Brexit, Coldiretti/Filiera Italia: bene intesa, ma non abbassare la guardia su sicurezza alimentare

Export cibo italiano in Uk vale 4,8 miliardi nonostante le difficoltà burocratiche e logistiche.

(Prima Pagina News)
Martedì 20 Maggio 2025
Roma - 20 mag 2025 (Prima Pagina News)

Export cibo italiano in Uk vale 4,8 miliardi nonostante le difficoltà burocratiche e logistiche.

L’intesa raggiunta da Ue e Gran Bretagna sulla Brexit è positiva per l’agroalimentare Made in Italy, a patto però di garantire un allineamento dinamico delle regole, non abbassando la guardia sulla sicurezza alimentare.

E’ quanto affermano Coldiretti e Filiera Italia nel commentare l’accordo tra Unione Europea e Regno Unito sul riavvicinamento che prevede patto su sicurezza e difesa, allineamento in materia veterinaria e di pesca per ridurre le barriere nel commercio agroalimentare e mobilità giovanile.

La Brexit non ha fermato le esportazioni di cibo Made in Italy in Uk, con le vendite che hanno raggiunto nel 2024 il valore record di 4,8 miliardi di euro, di cui il vino rappresenta la prima voce con 875 milioni di euro, seguito dal dolciario con 643 milioni, la trasformazione ortaggi (es. derivati del pomodoro) con 568 milioni, dalla pasta con 468 milioni e dalle carni lavorate e salumi con 228 milioni.

Ma l’uscita degli inglesi dalla Ue ha creato comunque – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia –non poche difficoltà alle imprese del settore a livello doganale, rendendo più complicate le spedizioni.

Difficoltà che l’intesa potrebbe risolvere, ma sarà importante che i controlli non siano cancellati, assicurando garanzie sul fatto che dalla Gran Bretagna arriveranno sul mercato comunitario esclusivamente prodotti conformi, considerati gli accordi commerciali che Londra ha già stipulato con gli Stati Uniti.

Il pericolo – avvertono Coldiretti e Filiera Italia –è che sui mercati europei possano arrivare prodotti alimentari non conformi alle regole vigenti nella Ue, alimentando una concorrenza sleale che finirebbe per danneggiare produttori agricoli e consumatori, con il mancato rispetto del principio di reciprocità.


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