Il Washington Post rivela il piano di pace: "Ucraina nazione sovrana, suoi confini protetti da garanzie di sicurezza internazionali"

Il Financial Times: "L'Ue verso l'approvazione del blocco di 210 miliardi di asset russi".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 10 Dicembre 2025
Roma - 10 dic 2025 (Prima Pagina News)

Il Financial Times: "L'Ue verso l'approvazione del blocco di 210 miliardi di asset russi".

L'Ucraina nazione sovrana, con i confini protetti da garanzie di sicurezza internazionali, dentro l'Unione Europea e impegnata nella ricostruzione della sua economia attraverso grandi investimenti provenienti da Stati Uniti ed Europa.

Sarebbe questo, secondo opinionista del Washington Post David Ignatius, che riporta funzionari americani, ucraini ed europei, l'accordo per mettere fine al conflitto tra Mosca e Kiev.

Stando ad una delle fonti, il pacchetto comprende il piano di pace, le garanzie di sicurezza e un piano di ripresa economica. Secondo Ignatius, i colloqui non sono ancora terminati: l'Ue e l'Ucraina prevedono di divulgare alcuni emendamenti mercoledì, elencando alcune aree inesplorate, tra cui l'entrata di Kiev nell'Ue nel 2027, cosa che preoccupa qualche Stato membro europeo, ma l'amministrazione guidata da Donald Trump crede di poter superare le resistenze degli ungheresi, che sono i maggiori oppositori dell'adesione di Kiev all'Ue.

D'altra parte, l'adesione degli ucraini all'Ue favorirebbe il commercio e gli investimenti, ma, soprattutto, potrebbe costringerli a vigilare sulla perniciosa corruzione a livello statale.

Inoltre, Washington darebbe garanzie di sicurezza "simili all'Articolo 5" della Nato per la protezione dell'Ucraina, nel caso in cui Mosca violasse il patto. Kiev vuole che Washington firmi questo tipo di accordo e lo faccia ratificare dal Congresso. Le nazioni europee firmerebbero altre garanzie, in via separata.

La sovranità ucraina non subirebbe veti da parte di Mosca. Ma sembra che i negoziatori si stiano ancora confrontando su questioni delicate come i limiti all'esercito ucraino: si parla, infatti, di aumentare la proposta iniziale statunitense di un esercito da 600.000 soldati a 800.000, che è quasi la dimensione che l'Ucraina avrebbe dopo la guerra. Da Kiev, però, arriva il no a limiti costituzionali formali, così come aveva chiesto Mosca. Qualunque sia la dimensione delle Forze Armate, potrebbero esserci forze ulteriori, tra cui la guardia nazionale.

Lungo la linea del cessate il fuoco, dal Donetsk a nord-est fino alle città di Zaporizhzhia e Kherson a sud sarebbe istituita una zona demilitarizzata (Dmz), dietro cui sarebbe posta una zona più profonda, vietata alle armi pesanti. Questa linea sarebbe posta sotto stretto controllo, sulla falsariga della Dmz tra Corea del Nord e Corea del Sud. Gli "scambi di territori" sono, ovviamente, parte dell'accordo, ma Washington e Kiev stanno ancora discutendo su come tracciare le linee.

Mosca vuole che l'Ucraina ceda circa il 25% della regione di Donetsk ancora sotto il suo controllo, mentre il team di Trump ritiene che Kiev possa perdere gran parte di quell'area in battaglia nei prossimi sei mesi e, dunque, dovrebbe fare concessioni adesso, in modo di evitare altre perdite di vite umane. I negoziatori di Washington hanno tentato di rendere questa concessione più accettabile per Zelensky. Una proposta prevede che la zona di ritiro sia demilitarizzata.

Lunedì, Zelensky aveva riaffermato di non avere "alcun diritto legale" di cedere territorio alla Russia. L'adozione del modello coreano sarebbe un modo per aggirare il problema (ancora oggi, entrambe le Coree rivendicano il diritto sull'intera penisola).

La centrale nucleare di Zaporizhzhia non sarebbe più posta sotto il controllo dei russi: al momento, è in corso una discussione sulla possibilità che Washington assuma la gestione dell'impianto. Questa idea sembra piacere a molti funzionari ucraini: farebbe da deterrente americano contro nuove aggressioni da parte di Mosca.

L'Unione Europea intende approvare questa settimana, e quindi prima del summit in programma il 18 e 19 dicembre, una decisione per bloccare definitivamente fino a 210 miliardi di euro di asset sovrani russi, andando oltre il rinnovo semestrale delle sanzioni. Lo riferisce il Financial Times, evidenziando che questa mossa intende aggirare le minacce di veto del premier ungherese Viktor Orban sul rinnovo delle sanzioni.

Per questa decisione, verrebbe utilizzato l'articolo 122 del Trattato, che consente l'approvazione di provvedimenti d'emergenza economica a maggioranza qualificata, non all'unanimità. Secondo il Ft, che cita funzionari a conoscenza dei piani, il tentativo di approvare la legislazione invocando poteri di emergenza per aggirare veti sulle sanzioni intende proteggere la leva negoziale di Bruxelles nei colloqui di pace.

Secondo i diplomatici che stanno seguendo il dossier, sarebbe vantaggioso agire rapidamente, nel corso dei prossimi giorni, per separare il controverso tema del blocco degli asset dal dibattito sui prestiti da concedere a Kiev, garantiti dai fondi russi congelati. La questione legata al finanziamento, invece, sarà discussa dai leader Ue nel corso della prossima settimana.

La decisione di arrivare al voto già nei prossimi giorni, evidenzia il quotidiano della City, potrebbe far infuriare l'Ungheria e altri Paesi che si oppongono al provvedimento. In passato, ci sono stati casi in cui alcuni Stati membri dell'Ue, tra cui Ungheria e Polonia sulla politica migratoria, hanno votato a maggioranza su temi critici, alimentando tensioni tra le capitali che sono andate avanti per anni.

La settimana scorsa, la Commissione Europea ha proposto di usare 210 miliardi di euro di asset esteri russi bloccati nell'Ue, nell'ambito delle sanzioni per finanziare un prestito all'Ucraina, che all'inizio erano pari a 90 miliardi di euro, da erogare nei prossimi due anni. Il meccanismo prevede che gli asset sottostanti vengano bloccati a tempo indeterminato, non più per sei mesi, come succede attualmente.

Budapest si oppone a qualsiasi ulteriore assistenza all'Ucraina, e ha ogni volta minacciato il veto al rinnovo delle sanzioni, che fino ad oggi sono state approvate anche con il suo voto. Il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, ha detto che la proposta di Bruxelles "supera ogni linea rossa".

Stando al Financial Times, il consolidamento delle sanzioni sarebbe anche un segnale politico verso Washington, dato che un primo schema di piano di pace per l'Ucraina prevedeva che gran parte degli asset fosse destinata a due fondi di investimento, posti sotto la direzione americana.

"Continuiamo a comunicare quotidianamente con tutti i nostri partner, praticamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per individuare misure fattibili e realistiche che consentano di porre fine alla guerra. Tutto deve essere affidabile e dignitoso per l'Ucraina. Il programma di oggi prevede una conversazione con la parte statunitense in merito a un documento che descriverà in dettaglio il processo di ricostruzione postbellica e di sviluppo economico dell'Ucraina. Parallelamente, stiamo completando il lavoro sui 20 punti di un documento fondamentale che potrebbe definire i parametri per porre fine alla guerra, e prevediamo di consegnare questo documento agli Stati Uniti nel prossimo futuro, a seguito del nostro lavoro congiunto con il team del presidente Trump e i partner in Europa". Così, su X, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

"Il programma di domani prevede una riunione nel formato della Coalizione dei Volenterosi e stiamo lavorando in modo molto produttivo per garantire la sicurezza futura e prevenire il ripetersi dell'aggressione russa". "Questa settimana potrebbe portare novità per tutti noi e per porre fine allo spargimento di sangue. Crediamo che non ci sia alternativa alla pace e che le questioni chiave siano come costringere la Russia a fermare le uccisioni e cosa possa dissuadere concretamente la Russia da una terza invasione", ha concluso Zelensky.

Mosca risponderebbe al dispiegamento di truppe europee in Ucraina. A lanciare l'avvertimento è il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, citato dalle agenzia Ria e Tass. La Russia, ha detto, non ha "nessuna intenzione di entrare in guerra con l'Europa", ma in caso di dispiegamento di truppe europee è pronta a reagire. Lavrov ha anche contestato la "cecità politica senza speranza" dell'Unione europea, che ha l'illusione di poter sconfiggere Mosca.

Secondo quanto riferisce l'Eliseo all'Afp, il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha avuto un colloquio telefonico con Donald Trump e altri leader europei sull'Ucraina, "per cercare di fare progressi". Il colloquio è durato 40 minuti. Anche il premier inglese Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno partecipato al colloquio.

La promessa di Zelensky di indire elezioni in Ucraina se l'Occidente ne garantirà la sicurezza, "sembra una scena del teatro delle marionette". Così la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova.

Questa notte, le truppe russe hanno attaccato la regione di Odessa, arrecando danni alle infrastrutture. Lo riferisce, su Telegram, Oleh Kiper, capo dell'Amministrazione militare regionale di Odessa, secondo quanto riportato da Ukrinform. "La maggior parte degli obiettivi aerei nemici è stata distrutta dalle nostre Forze di difesa aerea. Tuttavia, è stato registrato un colpo a una struttura infrastrutturale in uno dei distretti", riferisce il governatore nel rapporto. L'attacco ha causato danni locali e un piccolo incendio in un magazzino vicino. Non ci sono state vittime, e ora le infrastrutture funzionano appieno.

"La scorsa notte, sono stati intercettati o distrutti 20 droni ucraini, tra cui 16 sulla regione di Bryansk Region, due su quella di Kaluga Region, e uno ciascuno su Belgorod e Mosca". Lo ha riferito il ministero russo della Difesa.

"È nostro dovere continuare a sostenere e difendere l'Ucraina, e credo che lo schema che è stato preparato sia la soluzione più vicina a qualcosa che sia in linea con i principi internazionali". Così la presidente della Bce, Christine Lagarde, aprendo al un meccanismo per un prestito europeo all'Ucraina basato sugli asset russi congelati in Ue.

"Se riusciamo a spiegare la nostra posizione - prosegue Lagarde - penso che gli investitori in asset denominati in euro si renderanno conto che non si tratta di una pratica ricorrente con cui ci impossessiamo della proprietà altrui, ma di un caso eccezionale che peraltro non rimuove il titolo di proprietà della Russia su quegli asset".

Gli investimenti Ue nel settore della difesa "vanno esattamente nella giusta direzione" e vanno finanziati con l'emissione congiunta di eurobond, aggiunge, nel corso di un evento del Financial Times. 

"Lo abbiamo fatto per il Covid, era una questione di sopravvivenza. La difesa lo è altrettanto, dunque si tratta di un'applicazione perfetta per fare un'emissione comune" di debito, continua Lagarde.

"La nostra posizione è chiara e perché non ci siano dubbi posso rispondere che Volodymyr Zelensky è un presidente votato ed eletto, e ha tutte le legittimazioni. Su tutto il resto deve decidere l'Ucraina". E' quanto ha dichiarato, in conferenza stampa a Berlino, il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Meyer, replicando ad una domanda in merito alla richiesta di Donald Trump sulle nuove elezioni in Ucraina e sulla disponibilità mostrata da Zelensky. "Abbiamo preso atto della sua dichiarazione", ha continuato. "Ci sono una serie di presupposti giuridici e politici che andranno rispettati", ha aggiunto, citando Zelensky.


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