Emergenza alberi: Italia Nostra tiene convegno al MIC e si appella a quest'ultimo e all'UNESCO per mettere un freno agli abbattimenti massivi

Il paesaggio di Roma è seriamente messo a rischio dalle politiche arboree poste in essere dall'Amministrazione Gualtieri. Un'emergenza culturale che rischia di provocare danni irreparabili

(Prima Pagina News)
Venerdì 17 Maggio 2024
Roma - 17 mag 2024 (Prima Pagina News)

Il paesaggio di Roma è seriamente messo a rischio dalle politiche arboree poste in essere dall'Amministrazione Gualtieri. Un'emergenza culturale che rischia di provocare danni irreparabili

Adesso è una certezza. Il Dipartimento Ambiente di Roma Capitale persegue primariamente una linea demolitoria per i pini, per i grandi alberi, per tutti gli alberi che mostrino difetti o siano ritenuti giunti ad una, del tutto presunta, età di fine vita. La conferma viene dal susseguirsi di abbattimenti continui che hanno colpito duramente le stesse ville storiche, per giungere infine ai clamorosi abbattimenti al Pincio. Da allora non sono passate neppure due settimane ed altri pini, altri tre storici pini dalle chiome verdi, sono stati abbattuti a Villa Sciarra in prossimità dell’ingresso di Via Caldarelli; ed ancora a Villa Sciarra un poderoso leccio centenario che accoglieva i visitatori. L’amministrazione tira dritto pur davanti a cittadini addolorati e indignati che attraverso gli Amici di Villa Sciarra, il Comitato zona verde Villa Pamphili, il Comitato TAM per Monteverde, l’Associazione Difendiamo i Pini di Roma, il Comitato Villa Glori ed altri ancora, hanno tentato di tutto, tra appelli, accessi agli atti, lettere, diffide, sacrosante richieste di visionare preventivamente le perizie di decretazione di morte dei loro alberi. A nulla è valso aver richiamato i divieti infranti: i tempi biologici (aprile-giugno) vietati per ogni operazione, a nulla eccepire che il Regolamento del Verde - DAC 17/3/21 - consente abbattimenti solo a seguito di perizie costituite da una accurata indagine tecnico-strumentale, mai rese accessibili per essere consultate, annulla le richieste di dialogo. Altrettanto chiaro, è che non c’è alcuna garanzia che si proceda in questa primavera, come dovuto per legge, alla cura dei pini con endoterapia, a tappeto e senza eccezioni. Senza questa sarebbe la fine per altre migliaia di pini, proprio quando si profila il traguardo della immissione in Italia dell’antagonista naturale della Toumeyella parvicornis. Di fatto, ancor prima dell’entrata in vigore del nuovo appalto da 100 milioni per il verde, la città appare diversa, parzialmente denudata del suo verde storico e non, che ad ogni primavera stupiva per la sua esuberanza. Mentre non sono state mai completamente reintegrate le grandi alberate abbandonate da decenni. Il centro storico è Patrimonio dell’Umanità da decenni. Mentre gran parte della Città Storica rientra nella “zona cuscinetto” istituita di recente a maggior protezione del Sito Centro storico. Italia Nostra Roma pertanto ha scritto prima al MIC e poi all'UNESCO cercando aiuto e protezione per il sistema arboreo di Roma. L'UNESCO ha prontamente risposto confermando il suo interesse e riferendo di sua richiesta al MIC per implementare la Convenzione che ha visto riconoscere il CS di Roma "Patrimonio della Umanità". C'è dunque viva speranza che presto UNESCO e MIC. si parlino tra loro e che esca una strategia per fare fronte a questa drammatica Emergenza culturale che il Comune non sembra intendere. Eppure appare chiaro come "La grande bellezza" sia frutto anche del reciproco rapporto tra alberi ed alberate e tessuto storico monumentale. Un equilibrio da rispettare, mantenere, ripristinare


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