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Il progetto nasce da una proposta avanzata alla Città da parte di Fondazione Faro, insieme alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di avviare il lavoro necessario per individuare e realizzare interventi culturali e sociali in grado di offrire risposte più efficaci alle diverse forme di fragilità che le persone sperimentano.
Il progetto nasce da una proposta avanzata alla Città da parte di Fondazione Faro, insieme alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di avviare il lavoro necessario per individuare e realizzare interventi culturali e sociali in grado di offrire risposte più efficaci alle diverse forme di fragilità che le persone sperimentano.
È stata resa nota oggi l’approvazione della candidatura di Torino Compassionate City: nel mese di novembre la città ha infatti ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del Public Health Palliative Care International (PHPCI), ente sovranazionale che promuove a livello globale politiche di salute pubblica orientate alla cura comunitaria.
Il progetto nasce da una proposta avanzata alla Città da parte di Fondazione Faro, insieme alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di avviare il lavoro necessario per individuare e realizzare interventi culturali e sociali in grado di offrire risposte più efficaci alle diverse forme di fragilità che le persone sperimentano. Anche la Regione Piemonte ha confermato la propria partecipazione nella consapevolezza che una struttura di rete più ampia e diffusa rappresenti un elemento essenziale per garantire l’efficacia.
Le Compassionate Cities, evoluzione del modello delle Healthy Cities promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresentano un approccio di salute pubblica che incoraggia la partecipazione della comunità nella cura delle persone, ampliando e ridefinendo le responsabilità collettive degli abitanti e coinvolgendo le istituzioni affinché garantiscano le condizioni all’interno delle quali il cambiamento possa verificarsi.
Non si tratta, come è stato precisato, di delegare ulteriormente il lavoro di cura alle famiglie, già oggi sostenuto in larga parte dalle donne. Al contrario, il modello propone una nuova visione della comunità e della cura: una città in cui ogni cittadino sappia a chi rivolgersi quando vive una condizione di fragilità e possa contare su una rete di servizi, solidarietà e aiuto.
Per raggiungere questo obiettivo la prima fase operativa richiede di mappare tutte le iniziative esistenti su un dato bisogno (nel settore pubblico e nel Terzo Settore), metterle in rete, dare loro visibilità, individuare le aree scoperte e progettare soluzioni integrative. Così che, ad esempio, di fronte a un’esperienza di lutto, le persone potranno sapere dove trovare supporto e ricevere un accompagnamento completo – psicologico, sociale e pratico – per tutto il tempo necessario a riorientare la propria vita. È un progetto di lungo e ampio respiro e in continua evoluzione che richiederà un costante aggiornamento anche dei bisogni che scaturiscono sul territorio.
I risultati del piano di attuazione saranno misurati attraverso una valutazione dell’impatto sociale di ogni azione intrapresa e dell’avanzamento del progetto: Torino Social Impact affianca il percorso assumendosi il compito di monitorare i processi.
A oggi hanno già aderito al progetto la l’ASL Città di Torino, Camera di commercio di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, e l’Università degli Studi di Torino. Sono inoltre in corso contatti con altri soggetti interessati per ampliare e potenziare l’estensione delle azioni previste.
Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, dichiara: “Abbiamo deciso di sostenere con convinzione questo percorso avviato da tre eccellenze del nostro territorio, ovvero la Fondazione Faro, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro.
Si tratta di un nuovo modo di pensare alla comunità e alla sua cura, costruendo una città in cui ogni cittadino sappia a chi rivolgersi quando vive una condizione di fragilità per se stesso o per un suo familiare e abbia la fiducia di poter trovare solidarietà e aiuto. La nostra città ha nella sua tradizione una lunga storia di solidarietà e attenzione all’altro, questo riconoscimento certifica ancora una volta la capacità di Torino di non lasciare indietro nessuno e di sapersi rendere comunità che accoglie, aiuta, accompagna.”
Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, dichiara: “La Regione Piemonte sostiene con convinzione questa candidatura che assume un significato particolare perché si inserisce nel solco di quella tradizione straordinaria che c’è a Torino e in Piemonte di essere vicini alle persone più fragili, più in difficoltà, quella aspirazione, tipica delle nostre terre, a non voler mai lasciare indietro nessuno. Essere una città compassionevole vuol dire, etimologicamente e nei fatti, condividere una sofferenza, vuol dire accompagnare, superando barriere e egoismi. Ecco perché crediamo molto in questa iniziativa e e faremo tutto ciò che serve per vincere questa sfida, perché se così sarà, avremo ottenuto un riconoscimento alla storia più bella del nostro Piemonte: un Piemonte che cresce in economia, che cresce nell’occupazione e nei grandi eventi e soprattutto nei valori che rendono grande un territorio.”
Luigi Stella, Direttore generale Fondazione FARO, dice: “Il progetto Compassionate City è la concretizzazione di quello che è il ruolo di un ente del Terzo Settore moderno, come la Fondazione FARO, che si sintonizza con il contesto in cui opera, ne recepisce le istanze facendo da incubatore delle stesse e sviluppando la capacità di fare rete genera nuovi percorsi destinati al bene comune. Si tratta di attività coerenti e complementari con la propria missione, volta ad assistere con cure palliative specialistiche le persone con malattia in fase avanzata e non lasciare solo nessuno, fino alla fine. È da questi presupposti che la Fondazione FARO ha dapprima coinvolto la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e poi sottoposto al Sindaco questo progetto. Il primo dato meritevole di essere evidenziato è la grande sintonia e sensibilità riscontrate in tutti gli interlocutori. ”
Gianmarco Sala, Direttore generale Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, dichiara: “La partecipazione della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro al progetto Torino Compassionate City nasce dalla convinzione che la cura non sia solo un atto clinico, ma un impegno collettivo. Una responsabilità che guida la Fondazione da oltre quarant’anni: all’Istituto di Candiolo – IRCCS la Persona è sempre al centro e la cura si costruisce ascoltando i bisogni, accompagnando i pazienti e sostenendo le loro famiglie in ogni fase della malattia. Insieme a tutti i soggetti coinvolti, al Comune di Torino e alla Regione Piemonte, Candiolo desidera contribuire a costruire una comunità capace di essere presente, solidale e compassionevole, e in grado di offrire risposte integrate, visibili e accessibili per tutti.”