Musica: in uscita "Eris", il nuovo singolo delle Erisu

Il brano, disponibile da domani in radio e digitale, anticipa l'uscita dell'Ep "Heavy Goddesses".

(Prima Pagina News)
Giovedì 13 Giugno 2024
Roma - 13 giu 2024 (Prima Pagina News)

Il brano, disponibile da domani in radio e digitale, anticipa l'uscita dell'Ep "Heavy Goddesses".

Da venerdì 14 giugno 2024 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Eris”, il nuovo singolo del gruppo Erisu, che anticipa l'uscita del nuovo Ep “Heavy Goddesses”.

Il brano “Eris” è un inno alla dea Eris, prepotente come un urlo di guerra, ma delicato a tratti. Nasce come seconda collaborazione tra Erisu e Steve Sylvester, leader dei Death SS, gruppo heavy metal storico noto in tutto il mondo per essere stato tra i pionieri del filone Horror Metal, cui si sono ispirati, per loro stessa ammissione, gruppi di fama mondiale come i Ghost, Rob Zombie e molti altri.

La canzone, scritta da Steve Sylvester (producer anche del singolo) e da Andy Panigada, memoria storica del metal italiano e mondiale, già membro di gruppi di culto come i Bulldozer, rappresenta un'ulteriore raffinazione del suono di Erisu, che continua ad evolversi avvalendosi dell’esperienza e della perizia dei membri dei Death SS, che interpretano la base musicale del brano.

Le Erisu sviluppano ulteriormente i temi delle armonizzazioni vocali, talvolta anche estreme, con ulteriori sperimentazioni nell’utilizzo del canto lirico su sonorità prettamente rock metal, magistralmente suonate da musicisti considerati veri mostri sacri del genere.

Spiega la band a proposito del brano: "Per noi, il brano “Eris” rappresenta una liberazione, il nostro grido di battaglia. Questa collaborazione nata con Steve Sylvester dei Death SS è un onore immenso. La perizia e l'esperienza dei musicisti di Death SS che hanno suonato nell’ Ep hanno portato il nostro suono a un nuovo livello, qualcosa che non avremmo mai osato sperare e concepire. “ERIS” è l’evoluzione che ci permette di sperimentare nuovi approcci vocali e intrecci tra canto lirico su basi rock metal. Collaborare con figure leggendarie come Steve Sylvester e Andy Panigada (Bulldozer) è stata un'esperienza che ha arricchito profondamente il nostro approccio al fare musica".

Nel videoclip di “Eris”, quattro dee danzano e cantano su uno sfondo bianco, accompagnate dal duro suono degli Enkidu, i proto uomini dotati di energia incontenibile non domata (musicisti con maschera e volto non visibile). Il concetto dello sfondo bianco virginale contrasta con i membri vestiti di nero, con costumi che richiamano le divinità primitive.

Le quattro personalità della dea, rappresentate dai membri del gruppo, hanno caratteri molto differenti, rappresentando le diverse sfaccettature del carattere della stessa dea.

L'atteggiamento iniziale delle dee è volutamente provocatorio e canzonatorio nei confronti del “maschile”, giocando con la loro capacità di sedurre che si rifà alle sirene, dotate di una voce incantevole e melodiosa che attirano l’ascoltatore a loro, portandolo idealmente a naufragare sugli scogli quando il brano si manifesta nella sua rudezza e appaiono gli Enkidu.

Le dee giocano con il concetto di “fascino” e la loro promessa di immortalità all'uomo, muovendosi sinuose mentre in contrapposizione scandiscono un testo che descrive Eris come una Dea terribile, quale in realtà non è, prendendosi gioco dell’ascoltatore come le dee fanno solitamente.

Per la prima volta nella storia del gruppo Erisu, nel video compaiono dei musicisti (prodromo del prossimo primo live col gruppo che rappresenterà un cambio di approccio molto forte). Mascherati e chiamati Enkidu, rappresentano il mascolino primordiale e la potenza pura non instradata che si manifesta nella base musicale molto ritmata e aggressiva. Solo il sacro femminino può dominare e plasmare questo potere magmatico e dargli forma in un brano musicale compiuto.

Man mano che il brano si sviluppa, le dee iniziano a danzare e tutto assume un senso consequenziale; l'incedere è scuro ma la presenza alternata del sacro femminino (Erisu) e del mascolino primordiale (Enkidu) dona equilibrio al brano. Il video è volutamente “senza trama” perché deve essere esclusivamente un susseguirsi liberatorio di immagini che enfatizzano il suono.


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