Caso Regeni: l'Egitto nega la deposizione di alcuni testimoni

Durante l'udienza di oggi, è stato mostrato un video girato dagli 007 del Cairo all'insaputa del ricercatore friulano.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 19 Giugno 2024
Roma - 19 giu 2024 (Prima Pagina News)

Durante l'udienza di oggi, è stato mostrato un video girato dagli 007 del Cairo all'insaputa del ricercatore friulano.

L'Egitto nega la collaborazione con l'Italia nelle indagini legate alla morte di Giulio Regeni, il ricercatore friulano torturato a morte al Cairo nel 2016.

“Siamo di fronte a testimoni che non hanno scelto liberamente di non venite. Le abbiamo tentato tutte per averli qui ma non ci siamo riusciti”. E' quanto ha precisato il pm Sergio Colaiocco nell'aula bunker di Rebibbia, dove si è svolta l'udienza nell'ambito del processo per la morte di Regeni.

In questi ultimi giorni, la Farnesina ha inviato alla Procura di Roma una nota della Procura Generale egiziana, in cui si spiega che è “impossibile eseguire le richieste di assistenza giudiziaria“, tra cui la deposizione di quattro testimoni, che avrebbero dovuto essere sentiti quest'oggi: il sindacalista degli ambulanti, Said Abdallah, la coordinatrice di un Centro per i diritti economici e sociali, Hoda Kamel Hussein e Rabab Ai-Mahdi, tutor di Regeni al Cairo. 

La Corte d'Assise capitolina si è riservata di decidere in merito all'acquisizione delle testimonianze dalle videointerviste effettuate ai testimoni.

Durante l'udienza di oggi, inoltre, è stato mostrato un video girato dagli 007 del Cairo all'insaputa del ricercatore friulano. Il video è risalente al 7 gennaio 2016, e mostra l'incontro tra il ragazzo e il rappresentate del sindacato degli ambulanti del Cairo, Said Abdallah, che chiede con insistenza notizie in merito alla sua attività e, specialmente, sul progetto finanziato dalla Fondazione inglese Antipode e sul proprio ruolo.

Il passaggio fondamentale per gli inquirenti è quello in cui il sindacalista egiziano dice: “Cosa sarebbe questa proposta, non capisco di cosa si tratta. L’unica cosa che capisco è che ci sono 10 mila sterline. Bisogna stare attenti per non finire in galera”. Giulio replica che il denaro potrebbe essere “investito in qualche progetto, qualsiasi progetto non governativo ma affidato ai privati. Voglio che il sindacato possa tirare fuori dei guadagni e io sono Egitto solo per la ricerca“. Quindi, Abdallah chiama uno degli agenti segreti a processo e dice: “Ho parlato con il ragazzo, ho paura che il video potrebbe cancellarsi, ditemi cosa devo fare. Vengo da voi”.

“Nonostante tutto l’impegno profuso dalla Procura e nonostante le richieste formali che sono state poste in essere dalla Farnesina è innegabile l’ostruzionismo egiziano che pare a questo punto insormontabile ma che, anche per le argomentazioni che abbiamo sentito dal pubblico ministero, è del tutto illegittimo. Quindi il problema è l’ostruzionismo egiziano. Chiaro che chiunque dice che c’è collaborazione sta mentendo”. Lo ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, al termine dell'udienza.

“Oggi ne abbiamo avuto le prove. Questo video ci dice tantissime cose, ci dice che Abdallah era un agente provocatore, che ha provato a far cadere Giulio in continui tranelli. Ci dice la purezza di Giulio e anche del suo lato accademico. Ci dice in fondo una assoluta incomunicabilità tra i due, non solo perché parlano due lingue diverse. Abdallah voleva incastrare Giulio e consegnarlo alla National Security”, ha continuato l'avvocato, che ha anche ringraziato Pif e Stefano Accorsi per aver doppiato, con le loro voci, il video dell'incontro mostrato nell'aula bunker di Rebibbia.


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