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La mostra sarà visitabile da domani fino al 22 settembre.
La mostra sarà visitabile da domani fino al 22 settembre.
Palazzo Reale, da domani, mercoledì 17 luglio, e fino al 22 settembre, ospita l’antologica di Valerio Adami, uno dei maggiori artisti italiani del Dopoguerra, nel suo sessantacinquesimo anniversario di carriera e ricerca.
La mostra è promossa da Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale con l'Archivio Valerio Adami, con il patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
Curata da Marco Meneguzzo, con il coordinamento generale di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell'Archivio Valerio Adami, la rassegna presenta oltre settanta grandi quadri e circa cinquanta disegni, dal 1957 al 2023, tra i più significativi dell'opera del Maestro. Pittore stimato in tutto il mondo, Valerio Adami incarna perfettamente l'idea dell'artista internazionale e aperto a tutte le suggestioni derivate da altri linguaggi, come la letteratura, la filosofia, la musica.
Dopo la formazione milanese, a Brera, con Achille Funi, ha sempre frequentato un ambiente internazionale, trovando all’estero molti luoghi d’elezione e ispirazione. La pittura di Adami, che fin dagli inizi si presenta spesso su grandi formati, già dalla metà degli anni Sessanta è inconfondibile grazie all'incontro tra quei segni distintivi della pop art - quali la linea nera, i colori accesi e piatti, i tratti decisi e i soggetti urbani -, e il riferimento costante alla tradizione e al classicismo - che narra miti e leggende in una costante figurazione che recupera il corpo umano, seppur scomposto - in un'epoca in cui prevalevano l'Astrattismo, l'Arte Povera e il Concettuale. Un ulteriore tratto distintivo della sua opera è la vocazione letteraria: è infatti ricca di citazioni visive, ma anche legate alla parola.
Dietro a immagini di immediata leggibilità è sottintesa una narrazione più profonda: le opere di Adami si popolano di metafore visive sofisticate e racchiudono concetti filosofici, letterari e mitologici, rappresentando l'evoluzione del pensiero occidentale. Un “pittore di Idee”, dunque, come recita il sottotitolo dell’esposizione, che mostra nelle opere come si possa essere al contempo artisti e intellettuali.
La mostra ripercorre la produzione del Maestro configurandosi come un’antologica scandita con andamento cronologico, salvo alcune significative varianti. Nelle prime due sale sono esposti i lavori dagli esordi alla fine degli anni Sessanta. La terza sala presenta le opere degli anni Settanta (con aperture verso gli Ottanta), mentre la quarta diventa una sala tipologica, destinata ai ritratti che l’artista ha condotto nei decenni sui “padri nobili”, che ha scelto come esempi di vita e di arte.
Le sale successive sono dedicate soprattutto agli ultimi quattro decenni, per testimoniare la fecondità del lavoro di Adami e per continuare idealmente la mostra realizzata nel 1986 al Centre Pompidou di Parigi e poi trasferita integralmente lo stesso anno nelle sale di Palazzo Reale a Milano.
Arricchisce la mostra uno stretto passaggio tra le sale “tappezzato” dai recentissimi ritratti ideali che l’artista ha compulsivamente realizzato negli ultimi mesi e che costituiscono una specie di “contraltare” espressionista alla sua misurata e calcolata pittura.