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L'ex Presidente dell'Autorità Portuale di Genova chiede 3 anni e 5 mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro.
L'ex Presidente dell'Autorità Portuale di Genova chiede 3 anni e 5 mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro.
Svolta nell'inchiesta per corruzione che ha provocato un terremoto nella Regione Liguria: l'ex Governatore, Giovanni Toti, è riuscito ad accordarsi con la Procura pe patteggiare due anni e un mese di reclusione. Ora a decidere sarà il Gup, che dovrà programmare l'udienza.
La pena sarà sostituita con 1.500 ore di lavori socialmente utili. L'accordo tra i pm e l'avvocato Stefano Savi, inoltre, prevede l'interdizione temporanea dai pubblici uffici, l'incapacità a contrattare con le pubbliche amministrazioni e la confisca di 84.100 euro. I reati oggetto di patteggiamento sono la corruzione impropria e il finanziamento illecito.
"Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l'amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall'altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte", è il commento di Toti.
"Resta quel reato "di contesto" definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni", continua.
Anche l'ex Presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Paolo Emilio Signorini, ha scelto il patteggiamento: gli avvocati Mario ed Enrico Scopesi hanno trovato un accordo con la Procura, che prevede una pena di tre anni e cinque mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro, nonché l'interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in questo caso, spetterà al Gup accogliere la richiesta.