Il festival di Sanremo? Tutto finto.
L'analisi spietata del Sociologo Rocco  Turi.
di Rocco Turi
Venerdì 10 Febbraio 2023
Roma - 10 feb 2023 (Prima Pagina News)
L'analisi spietata del Sociologo Rocco  Turi.
Ci aveva già pensato Striscia la Notizia quando Enrico Lucci - prima che iniziasse - aveva intervistato Amadeus come se la serata fosse già finita.

Il festival non è più un vero concorso canoro ma un film di cui è stato già scritto il copione, includendo ogni azione dei partecipanti; la scena dei fiori preparati per essere presi a calci da quel cantante di cui non ricordo il nome è solo la punta di un iceberg il cui scopo era unicamente di creare un polverone affinché il pubblico ne parlasse e i giornali facessero titoloni, che è l’unico modo per occupare la prima pagina.

Tutto questo però a carico dei contribuenti che con i loro soldi la rai ha allestito un palco diseducativo.

Per fortuna i giovani non guardano il festival di Sanremo e - per fortuna - non guardano neppure quelle trasmissioni a quiz su altre reti in cui il presentatore accetta come buone le risposte sbagliate.

Come siamo caduti in basso! Insomma, anche questo mio intervento finalizzato a stroncare il festival verrebbe gradito dal “festival” per rimestare nel torbido e innescare polemiche. Di questo il festival si nutre. Il festival degli anni sessanta quando sul palco arrivava un notaio per garantire la regolarità della manifestazione fa parte solo dei ricordi.

In molti dicono che anche il risultato finale del concorso canoro sarebbe stato già scritto ed è tanto probabile, anche perché le canzoni - che nel passato rappresentavano lo scopo del festival - sono considerate ormai optional. Ciò che conta è usare il festival per fare politica di “cultura popolare” come qualche giorno fa disse Amadeus.

Cultura popolare è quindi, per loro, dare spazio allo scandalo, dare spazio al look per cui se vuoi conoscere il sesso di chi si nasconde sotto quei trucchi e vestiti bisogna chiederlo, come qualcuno ha già fatto.

Cultura popolare è chi va a Sanremo su invito per trasmettere concetti distorti su cosa sia una famiglia. Cultura popolare e far parlare chi è stato accolto in Italia con tanto di maglia azzurra e gloria per accusare l’Italia di razzismo; magari sarà vero, ma un minimo di riconoscenza verso l’Italia per ciò che il Paese ha dato sarebbe d’obbligo.

Giro il mondo e mai ho ascoltato uno straniero parlar male e odiare il Paese che lo ha ospitato, anche perché le sue opinioni non sarebbero gradite.

In Italia invece è tutto possibile e consentito perché nel nostro Paese operano partiti antitaliani che favoriscono questa politica. Sono esattamente questi gli istigatori della “cultura popolare” attraverso la quale intendono conquistare la leadership, ma senza riuscirci evidentemente. Tranquilli… il contratto della Rai con il comune di Sanremo scade quest’anno.

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