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Boccia e Braga: "Vogliamo sapere come sia possibile che sia stato violato il sistema dello Sdi". Spiati anche cittadini russi e kazaki.
Boccia e Braga: "Vogliamo sapere come sia possibile che sia stato violato il sistema dello Sdi". Spiati anche cittadini russi e kazaki.
"Il quadro che emerge dall'inchiesta hacker e dalle notizie che quotidianamente leggiamo sulla vicenda è inquietante. Siamo di fronte ad un sistema di sicurezza del Paese che fa acqua da tutte le parti e che, come è evidente, viene usato dalla destra al governo per pericolosi dossieraggi e faide interne".
"A questo punto è necessario che la Presidente del Consiglio venga con urgenza in Parlamento: vogliamo sapere come sia possibile che sia stato violato il sistema dello SDI, con hackeraggi di dati che, a quanto pare, toccano le più alte cariche dello Stato". E' quanto dichiarano, in una nota, i capigruppo del Pd, Francesco Boccia e Chiara Braga.
"Il governo dopo aver varato una inutile legge sulla cybersicurezza, assolutamente priva di risorse, assiste inerme a una guerra intestina tra gruppi di potere giocata sulla pelle della democrazia italiana, con figure che rivestono incarichi pubblici che forse dovrebbero al più presto dimettersi", evidenziano, chiedendo, inoltre, "di conoscere quali siano le iniziative che il governo, ora, intende mettere in campo per chiudere questa grave falla nel sistema di sicurezza; vogliamo sapere se esiste e quale sia l'eventuale grado di coinvolgimento di pezzi di apparato dello Stato. Non possiamo accettare che, per inquietanti giochi di potere tutti interni alla maggioranza che ci governa, vengano stravolte le regole e il sistema di sicurezza del nostro Paese".
"Il senatore Matteo Renzi ha dato mandato ai propri legali di costituirsi parte civile in tutti i procedimenti legati a spionaggio e pubblicazione illegittima di documenti illegalmente acquisiti. Il senatore Renzi predisporrà nei prossimi giorni una interrogazione parlamentare per conoscere che cosa stia facendo l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale per difendere i diritti inviolabili dei cittadini italiani sanciti dalla Costituzione e negati dagli atti criminali di spionaggio", riferisce una nota dell'ufficio stampa del leader di Italia Viva.
Tra gli spiati, secondo quanto emerge dagli atti dell'indagine condotta dalla Dda di Milano, ci sarebbero anche cittadini russi e kazaki: nello specifico, ci sarebbero stati accessi ai dati dell'uomo d'affari kazako Alexandrovich Toporov, proprietario di hotel di lusso tra Cortina d'Ampezzo e il litorale di Jesolo e dell'oligarca Victor Kharitonin, imprenditore del settore farmaceutico, amico e socio di Roman Abramovich e già inserito nella lista degli uomini più ricchi del mondo stilata da Forbes. Sembra che gli hackers fossero interessati al progetto della “costruzione di un hotel a Cortina d’Ampezzo e la gestione di svariati resort di lusso”.