UniRai, ”Ecco come vediamo il futuro della TGR e delle redazioni regionali”.
Sul futuro delle redazioni regionali della Rai, la nuova Associazione Unirai ha le idee ben chiare, e il programma che giovedì 30 novembre sarà ufficialmente presentato a Roma per sancire la nascita di Unirai è completo e reale.
di Pino Nano
Giovedì 23 Novembre 2023
Roma - 23 nov 2023 (Prima Pagina News)
Sul futuro delle redazioni regionali della Rai, la nuova Associazione Unirai ha le idee ben chiare, e il programma che giovedì 30 novembre sarà ufficialmente presentato a Roma per sancire la nascita di Unirai è completo e reale.

La premessa da cui partono i vertici di Unirai nell’affrontare uno dei “casi” più delicati della vita aziendale, quello delle redazioni regionali della TGR -la testata guidata oggi da Alessandro Casarin che in RAI ha il record di essere il direttore più longevo  di una redazione giornalistica- è più che articolata e matura. Appare infatti evidente che senza un quadro definito delle risorse a disposizione nessun interlocutore, in questo momento, sarebbe in grado di offrire certezze a una platea così ampia di giornalisti. Nei prossimi mesi sarà quindi fondamentale sia ribadire all'azienda l'importanza di questa vertenza, sia ascoltare le istanze provenienti dai colleghi con spirito costruttivo ma senza demagogia.

Da dove partire dunque?

Dall’accesso alla selezione -spiegano i vertici di UniRai (Elisabetta Abbate, Maurizio Colantoni, Sergio De Nicola, Giulia Di Stefano, Stefano Fumagalli, Antonella Gurrieri, Virginia Lozito, Francesco Palese, Antonio Ranalli, Omar Reda, Andrea Romoli e Sara Verta) - che dovrà essere garantito al maggior numero di colleghi, sulla base dei principi dell’inclusione e della meritocrazia.

“Le sedi regionali della Rai devono tornare a essere uno dei pilastri dell’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo.Le risorse stanziate vanno considerate come investimenti per migliorare il prodotto complessivo della Rai e non come una spesa da contenere il più possibile”.

Per il progetto di UniRai anche le sedi devono avere a disposizione risorse certe.

”Bisogna evitare gli sprechi ma, al tempo stesso, si deve invertire la progressiva riduzione di fondi che sta impoverendo l’offerta informativa. Il racconto dei territori va fatto dai territori e non dalle redazioni. I giornalisti devono essere messi nelle condizioni di poter raccontare i fatti, le storie, gli eventi nei luoghi in cui questi accadono”.

Il passaggio di maggiore novità rispetto al passato sta proprio qui, nel voler ridisegnare la fisionomia stessa della TGR.

Per UniRai “Va ridotta la gestione centralistica della Tgr favorendo una maggiore autonomia decisionale delle redazioni periferiche, partendo dai Centri di Produzione e proseguendo sino alle più piccole redazioni. È necessario un confronto sulla reintroduzione della terza edizione dei telegiornali e va resa più agevole la possibilità di produrre fuori spazi, su diffusione regionale, riguardanti eventi distintivi delle varie comunità regionali. Vanno assicurati ai giornalisti della Tgr, in base alle rispettive attitudini e inclinazioni, percorsi di crescita professionale che includano, oltre alle collaborazioni per le rubriche nazionali della Tgr, anche collaborazioni per le rubriche di altre testate giornalistiche della Rai e distacchi in altre redazioni regionali o nazionali”.

Difesa ad oltranza dunque -pare di capire dal programma UniRai-del ruolo stesso dei giornalisti delle sedi regionali che in occasioni di eventi nazionali, vanno coinvolti con criteri trasparenti e basati su merito e competenze. Stessi criteri di competenza e merito che vanno assicurati in caso di promozioni, con rispetto rigoroso di quanto previsto dalla carta dei diritti e dei doveri del giornalista radiotelevisivo del servizio pubblico.

Naturalmente quando si parla di TGR si parla di organici e il confronto sul tema degli organici, già avviato dall'azienda con le organizzazioni sindacali esistenti e i comitati di redazione, per i vertici di UniRai deve arrivare necessariamente a una svolta. Le testate nazionali lamentano carenze che a volte rendono difficile la copertura dei turni redazionali e obbligano i colleghi a rinunciare a ferie e riposi. Tali dinamiche impattano negativamente sulla qualità sia del prodotto sia della vita dei lavoratori.

Nei prossimi mesi inoltre – sottolinea il programma UniRai- altri pensionamenti interesseranno tutte le testate nazionali e la Tgr. Gli organici di quest'ultima, fissati dagli accordi sottoscritti nel 2019 e nel 2022, presentano già disallineamenti. UniRai stimolerà l'azienda affinché avvii quanto prima una nuova selezione pubblica che consenta di colmare i numerosi vuoti e di sbloccare la mobilità interna. Mobilità che, parallelamente, dovrà prevedere meccanismi più agili rispetto agli attuali.

Quanto basta, insomma, per immaginare che in Rai sia già in atto un processo di riflessione e di rivalutazione dei concetti di merito e di trasparenza che non sempre ci sono stati, e che la nascente UniRai sembra voler rimarcare e fare propri per via di un DNA comune a questi principi. Solo il futuro ci dirà se tutto questo sarà vero. (2-Segue)


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