Rinnovabili: L'Altritalia, bene la Regione Lazio sullo stop torri eoliche nella Tuscia

La Giunta presieduta da Francesco Rocca, i dare esito negativo alla richiesta di VIA per 3 nuovi impianti dalla potenza totale di oltre 100 megawatt, che avrebbero dovuto essere realizzati a Celere e Valentano, a Ischia di Castro e Farnese ed a Grotte di Castro

(Prima Pagina News)
Lunedì 14 Luglio 2025
Viterbo - 14 lug 2025 (Prima Pagina News)

La Giunta presieduta da Francesco Rocca, i dare esito negativo alla richiesta di VIA per 3 nuovi impianti dalla potenza totale di oltre 100 megawatt, che avrebbero dovuto essere realizzati a Celere e Valentano, a Ischia di Castro e Farnese ed a Grotte di Castro

“Bene la decisione della Regione Lazio, la cui giunta è presieduta da Francesco Rocca, di dare esito negativo alla richiesta di VIA, valutazione di Impatto Ambientale, per 3 nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nella Tuscia per un totale di oltre 100 megawatt”. Lo dichiarano i responsabili della direzione nazionale dell'associazione L'Altritalia Ambiente, riconosciuta dal MASE. “La Tuscia – continuano da L'Altritalia – è una delle province d'Italia più devastata da impianti altamente impattanti dal punto di vista paesaggistico. È quindi giunto il momento di bloccare ogni altra installazione”. I 3 impianti bloccati sono quelli di Celere e Valentano, che prevedeva 10 aerogeneratori da 6 megawatt ciascuno, richiesto dalla multinazionale spagnola Iberdrola Renovables Italia spa, il secondo a Ischia di Castro e Farnese, proposto dalla Ica Ren Act srl, e il terzo per circa 20 megawatt sarabbe dovuto essere un impianto agrivoltaico, anche questo a Grotte di Castro, sempre della Ica Ren Dos srl. “Considerando che il Belpaese produce meno dell1% di inquinamento nel mondo, è assolutamente inconcepibile distruggere paesaggio ed economie legato ad esso per risparmiare qualche zero virgola qualcosa di inquinamento, così come per il fotovoltaico, esso ben venga, ma che si sviluppi in alto senza produrre consumo di suolo e senza togliere spazio alla produzione agricola” - conclude la nota de L'Altritalia.


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