Genova: 6 anni fa il crollo del Ponte Morandi. Mattarella: "Accertare definitivamente le responsabilità"

Meloni: "Ora fare giustizia".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 14 Agosto 2024
Genova - 14 ago 2024 (Prima Pagina News)

Meloni: "Ora fare giustizia".

Sono passati 6 anni da quel 14 agosto 2018, quando, alle 11.36, il Ponte Morandi di Genova crollò tra le pile 8 e 10, ponendo fine alla vita di 43 persone e distruggendo due quartieri. La tragedia, che i familiari delle vittime non potranno mai dimenticare, ha messo in luce la questione legata alla manutenzione delle infrastrutture. Oggi, la città di Genova commemora la tragedia, mentre l'11 settembre ricomincia il maxiprocesso, che vede 58 persone sul banco degli imputati.

“Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del Ponte Morandi, a Genova. Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese. Le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l’efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia: il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce, infatti, attenuante per quanto accaduto”.

Lo scrive il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Sindaco di Genova, Marco Bucci.

“In questa giornata di cordoglio e di memoria la Repubblica esprime vicinanza ai familiari delle 43 vittime, unitamente a un profondo sentimento di solidarietà alla Città”, prosegue Mattarella.

“Memoria, rinascita, giustizia. Sono trascorsi sei anni dalla catastrofe del crollo del Ponte Morandi, che il 14 agosto 2018 ha sconvolto Genova, la Liguria e la Nazione intera – evidenzia la premier, Giorgia Meloni -. Oggi onoriamo le 43 vittime di quella tragedia e ci stringiamo, con la mente e con il cuore, ai loro famigliari e ai loro cari.

Oggi ci sentiamo un po’ tutti genovesi, figli di una città fiera e orgogliosa che è stata moralmente piegata e fisicamente spezzata in due, ma che da allora ha saputo anche rialzarsi e andare avanti. Genova è rinata, più forte e più caparbia di prima – continua -. Il Ponte San Giorgio, la cui costruzione ha segnato un modello di efficienza, innovazione e capacità ingegneristica, è uno dei simboli più potenti di questo nuovo corso.

Ma quel Ponte ricorda alla Nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta. Fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario. Rinnoviamo l’auspicio che l’iter giudiziario possa concludersi nel più breve tempo possibile perché Genova, la Liguria e l’Italia aspettano di conoscere la verità processuale su ciò che è accaduto”, conclude la premier.


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