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A disposizione un punto ristoro a un'aula studio dotata di wi-fi, ricariche elettriche e spazi relax.
A disposizione un punto ristoro a un'aula studio dotata di wi-fi, ricariche elettriche e spazi relax.
È stata aperta al pubblico la Casina del Salvi all’interno del Parco archeologico del Celio.
Inaugurazione alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri, dell’Assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio, del Sovrintendente capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce, dell’Assessora Municipio I Roma Centro con delega alla Cultura, Scuola, Sport e politiche giovanili, Giulia Silvia Ghia e del Consulente del Sindaco per il CArMe (Centro Archeologico Monumentale), Walter Tocci. I lavori di valorizzazione, realizzati sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, hanno restituito alla palazzina neo-classicista la funzione originaria di coffee-house, a servizio dei cittadini e dei turisti che visitano il Celio, insieme a una nuova aula studio.
A dare ulteriore pregio alla Casina del Salvi, interamente restaurata e dotata di impianti e presidi per l’abbattimento delle barriere architettoniche, una vasta serie di interventi di tipo edilizio, lavori di impiantistica, restauro di porte e finestre e fornitura di arredi.
L’edificio, con il suo punto di vista privilegiato sul Colosseo e sul Palatino, torna così alla sua destinazione ottocentesca offrendo un punto ristoro comprensivo di caffetteria al piano terra e nella terrazza esterna e di un’Aula Studio, dotata di wi-fi e allestita con tavoli attrezzati per la ricarica dei dispositivi mobili e spazi di relax, negli ambienti al piano superiore. L’inaugurazione della nuova aula studio fa parte del programma di creazione di nuovi spazi di pubblica lettura, dedicati ai cittadini romani e agli studenti, come al Museo di Roma di Palazzo Braschi, alla Pelanda del Mattatoio, al MACRO, al Palazzo delle Esposizioni, al Mercato Trionfale e al centro culturale Ex Campari.
La restituzione alla collettività della Casina del Salvi è tappa del percorso di recupero e sistemazione del Parco archeologico del Celio, ampia area verde che occupa il settore nord-occidentale del colle da cui godere di un panorama spettacolare sul Palatino e il Colosseo. Il Parco ospita testimonianze epigrafiche e antichi reperti architettonici di età romana che lo rendono un grande museo a cielo aperto, e accoglie il nuovo Museo della Forma Urbis, aperto lo scorso anno negli spazi dell’ex Palestra della Gil, che espone una importante ricomposizione dei frammenti della grandiosa pianta marmorea di Roma antica realizzata sotto l’imperatore Alessandro Severo.
Il museo è in continua evoluzione e arricchimento: è in corso un intervento di valorizzazione multimediale “Le porte del Celio, le chiavi della città”, che amplierà l’offerta culturale e didattica del Parco e del Museo proponendo una modalità di fruizione coinvolgente e immersiva, adatta a tutti.
Gli interventi di valorizzazione del Parco fanno parte di un progetto più ampio e articolato di riqualificazione del Centro Archeologico Monumentale (CArMe), piano di trasformazione dell’area compresa tra Fori, Colosseo, Colle Oppio, Celio, Terme di Caracalla, Circo Massimo, Foro Boario e Campidoglio, il cui primo tassello è la realizzazione della Nuova Passeggiata Archeologica nell’area centrale della città: un grande anello pedonale che consentirà di passeggiare in un contesto mirabile e unico al mondo, dai Fori, al Colosseo, al Celio, al Palatino, alle Terme di Caracalla, al Circo Massimo, fino al Campidoglio.
La storia del Parco archeologico del Celio testimonia le stratificazioni e le evoluzioni che, con il passare delle epoche, ha subito l’intera area del colle fin dalla fondazione di Roma. Nel Cinquecento l’attuale area del Parco era occupata dalla Vigna del Marchese Cornovaglia, la famiglia del quale mantenne la proprietà fino all’acquisizione da parte dell’amministrazione francese (1809-1814), che ne fece luogo di scarico delle terre di scavo risultanti dai grandi progetti di trasformazione urbanistica. Fu allora, in età napoleonica, che l’area assunse l’attuale conformazione di un terrapieno artificiale prospiciente il Colosseo e adibito a giardino pubblico con ampie zone alberate, il Jardin du Capitole, la scenografica passeggiata archeologica tra Foro Romano, Palatino e Colosseo.
La Casina del Salvi fu costruita nel 1835, a ridosso dei resti del tempio del Divo Claudio, per volere di papa Gregorio XVI (1831-1846), per ampliare e abbellire la passeggiata archeologica. L’edificio, adibito a caffetteria, prende il nome dal suo progettista, l’architetto Gaspare Salvi, che si ispirò funzionalmente alla coffee-house del Pincio disegnata dal Valadier.
Oggi, il Parco archeologico ospita, in un allestimento ragionato, reperti organizzati in nuclei tematici, risultato dei grandi scavi di fine Ottocento per la realizzazione di Roma Capitale: manufatti connessi alla sfera funeraria, sculture, decorazioni, altari dedicati alle divinità del pantheon romano, frammenti di edifici pubblici e privati, cippi che delimitavano i confini dell’Urbe e una ricca messe di materiali che raccontano la Roma antica.