Torino: ragazza maltrattata per 14 anni dalla madre, era costretta a inginocchiarsi su gusci di noce

La ragazza, oggi 24enne, è stata tratta in salvo da un'insegnante. La madre è stata condannata a 2 anni di reclusione. 

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Lunedì 10 Febbraio 2025
Torino - 10 feb 2025 (Prima Pagina News)

La ragazza, oggi 24enne, è stata tratta in salvo da un'insegnante. La madre è stata condannata a 2 anni di reclusione. 

Quattordici anni di umiliazioni e maltrattamenti: questo è quello che ha dovuto subire una ragazza da parte di sua madre, condannata a due anni di prigione confermati dalla Corte d'Appello di Torino.

I maltrattamenti sono cominciati quando la vittima, che oggi ha 24 anni, era una bambina: per lei c'erano punizioni da pedagogia nera del XVIII secolo, come il restare inginocchiata su un giornale cosparso di riso o gusci di noce quando prendeva un brutto voto a scuola.

"All'epoca frequentavo le elementari - ha ricordato la ragazza, raccontando le sofferenze patite in aula - dovevo sempre prendere il massimo dei voti, altrimenti venivo punita. Rimanevo nell'ingresso di casa, in ginocchio su un giornale cosparso di riso o gusci di noci. Mi lasciava lì fino a quando non ce la facevo più. I segni rimanevano per giorni, ma io non li mostravo a nessuno, avevo paura che mamma passasse dei guai".

Proprio per paura, la ragazza non ha denunciato sua madre, che oggi ha 43 anni. "Non voglio che vada in galera, ma solo che mi lasci vivere tranquilla", ha ripetuto.

I maltrattamenti sono proseguiti fino al 20 gennaio 2021, quando, ormai 20enne, la ragazza è stata sbattuta fuori di casa, dopo essere stata costretta a firmare un foglio in cui si impegnava a non chiederle denaro per il mantenimento e a non raccontare quello che aveva subìto ad amici e parenti. "Con me hai chiuso - ha detto la mamma - Hai un minuto esatto per fare una telefonata e chiedere a qualcuno di aiutarti".

Un aiuto per la ragazza è arrivata da una sua ex insegnante, che l'ha ospitata per un periodo, ma soprattutto, la sera stessa del giorno in cui è stata cacciata di casa, l'ha convinta a denunciare sua madre alle Forze dell'Ordine.

"Mamma mi ripeteva che avrebbe fatto meglio ad abortire. Diceva che non mi poteva più picchiare perché i segni si sarebbero visti. Allora mi ripeteva che non valevo niente, che ero una schifezza di figlia e che avrebbe fatto meglio a non mettermi al mondo. Per me era tutto normale", ha aggiunto la ragazza, difesa dall'avvocato Caterina Biafora. "Solo crescendo e confrontandomi con i miei compagni mi sono resa conto che i metodi utilizzati da mia mamma erano del tutto errati".

Secondo quanto emerge dagli atti dell'inchiesta, inoltre, la ragazza non poteva uscire con le sue amiche e neppure ospitarle, e la donna controllava sua figlia in modo ossessivo: "Ha voluto la password del tablet per leggere il mio diario segreto", ha raccontato la ragazza agli inquirenti. Dopo aver letto il contenuto, la donna le prese la testa e la sbatté contro lo schermo, spaccandone il vetro.


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