Gaza: Israele inizia nuova fase dell'operazione di terra
Le Idf hanno preso il controllo del versante occidentale di Gaza City.
(Prima Pagina News)
Giovedì 16 Novembre 2023
Roma - 16 nov 2023 (Prima Pagina News)
Le Idf hanno preso il controllo del versante occidentale di Gaza City.
Non si ferma l'attacco israeliano lungo la Striscia di Gaza, in reazione all'incursione di Hamas di 41 giorni fa, in cui sono morte oltre 1.200 persone.

Le Forze di Difesa di Israele (Idf) hanno posto sotto il loro controllo la parte occidentale di Gaza City, il più importante centro abitato della Striscia, e dato il via ad una nuova fase dell'operazione militare via terra. Il Ministro della Difesa di Tel Aviv, Yoav Gallant, ha reso noto che, dopo aver conquistato l'Ospedale Al-Shifa, nel Nord, i nuovi obiettivi dei militari israeliani potrebbero spostarsi a Sud della Striscia. Precedentemente, sono stati lanciati alcuni biglietti, in cui si richiedeva alla popolazione di Khan Younis di lasciare le proprie case.

Nel frattempo, le Idf hanno fatto sapere di aver trovato, all'interno dell'ospedale di Al-Shifa, materiale tecnologico e di intelligence appartenente ad Hamas, oltre a computer contenenti documenti sugli ostaggi.

Prima dell'irruzione nell'ospedale, le Forze di Difesa israeliane credevano che dentro ci fossero dei terroristi e alcuni ostaggi.

Il porto di Gaza è sotto il controllo della Brigata corazzata 188 e dell’unità navale 13: secondo quanto fanno sapere i militari, sono state distrutte dieci condotte che portavano ai tunnel sotterranei, quattro strutture utilizzate dai fondamentalisti di Hamas, e dieci presunti terroristi sono morti. Gli edifici della zona sono stati fatti sgomberare.

Inoltre, le Idf hanno trovato alcuni razzi all'interno della camera di una ragazza a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza: su X, i militari hanno mostrato il ritrovamento tramite foto e video. In quella stessa casa, sono stati trovati anche armi e materiale esplosivo.

Da una registrazione audio diffusa dalle Idf, inoltre, emerge un colloquio tra due terroristi della Jihad islamica, su come trasportare armi dentro un passeggino.

Visto l'aggravamento delle condizioni umanitarie negli ospedali della Striscia, e data la mancanza di fonti di alimentazione, le più importanti società di telecomunicazioni dell'area, Paltel e Jawwal, hanno fatto sapere che interromperanno i servizi di telecomunicazione.

Dal canto suo, la Mezzaluna Rossa ha reso noto che l'Esercito israeliano ha circondato l'ospedale Al Ahli, attaccandolo “e impedendo al personale sanitario di muoversi per raggiungere i feriti”.

Il direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha segnalato il "tentativo deliberato" da parte di Israele "di strangolare" le operazioni del suo ufficio in zona: “Credo che ci sia un tentativo deliberato di strangolare la nostra operazione e paralizzare quella dell’Unrwa”, ha detto, per poi avvisare che le attività dell'agenzia potrebbero fermarsi per mancanza di carburante. “È oltraggioso costringere un’organizzazione umanitaria a chiedere l’elemosina per questo bene essenziale”, ha continuato Lazzarini.

Sono 11.660, invece, i morti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania dal 7 ottobre. Stando a quanto fa sapere il Ministero della Salute dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) in un comunicato, i feriti sono 32 mila. In particolare, nella Striscia di Gaza sono morte 11.470 persone, tra cui 4.707 bambini, 3.155 donne e 686 anziani, mentre i feriti sono all'incirca 29 mila. Tra i morti ci sono anche 203 operatori sanitari e 36 membri della Protezione Civile.

Inoltre, prosegue il Ministero, all'ospedale Al-Shifa sono morti 40 pazienti, tra cui 3 bambini nati prematuri, e il personale medico “non può spostarsi liberamente tra i dipartimenti e gli edifici”. Tra gli ospedali che possono ricevere i feriti nel Nord della Striscia, prosegue il Dicastero della Sanità, solo uno è funzionante: quello di Al Ahli a Gaza City, che sta ricevendo pazienti. Altre 18 strutture, invece, sono state chiuse e fatte evacuare.

E' ancora elevata la tensione in Cisgiordania, dove c'è stato un attentato a un posto di blocco a sud di Gerusalemme, rivendicato da Hamas, in cui è morto almeno un soldato israeliano. Le Idf hanno confermato che a perdere la vita è stato il caporale Avraham Fetena, 20 anni, proveniente da Haifa. E' morto per le ferite rimediate. L'attentato è stato portato a termine da tre persone, che sono state uccise. Stando al quotidiano “Haaretz”, gli aggressori sarebbero giunti al posto di blocco in auto.

L'ipotesi è che volessero compiere un attentato nella città di Gerusalemme, ma sono stati bloccati e hanno sparato ai militari lì stanziati. La polizia israeliana ha reso noto che gli attentatori hanno aperto il fuoco utilizzando due pistole e un fucile M-16.

Non si fermano neppure gli scontri nel Nord di Israele: dall'inizio del conflitto, i raid di Tel Aviv hanno ucciso almeno 76 membri di Hezbollah, il movimento libanese sciita e filorianiano. Proprio Hezbollah, su Telegram, ha reso noto di aver colpito alcune postazioni israeliane lungo la Linea Blu (il confine tra Israele e Libano), mentre Tel Aviv ha reagito bombardando le periferie delle città libanesi di Kfarkela, Odaisseh, Markaba, Mais Al Jabal, Aitaroun, e altri villaggi.

Secondo quanto riferisce l'emittente televisiva Al Manar, vicina ad Hezbollah, le colline di Chabate e Alwane, situate nelle alture di Karchouba, sono state colpite da bombe al fosforo, mentre un missile ha colpito le valli di Al Khiam e Al Wazzani.

Dal punto di vista della diplomazia, intanto, non si fermano le trattative per giungere alla liberazione degli ostaggi israeliani presi da Hamas. Inoltre, l'Alto Rappresentante Europeo per la Politica Estera, Josep Borrell, si è recato in visita in Israele. Tel Aviv, ha riaffermato Borrell, “non deve lasciarsi accecare dalla rabbia”, in quanto “un orrore non ne giustifica un altro”.

Il capo della diplomazia europea ha incontrato il Ministro israeliano degli Esteri, Elli Cohen, con cui si è recato in visita al kibbutz Be’eri, assaltato da Hamas il 7 ottobre scorso. Borrell ha chiesto “l’immediato e incondizionato rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza”, oltre ad esortare a fornire le attrezzature indispensabili per gli ospedali della Striscia, mentre Cohen ha sottolineato che c'è bisogno di unità “per liberare Gaza da Hamas, per la sicurezza di Israele, per la gente che vive a Gaza e per il mondo intero, altrimenti l’Europa sarà la prossima”.

Secondo Cohen, “c’è un solo responsabile per il massacro del 7 ottobre, per quello che è accaduto dopo e per la sofferenza di quelli che vivono nella Striscia di Gaza: Hamas, con il sostegno dell’Iran”.

“Il 7 ottobre è stato un giorno tragico per Israele. Oltre 300 terroristi sono entrati in Israele per uccidere oltre 1.400 persone. C’è un neonato di 9 mesi tra gli ostaggi”, ha continuato il Ministro israeliano, per poi concludere dicendo che i membri di Hamas e della Jihad islamica “sono mostri, non sono esseri umani”.

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