’obiettivo di preservare la funzione visiva del paziente e al contempo non compromettere l’efficacia della vitale terapia antitumorale.
Il nostro obiettivo è quello di identificare precocemente il meccanismo patogenetico della tossicità oculare per attuare un intervento sempre più preventivo e condividere la nostra esperienza con i nostri colleghi in altri Ospedali”.
“Questo nuovo ambulatorio – Gianluca Franceschini, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Direttore della UOC di Chirurgia Senologica e del Centro Integrato di Senologia di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – sta a dimostrare ancora una volta quanto sia fondamentale integrare competenze multidisciplinari e lavorare in sinergia. È paradigmatico di come dobbiamo prenderci cura dei pazienti. Gestire in questo modo gli effetti indesiderati consente di migliorare la loro qualità di vita, ma anche di rafforzare l’aderenza al trattamento oncologico”.
“Questo ambulatorio – commenta Daniele Piacentini, Direttore Generale di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – è la summa dei tanti asset che caratterizzano il Gemelli: l’offerta di cure di altissima qualità, la sicurezza, l’innovazione e il continuare sempre a fare ricerca. Questo ambulatorio incarna tutte queste nostre diverse anime. La multidisciplinarietà e trasversalità delle competenze è il valore aggiunto che caratterizza la nostra Fondazione”.
“Questa nuova iniziativa – afferma il professor Antonio Gasbarrini, Direttore scientifico di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e Ordinario di Medicina Interna UCSC – ci consentirà anche di fare ricerca innovativa. Ed è un esempio di ricerca davvero a tutela della persona. Perché noi continuiamo sempre ad occuparci dei nostri pazienti: durante i trial clinici registrativi, alla conclusione e in qualunque momento; insomma in trial, out of trial e after trial. Il benessere dei pazienti è la nostra priorità assoluta”.
“Sarà il primo ambulatorio in Italia dedicato a questo effetto indesiderato – afferma la dottoressa Alessandra Fabi, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile della Medicina di Precisione in Senologia, Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS – e rappresenta una marcia in più per fare prevenzione del problema e intercettarlo sul nascere, prima che arrivi ad un grado di tossicità superiore”.
“Con l’approvazione degli anticorpo-farmaco coniugati, nelle pazienti con carcinoma ovarico platino-resistente, la creazione di un ambulatorio oculistico dedicato alla gestione delle tossicità da queste terapie innovative diventa fondamentale – ribadisce la dottoressa Vanda Salutari Responsabile UOS Terapie Innovative per i Tumori Femminili -. La tossicità oculare, se riconosciuta precocemente, può essere gestita efficacemente evitando interruzioni del trattamento”.
“Il professor Giovanni Scambia – ricorda Andrea Giudiceandrea della UOC di Oculistica e ricercatore UCSC- insegnava che bisogna sempre curare e prendersi cura delle pazienti. E questo ambulatorio è molto in sintonia con il suo lascito e insegnamento.”
“La tossicità corneale degli ADC può produrre un offuscamento della visione, reversibile ma da gestire – afferma Tommaso Salgarello della UOC di Oculistica e ricercatore Università Cattolica del Sacro Cuore-. Intanto rassicurando il paziente e poi lavorando insieme ai colleghi oncologi per rimodulare ad esempio lo schema terapeutico, riducendo il dosaggio a rimandando di qualche giorno la somministrazione successiva del farmaco. Sono previsti poi interventi topici con colliri al cortisone e lacrime artificiali”.
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