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Il Commissario Straordinario e AD di SIMICO Fabio Massimo Saldini fa il punto sulle 98 opere da 3,4 miliardi: dalla Variante Zero di Cortina ai collaudi scaglionati, dai test-event alla strategia per accelerare bandi e cantieri, con focus su legalità, trasparenza e gestione dei flussi verso i Giochi di Milano Cortina 2026.
Il Commissario Straordinario e AD di SIMICO Fabio Massimo Saldini fa il punto sulle 98 opere da 3,4 miliardi: dalla Variante Zero di Cortina ai collaudi scaglionati, dai test-event alla strategia per accelerare bandi e cantieri, con focus su legalità, trasparenza e gestione dei flussi verso i Giochi di Milano Cortina 2026.
Il conto alla rovescia è ormai nella sua fase finale: i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 entrano nel vivo già dal 4 febbraio, con cerimonia di apertura il 6 febbraio e chiusura il 22 febbraio 2026. In questo scenario, ogni giorno pesa come un “ultimo miglio”: non si parla più di programmazione a lungo termine, ma di consegne, collaudi e piena operatività delle opere che devono reggere flussi, sicurezza e organizzazione durante l’evento.
In questa intervista, Fabio Massimo Saldini – Architetto, Commissario Straordinario del Governo e Amministratore Delegato di SIMICO (Società Infrastrutture Milano Cortina 2026) – spiega qual è stato il cambio di metodo che ha consentito di accelerare e quale risultato considera più rappresentativo in queste settimane decisive. Dalla Variante Zero di Cortina ai cantieri in consegna, dai rischi tipici dell’ultima fase (varianti, forniture, certificazioni) fino alle opere più osservate come la funivia di Socrepes, l’obiettivo è uno solo: arrivare ai Giochi con tempi certi, responsabilità chiare e qualità verificabile.
Commissario Saldini, in questi mesi SIMICO ha accelerato su più fronti: qual è il risultato di cui va più orgoglioso, e qual è stato il cambio di metodo che l’ha reso possibile?
“Il risultato di cui vado più orgoglioso è aver riportato certezza: certezza dei tempi, delle responsabilità e delle decisioni. Il cambio di metodo è stato netto: programmazione serrata, decisioni rapide e presidio quotidiano dei cantieri. Abbiamo ridotto i passaggi inutili, chiarito chi decide cosa e quando, e affiancato le imprese con una struttura tecnica che risolve i problemi prima che diventino ritardi. Tutto grazie a una squadra entusiasta, capace e che ha saputo interpretare il ruolo di servizio al Paese e al sostegno diretto e costante da parte del Governo”.
Se dovesse riassumere in tre parole il suo approccio da Commissario alle infrastrutture olimpiche, quali sceglierebbe?
“In sole tre parole direi senza dubbio: rispetto di tempi, costi e qualità.”
Partiamo dalle opere già concluse: la Variante Zero di Cortina è spesso citata come un tassello decisivo. Che cosa ha sbloccato davvero, e quali benefici misurabili sta già producendo su traffico e sicurezza?
“Ha sbloccato il nodo principale: togliere traffico di attraversamento dal centro di Cortina d’Ampezzo. I benefici sono già evidenti: riduzione dei flussi pesanti, maggiore regolarità della circolazione e un miglioramento misurabile della sicurezza stradale, soprattutto nei periodi di punta come sono queste festività natalizie”.
Quali sono le principali lezioni apprese da un’opera completata come questa, che ora state replicando sugli altri cantieri?
“Su ogni cantiere ci deve essere un rapporto con la comunità, con l’impresa e un monitoraggio costante dello stato di avanzamento del cronoprogramma. Proprio sulla Variante del Lotto 0 abbiamo cambiato, in corsa, la ditta che svolgeva i lavori, senza però intaccare la consegna dell’opera”.
Esiste un “pacchetto” di interventi che può già considerare chiuso e collaudato, e qual è il prossimo obiettivo di chiusura da qui a pochi mesi?
“Tutte quelle sportive, come ho sempre ribadito, saranno pronte per i Giochi. Il prossimo obiettivo è la chiusura di un secondo gruppo di interventi sulla mobilità locale e sugli accessi, con collaudi progressivi nei prossimi mesi, come già previsto da DPCM e cronoprogrammi”.
Quali opere sono oggi in fase di consegna e quali hanno già una data-obiettivo per collaudi e messa in esercizio?
“Abbiamo diverse opere in fase di ultimazione e altre con date-obiettivo già fissate per collaudi e messa in esercizio tra quest’anno e l’inizio del prossimo. Il principio è non arrivare mai “tutti insieme alla fine”, ma scaglionare”.
Sui cantieri che stanno per essere consegnati, quali sono i rischi tipici dell’ultimo miglio e come li state prevenendo?
“I rischi sono sempre gli stessi: varianti, forniture e certificazioni. Li preveniamo con verifiche anticipate, fornitori già validati e un presidio tecnico-amministrativo costante. Un lavoro enorme, che svolgiamo tutti i giorni e senza sosta”.
Quanto contano i test-event nel vostro cronoprogramma?
“Contano moltissimo. Le strutture chiave devono essere pronte con largo anticipo per testare flussi, sicurezza e gestione operativa. I test-event sono parte integrante del progetto, non un’aggiunta. Nello Sliding Centre di Cortina, opera icona realizzata in 300 giorni, quando nessuno al mondo lo avrebbe mai creduto possibile, addirittura abbiamo fatto un pre-omologazione: il confronto con gli atleti e gli esperti del settore ha sicuramente aiutato nel perfezionare i dettagli in un’ottica di sicurezza, in primis, poi tecnologica ed estetica”.
Veniamo alle nuove opere che SIMICO sta per bandire: quali sono le più importanti in uscita, e quali criteri avete usato per definire l’ordine di priorità?
“Le priorità sono state definite su tre criteri: criticità per i Giochi, tempi di realizzazione e impatto sul territorio. Prima le opere funzionali all’evento sportivo, poi quelle migliorative. Come d’altronde sempre indicato dalla Legge Olimpica del 2020. Preciso, inoltre, che non è SIMICO a dettare i cronoprogrammi, ma un Dpcm nel quale sono elencate opere, fonti di finanziamento e tempistiche. Noi ci dobbiamo attenere a quello per esperire i nostri compiti”.
Che cosa cambierà nei prossimi bandi rispetto a quelli già fatti?
“Legalità e trasparenza sono sempre stati i nostri capisaldi, per cui procediamo lungo queste due direttrici apprezzate dagli organismi di controllo e sicurezza che governano il Paese e non solo”.
Come state lavorando per garantire concorrenza reale e al tempo stesso tempi rapidi?
“Con bandi chiari, basi d’asta realistiche, dialogo con il mercato e strumenti che riducono il rischio di gare deserte o ribassi insostenibili”.
Quali tempi vi date, da bando a cantiere, sulle opere più urgenti?
“Una forbice realistica oggi è alcuni mesi, non anni. Dipende dalla complessità, ma l’obiettivo è comprimere al massimo senza sacrificare qualità e legalità”.
Quali numeri può mettere sul tavolo oggi?
“SIMICO gestisce 98 opere di cui 57 infrastrutturali e 41 sportive per un valore di 3,4 miliardi di euro. La maggior parte dei lavori riguarda la legacy, ossia l'eredità per tutte le comunità e le persone che vivono e visiteranno le zone dei Giochi, circa 22 mila m2 di territorio del Nord Italia”.
Che tipo di controllo state esercitando sui tempi?
“Abbiamo un monitoraggio puntuale, opera per opera, con indicatori chiari su tempi, costi e criticità. I dati guidano le decisioni”.
Quando emerge un problema in un cantiere, qual è la catena decisionale?
“È corta. Il problema sale immediatamente, si decide in tempi rapidi e si usano tutte le leve contrattuali e organizzative per rimettere l’opera in linea”.
Il tema più delicato è la funivia di Socrepes: che punto siamo e quali scenari avete preparato?
“Stiamo lavorando, abbiamo le autorizzazioni di Ansfisa e ad ora non risultano situazioni che possano impedire la consegna dell'opera entro i Giochi”.
In parallelo alla partita legale, quale canale di ascolto avete con residenti e comitati?
“Ascoltiamo tutti, distinguendo osservazioni tecniche, che analizziamo nel merito, da posizioni pregiudiziali, che rispettiamo ma che non possono bloccare un’opera strategica”.
Se dovesse rassicurare i cittadini su un aspetto specifico di quell’opera, quale sceglierebbe?
“Direi sicurezza e gestione dei flussi: l’opera è progettata con standard elevatissimi e con benefici concreti sulla mobilità”.
Al di là dei cantieri, qual è oggi il rischio operativo più grande per i Giochi? In caso di criticità su mobilità e flussi, quali soluzioni avete già pronte?
“La gestione dei flussi è affidata a Fondazione Milano Cortina e sono certo che nulla sarà improvvisato”.
Come state integrando ordine pubblico e protezione civile?
“Il dialogo costante si è fatto ancora più profondo e grazie alla firma del Protocollo di Legalità con la Struttura Antimafia del Ministero dell’Interno. Abbiamo costruito una piattaforma di accesso ad ogni tipo di dato sensibile, grazie a quattro tipologie di intelligenza artificiale, che possono consultare, in tempo reale, tutte le maggiori autorità dalla DIA al Gico, alle Prefetture locali. Strumenti grazie ai quali sono state emanante numerose interdittive, bloccate infiltrazioni criminali e addirittura arrestate persone che hanno provato a inserire negli appalti delle olimpiadi”.
Qual è la sua “data spartiacque”?
“I Giochi, durante i quali vedremo buona parte del frutto del nostro lavoro e questo ci darà la carica per affrontare tutto il resto dei cantieri”.
Che impegno prende con il territorio?
“Un impegno di trasparenza costante: aggiornamenti periodici e pubblici sullo stato delle opere, sui tempi e sulle criticità, opera per opera. È un dovere verso i cittadini e verso il Paese. Lo abbiamo fatto con un progetto “Open Milano Cortina 2026”, coordinato con le associazioni ambientaliste, che loro stesse hanno considerato "unico nel suo genere". Si può, in qualsiasi momento accedere al nostro sito web e consultare, in tempo reale lo stato di avanzamento, le procedure, le notizie stampa relative ad ogni singolo cantiere. Inoltre, una cosa di cui vado particolarmente fiero è che ogni infrastruttura è stata progettata e costruita secondo i criteri di accessibilità universale - vedi la riqualificazione dell'Arena di Verona - e questo, personalmente, se mi permette, è un atto di civiltà che mi rende particolarmente orgoglioso”.