Delitto di Garlasco: la Procura di Pavia vuole interrogare Sempio, "analizzeremo l'impronta della sua scarpa"

I legali di Stasi valuteranno l'istanza di revisione dopo le indagini. I genitori di Chiara: "E' un calvario che si riapre". 

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Mercoledì 12 Marzo 2025
Pavia - 12 mar 2025 (Prima Pagina News)

I legali di Stasi valuteranno l'istanza di revisione dopo le indagini. I genitori di Chiara: "E' un calvario che si riapre". 

Gli avvocati di Alberto Stasi valuteranno se inoltrare un'istanza di revisione del processo "dopo gli sviluppi" e aver preso visione “degli atti coperti da segreto istruttorio” della nuova indagine condotta dalla Procura di Pavia nei confronti di Andrea Sempio, “poi naturalmente agiremo”.

Così la legale di Stasi, Giada Bocellari che, insieme al collega Antonio De Renzis assiste il 41enne, attualmente in carcere a Bollate (Mi), dove sta scontando 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco (Pv) il 13 agosto 2007. Al momento, gli avvocati non prevedono di presentare istanza di revisione alla Corte d'Appello di Brescia.

La Procura di Pavia vuole analizzare il Dna di Sempio per confrontarlo con quello trovato sulle unghie di Chiara e “interrogare” l'uomo, amico del fratello della vittima, Marco Poggi, “confrontare” le sue “impronte” delle scarpe con quelle che sono state repertate nella villetta dove è avvenuto l'omicidio e “mai acquisite”. Lo si evince dal ricorso in Cassazione con cui i pm Valentina De Stefano e l’aggiunto Stefano Civardi hanno chiesto la riapertura delle indagini su Sempio, già archiviate 8 anni fa, dopo che erano state bocciate due volte dal Gip di Pavia.

Gli investigatori, che coordinano i Carabinieri del Nucleo Investigativo, vogliono ascoltare gli amici di Chiara Poggi e del fratello e “ricostruire compiutamente le frequentazioni della vittima”.

Secondo quanto sostengono i legali di Alberto Stasi, la grandezza delle impronte repertate nella villa di Garlasco sarebbe compatibile con la taglia delle scarpe di Sempio. L'affermazione è contenuta in una consulenza tecnica di parte acquisita dalla Procura di Pavia e citata nel ricorso alla Corte di Cassazione per chiedere di aprire nuove indagini e di iscrivere il 37enne, amico del fratello della vittima, nel registro degli indagati.

Dopo l'archiviazione di 8 anni fa, le istanze per riaprire le indagini su Sempio erano state bocciate dal Gip di Pavia per due volte: la prima il 28 febbraio 2024 per mancanza di “novità” delle prove, dato che “il tema dell’ indagine genetica” sul dna di Sempio sarebbe stato già “esplorato” nella sentenza bis della Corte d’assise d’appello di Milano, che condannò Stasi a 16 anni di carcere nel 2015: la seconda volta il 9 maggio 2024, con un richiamo al primo provvedimento. Lo si evince dal ricorso per Cassazione della Procura di Pavia accolto dai giudici della Suprema Corte.

Secondo i Giudici Supremi, il decreto del Gip di non luogo a procedere è “abnorme”, dato che se un pm, alla luce di nuovi elementi, “continuasse ad indagare in procedimento contro ignoti” sarebbe “esposto non solo a sanzioni disciplinari” e compierebbe “atti di indagini affetti da inutilizzabilità”.

Tra il dicembre 2022 e il gennaio 2023, la Procura di Pavia ha eseguito indagini su “atti di impulso” arrivati dalla difesa di Stasi, con gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis. Nello specifico, è stato dato incarico ai consulenti di “analizzare le conclusioni” dei periti di parte della difesa, per chiarire se con l’evoluzione della “scienza” le “tracce di Dna maschile” nelle “unghie della vittima”, che all'epoca della prima indagine erano state considerate come “non utilizzabili ai fini di comparazione” possano essere usate per una “comparazione genetica”.

“Un calvario che si riapre”, “dopo diciotto anni sia io che mia moglie che nostro figlio pensavamo che fosse finita. Finita-finita. E invece…”. Lo hanno detto, in un'intervista al quotidiano "La Repubblica", i genitori di Chiara Poggi, Giuseppe e Rita, commentando l'iscrizione di Andrea Sempio nel registro degli indagati. “Non so cosa sia successo – ha aggiunto Giuseppe Poggi -. Certo, ricordo che questa persona era già stata indagata, ma poi non c’era stato più niente, nel senso che la verità giudiziaria sull’omicidio di Chiara è stata scritta”.


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