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Prandini: "Occorre incrementare il limite di spesa previsto, per arrivare ad uno stanziamento utile ad assicurare l’efficacia della misura, sostenendo un numero adeguato di investimenti".
Prandini: "Occorre incrementare il limite di spesa previsto, per arrivare ad uno stanziamento utile ad assicurare l’efficacia della misura, sostenendo un numero adeguato di investimenti".
Coldiretti e Filiera Italia presenti al tavolo di confronto convocato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) – alla presenza di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Foti, Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione – sostengono l’importanza del riconoscimento del credito di imposta 4.0 in favore delle imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli e nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Ma restano insufficienti le risorse stanziate dalla manovra di bilancio, pari a 2.100.000 euro per l’anno 2026, che consentirebbero di agevolare solo pochissimi investimenti.
“Occorre – sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – che durante l’esame del disegno di legge di bilancio in sede parlamentare venga incrementato il limite di spesa previsto, per arrivare ad uno stanziamento utile ad assicurare l’efficacia della misura, sostenendo un numero adeguato di investimenti”.
Coldiretti e Filiera Italia sottolineano anche la necessità di prorogare per il 2026 il credito d’imposta ZES agricola. Si tratta di uno strumento strategico per sostenere la crescita e la competitività dei territori ricadenti nella ZES, rafforzando il ruolo dell’agricoltura come motore di sviluppo economico, occupazionale e ambientale.
Confermata la preoccupazione per la norma che introdurrebbe dal 1° luglio 2016 il divieto di compensare i crediti d’imposta con i debiti previdenziali e contributivi, che impatterebbe negativamente sull’intero sistema produttivo del settore agricolo in quanto, aumentando l’onere per l’acquisto di nuovi macchinari, comporterebbe un arresto del processo di modernizzazione delle imprese agricole.
“Per quanto riguarda poi la transizione 5.0 che coinvolge soprattutto aziende agricole che non applicano la tassazione catastale e le industrie di trasformazione – ha dichiarato Luigi Scordamaglia Amministratore Delegato di Filiera Italia – presente all’incontro, accogliamo con favore la disponibilità del Governo a consentire alle imprese di poter ancora prenotare il credito d’imposta 5.0 (al momento solo fino al 27/11) per gli investimenti pianificati e l’estensione al 2027 dell’iperammortamento”.
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