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Nel messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’elogio incondizionato di cosa è stata la radio in questo Paese.
Nel messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’elogio incondizionato di cosa è stata la radio in questo Paese.
Parte da una premessa storica il Presidente Sergio Mattarella per raccontare i 100 anni della Radio:”Il 6 ottobre del 1924 dalla stazione di Roma dell’Unione Radiofonica Italiana si diffuse nell’etere il primo programma quotidiano di trasmissioni radiofoniche in Italia. Un secolo di imponenti trasformazioni politiche, sociali, tecnologiche è trascorso da quelle pioneristiche trasmissioni”.
Ma perché la radio, e poi dopo la televisione, sono oggi così amate dagli italiani?
Perché con la nascita della Repubblica – spiega il Capo dello Stato- la radio e, successivamente, la televisione, “divennero un pilastro della costruzione civile e democratica del nostro Paese, diffondendo il pluralismo, promuovendo il dialogo e la partecipazione, trasmettendo alfabetizzazione e cultura”.
Sergio Mattarella lo spiega in una battuta: “Il lessico della televisione contribuì alla nascita della lingua italiana moderna, agevolando la formazione di una comunità linguistica e di valori condivisi, in cui tutti gli Italiani potevano riconoscersi”.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima, ma oggi- aggiunge il Presidente della Repubblica-, la Rai, “erede di una storia di così grande rilievo, si misura con altre sfide, in un contesto caratterizzato dal pluralismo delle emittenti televisive, dalle piattaforme digitali e dai social, in cui la Rai continua ad avere come missione quella di operare per la promozione della libera informazione e della cultura”.
Per il Capo dello Stato, oggi la RAI è tantissime cose insieme: “Indipendenza, autorevolezza, pluralità delle opinioni, originalità, professionalità, innovazione, queste le doti che hanno permesso all’azienda, negli anni, di raggiungere prestigiosi risultati e di diventare voce affidabile e ascoltata nel panorama editoriale italiano e uno dei maggiori centri di produzione e diffusione dell’arte e della cultura”.
Guai a pensare diversamente. “Il servizio pubblico televisivo – precisa ancora il Capo dello Stato- sa di essere al servizio esclusivo dei cittadini – in conformità al Media Information Act della Unione Europea - garantendo la pluralità delle voci, la qualità del prodotto e operando una rigorosa verifica delle fonti nel flusso delle informazioni, anche per fronteggiare quella vera e propria guerra ibrida caratterizzata dalla diffusione delle fake-news”.
Che dire di più bello?
“L’augurio che rivolgo alla Rai, ai suoi dirigenti, ai tanti che vi lavorano – conclude il messaggio del Presidente Mattarella- è di continuare a essere specchio fedele della ricchezza inestimabile della società italiana e, insieme, impulso di progresso nel solco dei valori di libertà, democrazia, giustizia, solidarietà e pace sanciti dalla Costituzione repubblicana”.