Udine: producevano documenti falsi per far entrare immigrati clandestini, arrestate 7 persone

Le indagini hanno preso il via nel settembre 2023 dopo alcune segnalazioni provenienti dagli uffici territoriali delle Agenzie delle entrate della provincia di Udine. Altre 7 persone sono state denunciate.

(Prima Pagina News)
Venerdì 12 Luglio 2024
Udine - 12 lug 2024 (Prima Pagina News)

Le indagini hanno preso il via nel settembre 2023 dopo alcune segnalazioni provenienti dagli uffici territoriali delle Agenzie delle entrate della provincia di Udine. Altre 7 persone sono state denunciate.

“Gaivlis” è la parola in lingua georgiana, utilizzata per indicare il lasciapassare, che ha dato il nome all’operazione durante la quale i poliziotti della Squadra mobile della Questura di Udine hanno arrestato due cittadini di nazionalità georgiana per la produzione di documenti di identità comunitari falsi e che complessivamente ha portato a sette arresti e altrettanti denunciati in stato di libertà, oltre al sequestro di un appartamento, di denaro e oro rispetto ai quali gli interessati non sono riusciti a giustificarne la provenienza.

Le indagini hanno preso il via nel settembre 2023 dopo alcune segnalazioni provenienti dagli uffici territoriali delle Agenzie delle entrate della provincia di Udine, dove numerose donne si presentavano con documenti di identità di paesi comunitari, come Slovacchia, Lettonia o Polonia, per il rilascio del codice fiscale, utile per l’accesso al mondo del lavoro nel circuito delle badanti, e godere quindi di tutti i benefici giuridici, fiscali e sanitari del caso, aggirando le norme per l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale.

Il sistema prevedeva anche un’assistenza in loco alle donne straniere per la compilazione delle pratiche necessarie all’ottenimento dei codici fiscali che un uomo e due donne di nazionalità georgiana e una ucraina prestavano direttamente ritrovandosi nelle sale d’aspetto delle agenzie delle entrate.

I falsi documenti venivano pagati da 300 a 1.000 euro, e i guadagni così ottenuti avevano permesso agli interessati di acquistare due appartamenti nel centro città, in uno dei quali erano ospitate, previo il pagamento di una tariffa di 10 euro al giorno, fino a 12 persone contemporaneamente.


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