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Rezza: "Attendiamo la diagnosi. La letalità appare molto alta, circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite".
Rezza: "Attendiamo la diagnosi. La letalità appare molto alta, circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite".
Almeno 79 persone sono morte a causa di una malattia sconosciuta che si sta diffondendo nella provincia di Kwango, nel Sud-Ovest della Repubblica Democratica del Congo, che provoca sintomi simili all'influenza. Lo fa sapere il Ministero della Salute congolese in una nota, secondo cui la gran parte dei deceduti ha tra i 15 e i 18 anni.
Al momento, le persone contagiate sono più di 300, e presentano sintomi come febbre, mal di testa, raffreddore, tosse, difficoltà respiratorie ed anemia.
Per dare una "risposta rapida ed efficace" al diffondersi del virus, il governo ha inviato sul posto squadre di intervento, specialmente nella zona sanitaria di Panzi, dove il focolaio è più diffuso, con l'obiettivo di gestire i casi, per tentare di trattare subito i contagi segnalati, prelevare i campioni dai pazienti per analizzarli e condurre indagini approfondite sul campo per capire la natura del morbo. I risultati, prosegue la nota, "saranno comunicati non appena saranno disponibili e saranno condivisi aggiornamenti regolari con la popolazione e i partner".
Le autorità hanno invitato i cittadini a restare calmi e ad essere vigile, nonché a lavarsi le mani con il sapone, evitare assembramenti e non toccare i corpi dei cadaveri in assenza di sanitari qualificati.
Tra gennaio e luglio di quest'anno, la Repubblica Democratica del Congo ha dovuto affrontare un'altra epidemia, quella di mpox (il "vaiolo delle scimmie", ndr), con 14.500 contagi segnalati, che si aggiunge all'epidemia di Ebola del 2014.
Visto quanto sta accadendo nella Rdc, l'Italia ha alzato il livello d'attenzione: il Ministero della Salute ha diramato una direttiva agli Usmaf, gli Uffici di sanità marittima, aerea e ferroviaria, esortando a "fare attenzione su tutti i punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal Congo".
Le autorità locali e quelle internazionali "stanno lavorando per verificare la situazione e fornire una risposta rapida ed efficace a questo nuovo focolaio epidemico che sta colpendo il Paese, già recentemente colpito dall'epidemia di mpox".
Dopo il rilevamento di questa misteriosa malattia, la Rdc è in stato di "massima allerta". E' quanto annuncia il Ministero congolese della Difesa. "Siamo in massima allerta, riteniamo che questo sia un livello di epidemia che dobbiamo monitorare", ha evidenziato Samuel-Roger Kamba, in conferenza stampa a Kinshasa. Il fenomeno, che le autorità locali classificano come "un evento sconosciuto di sanità pubblica" è attualmente circoscritto alla regione di Panzi, quasi 700 km a est di Kinshasa.
Si tratta di una regione in cui le infrastrutture sanitarie sono quasi inesistenti, la popolazione vive in uno stato di povertà generale, con sofferenze per quanto riguarda il mancato accesso all'acqua potabile e alle medicine. Il tasso di malnutrizione, ha evidenziato il Ministro, è al 61%, il più alto di tutto il Paese. Due anni fa, ha ricordato, la regione era stata colpita da una terribile epidemia di febbre tifoide.
Stando ai primi dati disponibili, questo virus misterioso colpisce soprattutto i più piccoli: il 40% dei casi sono bambini al di sotto dei 5 anni. Gli specialisti hanno concluso che si tratta di una malattia che colpisce l'apparato respiratorio, ma non si tratta di Covid-19.
Avendo una sintomatologia simil-influenzale, il virus potrebbe avere un' origine infettiva diversa rispetto alle malattie finora conosciute, ma ha un'evoluzione molto veloce, che può essere associabile a quella dei filovirus come l'ebola.
"Una malattia sconosciuta di probabile origine infettiva ha ucciso 79 persone in Congo. Quadro clinico strano (anemia!), non mi piace. Per carità nessun panico, ma attenzione. Nel mondo moderno i virus - come abbiamo visto - si spostano molto velocemente", ha scritto su X Roberto Burioni, microbiologo e virologo, docente dell`Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
"Non siamo ancora in una situazione di allarme, che si avrebbe in caso di presenza di un elemento diagnostico nuovo. Se fosse chiaro che l'intera popolazione è suscettibile e fosse conosciuta la modalità di trasmissione (ad esempio per via aerea), allora ciò costituirebbe un allarme. Ma al momento si tratta di una situazione circoscritta in una zona ristretta, sicuramente molto grave per l'area interessata. La letalità appare molto alta, circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite. Ricorda quanto si osserva per la febbre emorragica, ma i sintomi sono molto diversi". Così Gianni Rezza, ex dirigente di ricerca dell'Iss, attualmente professore di igiene e sanità pubblica all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
"La diagnosi è molto difficile, si tratta di aree diverse dall'Europa o dalla Cina. Occorre attendere che i campioni siano trasferiti almeno al laboratorio attrezzato di Kinshasa, se non ad altri centri più specializzati con il supporto dell'Organizzazione mondiale della sanità. Lì si capirà se si tratta di una patologia batterica nota, come quella da meningococco, una febbre emorragica o una sindrome influenzale", ha proseguito Rezza.