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Nel dossier sulla scalata Mediobanca l’indagine non colpisce Mps come persona giuridica e, allo stato, non emergono richieste di nuovi accantonamenti o procedimenti che cambino il quadro dei rischi legali già noti.
Nel dossier sulla scalata Mediobanca l’indagine non colpisce Mps come persona giuridica e, allo stato, non emergono richieste di nuovi accantonamenti o procedimenti che cambino il quadro dei rischi legali già noti.
La recente inchiesta aperta dalla Procura di Milano sulla partita Mps‑Mediobanca ha generato forte volatilità in Borsa, ma dai documenti finora emersi risulta che Banca Monte dei Paschi di Siena non è indagata in quanto soggetto giuridico, mentre l’attenzione dei magistrati è concentrata su singoli esponenti e azionisti coinvolti nell’operazione. In parallelo, la vigilanza Consob ha diffuso un proprio documento in cui non individua un “patto occulto” tra i principali soci, circostanza che ridimensiona l’ipotesi di un’azione concertata e contribuisce a raffreddare gli scenari più estremi che avevano alimentato le speculazioni di mercato. In questo contesto si è affermata la formula, ripresa da ambienti finanziari, secondo cui “non vi è alcun rischio di nuovi accantonamenti né di nuovi rischi legali” legati nello specifico a questa inchiesta, proprio perché il procedimento non è diretto contro la banca e non ha generato, allo stato, contestazioni aggiuntive rispetto al quadro regolamentare esistente.
Sul fronte patrimoniale, Mps resta esposta a un portafoglio di contenziosi ereditato dal passato, con un petitum netto di circa 3 miliardi di euro già mappato e coperto da fondi rischi secondo le regole contabili e di vigilanza, elemento che il mercato conosce e che è incorporato nei ratio di capitale dell’istituto. La novità milanese non ha comportato, finora, nuove cause civili o sanzioni tali da imporre accantonamenti straordinari, per cui la banca può continuare a concentrarsi sull’esecuzione del piano industriale senza dover modificare in corsa le proprie politiche di copertura prudenziale. Da Siena è arrivato inoltre un messaggio di piena fiducia nella correttezza delle operazioni realizzate e nella capacità di fornire agli inquirenti tutti gli elementi utili a chiarire la posizione dell’istituto, segno di una strategia di cooperazione trasparente con le autorità di controllo.
Per clienti e investitori il punto chiave è che l’inchiesta, pur rilevante sul piano mediatico e reputazionale, non modifica oggi i requisiti patrimoniali di Mps né la capacità della banca di proseguire nell’attività creditizia ordinaria, dall’erogazione di mutui al sostegno delle imprese. La gestione del rischio legale rimane una priorità di governance, ma il perimetro dei procedimenti che contano ai fini degli accantonamenti è noto da tempo ed è oggetto di monitoraggio costante da parte degli organi interni e delle autorità, elemento che consente di parlare di “nessun nuovo rischio legale” specifico derivante dal caso Mediobanca, pur in presenza di un contenzioso strutturale che continua a essere gestito con criteri prudenziali. In questo scenario, la narrazione di “Mps non è sotto inchiesta e non ci sono rischi per gli accantonamenti” va letta come la sintesi del fatto che la banca non è oggi al centro del procedimento penale e che, per effetto di questa singola vicenda, non sono emersi oneri aggiuntivi né vincoli patrimoniali nuovi rispetto a quelli già conosciuti e incorporati nei conti.