Gran Bretagna: via libera al diritto di voto per i 16enni

Il progetto di legge è stato presentato oggi dalla sottosegretaria Rushanara Ali, delegata per i dossier relativi alla Democrazia, ai Diritti e ai Senzatetto.

(Prima Pagina News)
Giovedì 17 Luglio 2025
Roma - 17 lug 2025 (Prima Pagina News)

Il progetto di legge è stato presentato oggi dalla sottosegretaria Rushanara Ali, delegata per i dossier relativi alla Democrazia, ai Diritti e ai Senzatetto.

Il governo laburista inglese, guidato da Keir Starmer, ha annunciato stamani, presentando un apposito progetto di legge, che il Regno Unito allargherà il diritto di voto ai 16enni e ai 17enni.

La riforma era parte del programma elettorale del Labour Party, che, in questo modo, spera di poter recuperare il consenso tra i giovanissimi, che negli ultimi sondaggi era in calo.

La riforma, stando alle intenzioni del governo, sarà in vigore a partire dalle prossime elezioni politiche britanniche, in calendario nel 2029, salvo anticipi. Inoltre, uniforma il contesto nazionale a quello della Scozia e del Galles, dove gli over 16 hanno già diritto di voto alle elezioni locali.

Questa è la novità più importante in materia dal 1969, cioè da quando il governo laburista di Harold Wilson abbassò l'età legale per votare da 21 a 18 anni.

Il progetto di legge è stato presentato stamani dalla sottosegretaria incaricata dei dossier sulla Democrazia, sui Diritti e sui Senzatetto, Rushanara Ali: "A 16 anni i giovani possono lavorare nel nostro Paese, pagare le tasse e anche arruolarsi nell'esercito", ha evidenziato. "Quindi non c'è ragione per la quale da quell'età non debbano dire la loro su chi governa" il Regno Unito.

Il progetto di legge prevede anche una facilitazione sui documenti utilizzabili per votare, dopo l'introduzione dell'obbligo di esibire ai seggi un "ID", voluto dai precedenti governi conservatori, esibendo semplici carte bancarie con foto e una diffusione più ampia della registrazione automatica online nelle liste elettorali. Prevede anche un'annunciata stretta sulle donazioni ai partiti da parte di soggetti che non siano britannici, in modo da limitare il rischio di tentativi "d'interferenza straniera" nella democrazia del Regno Unito.


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