Strage di Casteldaccia: per i consulenti gli operai lavoravano senza protezione

"Nessuno degli operatori di Amap e Quadrifoglio, tranne forse uno, aveva avuto una specifica formazione e addestramento all'uso delle misure di sicurezza".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 13 Novembre 2024
Palermo - 13 nov 2024 (Prima Pagina News)

"Nessuno degli operatori di Amap e Quadrifoglio, tranne forse uno, aveva avuto una specifica formazione e addestramento all'uso delle misure di sicurezza".

I 5 operai morti lo scorso maggio mentre stavano lavorando alla rete fognaria di Casteldaccia (Pa) operavano senza protezioni. E' quanto emerge dalla relazione dei consulenti dei pm di Termini Imerese, che confermano i sospetti degli inquirenti.

"Nessun dipendente di Amap Spa e di Quadrifoglio Group presente presso l'impianto di sollevamento fognario il 6 maggio 2024 aveva in dotazione i dispositivi di sicurezza per le vie respiratorie. E nessuno degli operatori di Amap e Quadrifoglio, tranne forse uno, aveva avuto una specifica formazione e addestramento all'uso delle misure di sicurezza", scrivono.

Sembra che l'incidente fosse stato provocato dall'inalazione del gas prodotto dai liquami fognari. A morire furono quattro dipendenti della Quadrifoglio Group, che aveva avuto i lavori in subappalto dalla Tek, la società che si era aggiudicata la manutenzione della rete fognaria dall'Amap, municipalizzata del Comune di Palermo. L'ultima vittima, Giuseppe La Barbera, era un interinale dell'Amap.

Gli indagati sono Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio, il direttore dei lavori del cantiere, il tecnico di Amap Gateano Rotolo, e il dirigente della Tek Giovanni Anselmo.

"Nessuno degli operatori in possesso di rilevatori multigas era presente il 6 maggio presso l'impianto di sollevamento fognario- proseguono i consulenti - Non risulta inoltre che le altre società, TEK Infrastrutture e Quadrifoglio Group, dispongano di rilevatori multigas e di attrezzatura specifica per l'attività di lavoro in ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento", mentre l'Amap, ufficialmente, ne risulta essere fornita. In più, "i liquami fognari presenti nella vasca dell'impianto ISF 51 e nell'intero condotto fognario presentavano valori di solfiti e solfuri decisamente superiori ai limiti previsti per scarichi in rete fognaria".


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