Compleanni Eccellenti. Roma festeggia i 100 anni di Mario Carbone.

Domani domenica 12 maggio a Roma la grande festa in onore di Mario Carbone fotografo straordinario e documentarista davvero come pochi in Italia, protagonista assoluto della fotografia e del neorealismo italiano, amico inseparabile di Carlo Levi.

di Pino Nano
Sabato 11 Maggio 2024
Roma - 11 mag 2024 (Prima Pagina News)

Domani domenica 12 maggio a Roma la grande festa in onore di Mario Carbone fotografo straordinario e documentarista davvero come pochi in Italia, protagonista assoluto della fotografia e del neorealismo italiano, amico inseparabile di Carlo Levi.

La festa sarà a Corso Francia, dalle 12 alle 18, e dove il “Maestro” Mario Carbone riceverà i suoi vecchi e nuovi amici, artisti che hanno segnato la storia dell’arte e della cultura italiana, ma anche semplici cittadini romani che da anni hanno imparato ad amarlo e a convivere con lui nello stesso quartiere.

La sua storia è una leggenda. Mario Carbone vive da protagonista gli anni del secondo dopoguerra, della rivoluzione industriale, del benessere e della povertà, dell’arte contemporanea, documentandoli in innumerevoli opere, in una storia che parla per immagini. La sua ricerca ha come protagonisti assoluti le persone “senza volto”, gente semplice, che nessuno conosce, soprattutto i contadini, poi vengono i vecchi e i bambini, e non viene mai meno al suo ruolo specifico di documentarista, sia che l’artista utilizzi la macchina fotografica sia che preferisca la cinepresa. 

Con una propria cinepresa, ancora giovanissimo - ricorda Franco Boncompagni medico cardiologo di San Sosti, il paese di origine di Mario Carbone, ai piedi del Pollino- "decide di filmare le manifestazioni politiche e sociali del suo tempo, un'attività quasi volontaria, che prosegue per tutti gli anni Sessanta, anche grazie al rapporto che si stabilisce con la Unitelefilm, la società di produzione promossa dal Partito Comunista Italiano". 

Nel corso di un decennio, Mario Carbone “firma” con la sua macchina da presa le lotte operaie alla Zanussi (Uomini nella fabbrica, 1964), l'occupazione delle terre a Melissa in Calabria, (Sedici anni dopo, 1967), la condizione del lavoro contadino al Sud (Dove la terra è nera 1966), ma indimenticabile sarà. La rivolta degli studenti alla facoltà di architettura di Roma.

Tutta la sua vita artistica lo vedrà infatti “testimone del suo tempo”, osservatore scrupoloso e analista severissimo delle condizioni di vita sociale e politica di quegli anni. A partire dal viaggio che fece con Carlo Levi in Lucania nel 1960, alle prime immagini dell’alluvione di Firenze del 1966. Dal terremoto del Belice del 1968, alla manifestazione studentesca di Valle Giulia, Mario Carbone opera con la macchina da presa e con quella fotografica in quello che egli stesso definisce “un modo intuitivo, spontaneo e non meditato”.

Oggi a 100 anni dalla nascita Mario Carbone è più presente che mai, e soprattutto ricorda ancora tutto questo suo lavoro con una lucidità fuori da ogni possibile immaginazione. Un evento per il mondo della fotografia.

 La sua lunghissima storia artistica copre quasi un secolo, che va dal carretto trainato a mano al raggio laser, passando attraverso i luoghi dell’Italia rurale fino alle grandi metropoli, con un occhio sempre attento verso le celebrità dell’arte e gli autori, così come le persone comuni, le strade. Le sue intuizioni -anticipa il suo biografo ufficiale Giuseppe Daddino- come le foto dal televisore della metà degli anni ’60, il teatro Patologico, il primo (ed ultimo) “Festival della Poesia” di Castel Porziano sono storia della fotografia. Così come l’aver dato risalto ai temi di attualissima presenza nella nostra vita quotidiana, alle grandi manifestazioni politiche come Valle Giulia del 1968 e alla satira politica (oggi meme di internet). 

Domani questa prima “festa” a sorpresa, poi una seconda festa, questa volta più ufficiale che mai, in programma per il prossimo 15 maggio presso il museo del Louvre di Roma, curata personalmente da Giuseppe Casetti, dove sarà esposta anche una rassegna delle sue 10 immagini più belle del secolo. L’occasione sarà anche ideale per la presentazione da parte di Giuseppe D’Addino dei finalisti del Premio Fotografico a lui dedicato e giunto alla settima edizione. Ma mentre Roma lo festeggia, in Calabria le sue due nipoti, Marilena e Claudia Sirangelo, preparano una rassegna itinerante delle sue opere più belle, attraverso l’intera regione, un progetto internazionale che dalla Calabria dovrebbe poi arrivare negli Stati Uniti per una ulteriore rassegna antologica di questo grande artista italiano.


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