Cdm: via libera al Ddl Femminicidio

Bozza: "Chi uccide una donna come atto di discriminazione o odio sarà punito con l'ergastolo".

(Prima Pagina News)
Venerdì 07 Marzo 2025
Roma - 07 mar 2025 (Prima Pagina News)

Bozza: "Chi uccide una donna come atto di discriminazione o odio sarà punito con l'ergastolo".

"Si è svolta a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei Ministri.

I Ministri Roccella (Famiglia, natalità e pari opportunità), Casellati (riforme istituzionali e semplificazione normativa), Calderone (Lavoro e politiche sociali), Bernini (Università e ricerca),Piantedosi (Interno), e Nordio (Giustizia) in videocollegamento, hanno illustrato in conferenza stampa lo schema di disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri n. 117 sull'"Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime"".

Lo rende noto Palazzo Chigi. 

"Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l'esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l'espressione della sua personalità, è punito con l'ergastolo. Fuori dai casi descritti precedentemente, si applica l'articolo 575" del codice penale, che prescrive una pena non inferiore a 21 anni di reclusione.

Lo si legge nella bozza del disegno di legge relativo all'introduzione del reato di femminicidio, in esame al Consiglio dei Ministri.

Sono previste delle soglie limite alla pena: "Quando ricorre una sola circostanza attenuante, ovvero quando una circostanza attenuante concorre con taluna delle aggravanti" e quando "la prima è ritenuta prevalente, la pena non può essere inferiore ad anni 24. Quando ricorrono più circostanze attenuanti, ovvero più circostanze attenuanti concorrono con taluna delle aggravanti", "e le prime sono ritenute prevalenti, la pena non può essere inferiore ad anni 15".

Si prevedono, inoltre, pene più pesanti per i reati connessi: "La pena è aumentata da un terzo a due terzi per quanto riguarda le minacce e il revenge porn. Attualmente i reati di maltrattamenti in famiglia sono puniti con la reclusione da tre a sette anni, pena che aumenta nel caso siano coinvolti minori, donne in stato di gravidanza o disabili". La pena è aumentata anche quando vengono utilizzate armi o sostanze corrosive e per l'interruzione di gravidanza senza consenso della donna.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

ddl
femminicidio
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU