Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
"Il popolo siriano e tutti i siriani possono contare sull’amicizia e sull’azione del governo italiano per promuovere una nuova stagione per questo bellissimo Paese".
"Il popolo siriano e tutti i siriani possono contare sull’amicizia e sull’azione del governo italiano per promuovere una nuova stagione per questo bellissimo Paese".
Si è tenuto stamani l'incontro tra il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il comandante in capo della nuova amministrazione siriana, Ahmed al Sharaa (noto anche come Abu Mohammed al Jolani).
“La situazione in Siria è mutata ed è possibile, di conseguenza, anche un cambiamento sulle sanzioni imposte dall’Unione europea”, ha dichiarato il Ministro, nel corso delle dichiarazioni congiunte alla stampa insieme con l'omologo siriano, Asaad Hassan al Shibani.
“Durante l’ultima riunione con la partecipazione dell’Italia, della Germania, del Regno Unito, degli Stati Uniti e dell’alto rappresentante dell’Ue, è stata discussa la situazione in Siria, con particolare attenzione alla questione delle sanzioni. Il dibattito si è concentrato sulla necessità di non penalizzare ulteriormente il popolo siriano con sanzioni imposte precedentemente a causa del regime precedente”, ha continuato Tajani, in riferimento alla riunione del Quint di ieri a Villa Madama.
“Ora che la situazione politica in Siria è cambiata, si ritiene fondamentale aprire un dialogo sul possibile cambiamento di queste sanzioni. L’Italia si è impegnata a fare la sua parte, supportata anche dalle recenti dichiarazioni positive dell’alto rappresentante dell’Ue, che suggeriscono una direzione favorevole”, ha proseguito ancora il Vicepremier.
“È già stato avviato un processo di costruzione di un ponte, come dimostrato dalle decisioni prese a livello europeo, che sono il risultato di un approccio collettivo e collaborativo. Il popolo siriano e tutti i siriani possono contare sull’amicizia e sull’azione del governo italiano per promuovere una nuova stagione per questo bellissimo Paese, che ha sofferto enormemente negli ultimi anni e merita di ritornare ai suoi antichi splendori”, ha aggiunto.
Secondo Asaad al Shaibani “le sanzioni imposte alla Siria rappresentano un ostacolo alla ripresa del Paese. Accogliamo con favore l’appello del ministro degli Esteri italiano a revocare le sanzioni contro la Siria”.
“L’Italia aspira a essere un punto di connessione tra la nuova Siria e l’Unione europea, un ruolo che Roma ha iniziato a svolgere ieri sera a Roma durante la riunione del Quintetto”, ha continuato Tajani, spiegando di aver parlato anche della “possibilità di collaborare nella lotta contro i trafficanti di esseri umani, che spesso sono coinvolti anche nel traffico di droga. Intendiamo combattere insieme la diffusione della droga e l’immigrazione irregolare. Vogliamo anche rafforzare la nostra presenza economica e promuovere nuove partnership italo-siriane. Sono qui con messaggi positivi da parte di imprese private italiane e desideriamo intensificare gli sforzi, anche tramite la cooperazione allo sviluppo italiana”.
“L’Italia è pronta a collaborare con la Siria anche in settori cruciali come l’energia, le infrastrutture e la salute. Desideriamo estendere la cooperazione anche a livello culturale. Per esempio, ho proposto una collaborazione tra università. Il dialogo interculturale è fondamentale per la stabilità e la pace”, ha detto ancora Tajani, evidenziando che “Italia e Siria sono due paesi con una ricca storia alle spalle e condividono una comune identità mediterranea”.
Attualmente, l'Italia è l'unico Paese del G7 ad avere l'Ambasciata operativa a Damasco, sotto la direzione di Stefano Ravagnan. La struttura diplomatica di Roma era sul territorio già da prima della rivoluzione del 2011: ora, tutte le articolazioni sono dormienti, bisogna soltanto riattivarle, in un contesto che, però, è in continua evoluzione.
Anche l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) è presente in Siria da prima della caduta del regime guidato da Bashar al-Assad. Al momento, l'Ambasciata italiana in Siria funziona a metà regime: l'intenzione è quella di valorizzare pienamente la presenza italiana sul territorio siriano, un "unicum" tra i Paesi occidentali. Inoltre, in Siria c'è anche una piccola comunità di italiani, composta da poco più trecento persone, circa metà delle quali residenti a Damasco. Molti sono tornati in Italia agli inizi di dicembre, nei giorni più turbolenti della caduta del regime di Assad. Una parte significativa, circa 30 persone, è composta da membri di ong, a cui si aggiungono una ventina di esponenti di comunità religiose.
L'Ambasciata, dunque, sta ricreando la sua struttura e sta riprendendo i rapporti con le autorità locali: per esempio, l'Ambasciatore Davagnan sarà a breve al ministero della Sanità e dell’Agricoltura. Di fatto, la situazione è di attesa. Il governo di transizione dovrebbe nascere entro marzo. Sono previsti eventi come la riunione della commissione sulla Costituzione e l’avvio del censimento della diaspora.
Intanto, Al Jolani ha deciso di anticipare lo scioglimento del gruppo Hayat Tahrir al Sham, di cui era “emiro”. Si tratta di una condizione da rispettare perché il gruppo venga cancellato dalla lista delle organizzazioni terroristiche, che ancora oggi rendono difficilissimi i contatti con molti partner necessari per la ricostruzione della Siria. Stando alle nuove autorità, le elezioni dovrebbero tenersi non prima dei prossimi quattro anni. “Noi siamo lì perché vogliamo incoraggiare un cambiamento e rafforzare la stabilità”, ha commentato Tajani.
Per adesso, non è ancora possibile parlare di ricostruzione della Siria, a causa delle sanzioni, ma l'Occidente sta valutando la possibilità di rimuoverle. “È cambiata la situazione” e bisogna vedere “se può cambiare anche l’atteggiamento dell’Unione europea”, ha detto Tajani. “È un tema che, secondo me, va affrontato perché non c’è più Assad, c’è una nuova situazione e credo che i segnali incoraggianti che arrivano devono essere ulteriormente incoraggiati”, ha evidenziato il Ministro. “Ne parleremo anche con Kallas e i nostri interlocutori a Bruxelles ma certamente noi italiani siamo stati i primi ad accendere i riflettori sull’importanza della Siria, sulla situazione siriana (…) quindi siamo interessati e intenzionati a fare dei passi in avanti”, ha continuato il Vicepremier.