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Parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni allo schema di decreto del Mit che ripartisce più di 21 milioni di euro del fondo speciale per l’eliminazione delle barriere architettoniche: risorse alle Regioni in base ai fabbisogni.
Parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni allo schema di decreto del Mit che ripartisce più di 21 milioni di euro del fondo speciale per l’eliminazione delle barriere architettoniche: risorse alle Regioni in base ai fabbisogni.
Nuovo passo avanti sul fronte dell’accessibilità: è arrivato il parere favorevole della Conferenza Stato‑Regioni allo schema di decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la ripartizione delle risorse del fondo speciale destinato all’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Il provvedimento mette a disposizione oltre 21 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere interventi concreti che migliorino l’autonomia delle persone e rendano più fruibili le abitazioni. Il tema riguarda da vicino non solo le persone con disabilità, ma anche anziani e cittadini con ridotta mobilità temporanea, con ricadute dirette sulla qualità della vita.
Le risorse, stanziate sul fondo istituito presso il Mit, verranno ripartite tra le Regioni sulla base dei fabbisogni comunicati dalle amministrazioni territoriali. In sostanza, il criterio di distribuzione mira a collegare i finanziamenti alle richieste effettive, così da orientare il fondo dove la domanda di interventi risulta più alta.
Questo passaggio è cruciale perché consente di trasformare uno stanziamento nazionale in misure operative sui territori, accelerando la capacità di risposta su lavori spesso urgenti: rampe e servoscala, adeguamenti di ascensori, accessi condominiali, eliminazione di dislivelli e percorsi interni più sicuri.
Secondo il sottosegretario al Mit Tullio Ferrante, il parere favorevole rappresenta un avanzamento concreto a favore dell’inclusione sociale. L’impostazione è quella di considerare l’accessibilità come un investimento pubblico strutturale, capace di incidere su benessere, dignità e autonomia delle persone.
Il messaggio politico è chiaro: intervenire sulle barriere architettoniche non è un tema “di nicchia”, ma un elemento di modernizzazione del Paese. In quest’ottica, l’accessibilità viene letta come parte integrante delle politiche infrastrutturali, al pari di manutenzione e sicurezza del costruito.
Quando si parla di edifici privati, la rimozione delle barriere architettoniche riguarda spesso spazi condominiali e parti comuni, dove una singola criticità può rendere difficile o impossibile l’accesso a casa. I fondi dedicati possono facilitare interventi che hanno un impatto immediato sulla vita quotidiana, riducendo dipendenza da assistenza esterna e migliorando la sicurezza negli spostamenti.
La ripartizione alle Regioni, una volta attuata, potrà tradursi in bandi, scorrimenti di graduatorie o rifinanziamenti di misure locali, a seconda degli strumenti scelti dai singoli territori. La sfida sarà garantire tempi certi, procedure snelle e una comunicazione chiara ai cittadini interessati.