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In circa seicento gli ospiti nel parterre che hanno applaudito alle sue cento creazioni tra le quali gli immancabili abiti trasformabili che al momento del taglio della torta si trasformano nei volumi e nelle lunghezze.
In circa seicento gli ospiti nel parterre che hanno applaudito alle sue cento creazioni tra le quali gli immancabili abiti trasformabili che al momento del taglio della torta si trasformano nei volumi e nelle lunghezze.
La straordinaria Reggia di Portici, costruita nel 1738 per volere di Carlo di Borbone re di Napoli e della moglie Maria Amalia di Sassonia come villa estiva, è stata la cornice della sfilata di Gianni Molaro che ha presentato la sua nuova collezione sposa 2026 Stupor Mundi, l’eleganza di bianco, volta al preziosismo con abiti maestosi, barocchi, geometrici con giochi di trasparenze, ricchi di rouches, tagli, corsetti steccati con scolli omerali a barca lasciando spazio alle scollature meno profonde. Ad applaudire le nuove cento proposte un parterre di circa seicento ospiti tra cui il giornalista Alessandro Cecchi Paone. Ad aprire la sfilata, con le note di sottofondo dell’Ave Maria della Callas remixata, un corteo di giovani ragazzi con coroncine sul capo, guanti bianchi, fiori in mano e pantaloni di tulle bianco che invocano la Vergine. Sulla passerella hanno sfilato le stesse modelle che sfilarono per Molaro negli anni Novanta e Duemila, oggi splendide donne over 40, fortemente volute dallo stilista per dare un messaggio di inclusione anche da parte del mondo fashion. A tal proposito Gianni Molaro dichiara: “Una donna che torma sfilare a quasi cinquant’anni è meravigliosa”.
“L’età delle spose è fortemente cambiata - dichiara Molaro - oggi la donna arriva in età adulta all’altare, preferisce avere prima una stabilità lavorativa. Una donna anche se non più ventenne o trentenne per il grande giorno, seppur dichiari di volere un abito meno tradizionale, nel suo inconscio ricerca una creazione romantica perché il sogno non ha età. Per questo motivo volevo far interpretare la nuova collezione dalle mie modelle storiche, donne di non più giovanissime, ma che sono ancora meravigliose. In passerella persino una mamma e suo figlio sfilano per me”.
I tessuti delle nuove proposte spaziano dal pizzo francese ai ricami a mano, con intagli di trasparenze. Gli abiti sono ideati per una donna sontuosa, maestosa, lirica, con una personalità forte e angelica. La palette cromatica è un trionfo del bianco nel suo più assoluto candore in contrapposizione ai colori intensi della Reggia di Portici. Le silhouette spaziano tra abiti a sirena e romantici, fiori scultura, lavorazioni in 3D. Immancabili gli abiti trasformabili leitmotiv di Molaro, creazioni che al momento del taglio della torta o durante il party si trasformano nei volumi e nelle lunghezze stupendo gli ospiti. Tra i veli, oltre al classico velo Molaro, anche quelli in pizzo, ricamati a mano o bordati di piume. Tra gli accessori numerosi guanti e manicotti. Di cristallo le sofisticate acconciatore delle modelle che coprono volutamente un solo lato del volto dando profondità e mistero.
Gianni Molaro, originario di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, apre il suo primo atelier nel 1990. Conosciuto come lo Stilista dei record per aver realizzato nel 1993 un velo di 326,70 metri e un abito da sposa di dodici metri di diametro, ma raggiunge un altro primato con l’abito più prezioso del mondo, tempestato da settemila diamanti. Nel 1999 debutta sulle passerelle dell’alta moda di Roma. Negli anni ha sempre sperimentato nuove forme e volumi, realizzando abiti scultura spesso esposti in mostre e musei di tutto il mondo. Nel 2004 presenta a Palazzo Venezia, a Roma, una collezione di dodici abiti scultura completamente dipinti a mano con una performance che rompe tutti i canoni tradizionali della sfilata. E’ stato definito dalla stampa come il profeta dell’Art Couture. Il maestro Roberto Capucci si è spesso complimentato con lui. Molaro è un artista trasversale; non solo stilista, ma anche pittore e scultore. Nel 2012 apre il suo atelier a Roma in Piazza di Spagna trasferendolo poi in Via del Babuino. Per l’occasione copre tutta la scalinata di Trinità dei Monti con tremila metri di tulle bianco. Nel 2014 ha iniziato a collaborare con la trasmissione televisiva di Rai 2 “Detto Fatto” come stilista e tutor dell’Accademia di Moda. Nel 2021 realizza la sua prima collezione di pret a porter Gianni Molaro.
La Reggia di Portici
La Reggia di Portici fu costruita nel 1738 per volere di Carlo di Borbone re di Napoli e della moglie Maria Amalia di Sassonia come villa estiva. Attualmente è anche sede universitaria della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Alla realizzazione della Reggia lavorarono ingegneri, architetti e decoratori: Medrano, Canevari, Vanvitelli, Fuga, Canart, Bonito, Re e Geri. Il sito di Portici si rivelò ben presto intriso di memorie sepolte: ad ogni scavo qualche meraviglia del passato riemergeva alla luce. I reperti, provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei, furono sistemati nelle stanze della Reggia, formando una delle raccolte più famose al mondo e dando vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e meta privilegiata del Grand Tour. Il Parco a monte e a valle della Reggia è un’affascinante immersione nella natura; lungo la sua cospicua estensione sono conservati spazi di flora mediterranea.