Scuola alle porte.Tutta la verità sul precariato

Quanto è difficile combattere le fake news e ristabilire la verità lo sta sperimentando in questi giorni il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha deciso di realizzare un video per spiegare in modo diretto e franco la questione del precariato e rispondere ad alcune domande che ripetutamente vengono rivolte lui nei social.

(Prima Pagina News)
Sabato 07 Settembre 2024
Roma - 07 set 2024 (Prima Pagina News)

Quanto è difficile combattere le fake news e ristabilire la verità lo sta sperimentando in questi giorni il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha deciso di realizzare un video per spiegare in modo diretto e franco la questione del precariato e rispondere ad alcune domande che ripetutamente vengono rivolte lui nei social.

Di Anna Maria De Luca

Su Facebook, in particolare, si sta verificando un fenomeno davvero poco democratico: una organizzata ondata di commenti monotematici sulle graduatorie e sui precari, indipendentemente da quale sia la notizia postata dal Ministro. Nella stessa chat alcuni hanno ammesso che l’intenzione collettiva è quella di fare pressione inondando il ministro di richieste di assunzioni, alla ricerca forse di un “preso per sfinimento”, sperando in un effetto che in realtà non potrà mai esserci e che fa fare solo brutta figura a chi commenta dimostrando di non avere una minima cognizione delle regole europee, delle leggi italiane e del fatto che nella scuola non esistono solo i precari. Ecco in sintesi, i chiarimenti che il Ministro Valditara ha voluto comunicare al mondo della scuola e a coloro che inondano i social di messaggi, anche aggressivi.

1.   Il precariato non esiste da oggi, è un problema ereditato da Valditara che sta cercando di affrontarlo per risolverlo. Dice il Ministro: “C'è una questione endemica nella scuola italiana: è la questione del precariato. Si sono succeduti tanti governi e nessun governo è riuscito sinora a risolvere seriamente questo problema. Nessun governo si è occupato seriamente dei precari. Dobbiamo dirci la verità. Per noi invece è una priorità. Dobbiamo avviare una strategia complessiva. Dobbiamo provare a risolvere questa che è una grande questione della scuola italiana”.

2.   Puntare a risolvere il precariato, ma ci sono alcune premesse irrinunciabili: “la continuità didattica ed una formazione di qualità necessaria per garantire quella scuola costituzionale che è la scuola concepita per dare un futuro a tutti i nostri studenti”.

3.  Sono falsi i numeri sul precariato circolati in questi giorni sui siti e anche su alcuni giornali: “Noi proprio perché vogliamo affrontare seriamente questo problema abbiamo il dovere di parlare chiaro. Innanzitutto non è vero che attualmente ci sono 250.000 precari nella scuola italiana. Non lo dice neanche la Corte di Conti, con buona pace di chi la scomoda. Qual è la situazione? La situazione per quanto riguarda i precari al 30 giugno e al 31 agosto è questa: 165.000 unità che si ridurranno a 155 mila entro dicembre grazie alle assunzioni derivanti dai concorsi che sono in via di chiusura. L’anno scorso e negli anni precedenti il numero di precari era di 160.000 unità quindi a dicembre ci sarà una prima significativa diminuzione”.

4. Il tema degli idonei del concorso 2020, del concorso 2016 e 2018 che stanno bombardando i social del Ministro.  Spiega Valditara: “Voglio essere molto preciso perché non mi piace raccontare frottole, non mi piace ingannare i miei ascoltatori, ingannare coloro che dedicano le loro energie ai nostri ragazzi. L'articolo 20 comma 2 del decreto legge 75 del 2023 stabilisce una proroga sino  ad esaurimento delle graduatorie relative al concorso del 2020. Cioè, sostanzialmente, gli idonei del concorso 2020  erano stati abbandonati dai governi precedenti. Se avessero voluto avere una chance nel mondo della scuola avrebbero dovuto rifare i concorsi.  Mi ero preso l'impegno il 3 di luglio, intervenendo in aula, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare che quest'anno avremmo assunto non solo tutti i vincitori di questi concorso ma anche avremmo iniziato - e sottolineo “iniziato” - ad assumere gli idonei. Bene ad oggi sono circa 6000, più di quanto avevamo immaginato, tra vincitori e idonei dei vecchi concorsi che noi andiamo ad assumere. Essendo  una graduatoria ad esaurimento tutti gli idonei di questi concorsi verranno assunti gradualmente”.

5.   I titoli esteri: c’è una ribellione in corso tra docenti che hanno conseguito i titoli in Italia contro i colleghi che hanno preso il titolo all’estero. Spiega il Ministro: “Anche qua si deve avere il coraggio della chiarezza. Vi è una direttiva dell'Unione Europea, la 55 del 2013, che prevede all'articolo 13 comma 1 che uno Stato membro dell'Unione ha il dovere di assumere alle stesse condizioni i cittadini di altri Paesi: deve semplicemente verificare il possesso dell'attestato di competenza o del titolo di formazione richiesto dall’altro Stato. Sostanzialmente, noi dobbiamo verificare che sussista effettivamente un titolo  idoneo rilasciato dallo Stato membro dell'Unione Europea. Quindi noi abbiamo il dovere di assumere coloro che si sono abilitati in Spagna, in Romania, in Bulgaria e questo dovere ci viene riconfermato da diverse sentenze del Consiglio di Stato. Anche queste vanno conosciute.

6.   L’obbligo per legge di assumere chi ha conseguito il titolo all’estero. Che cosa ha fatto quindi il MIM? “Abbiamo Innanzitutto escluso – e sono circa il 10% - coloro che hanno ottenuto una abilitazione da enti non riconosciuti dai rispettivi ordinamenti oppure un'abilitazione che non era idonea.  Anche qui bisogna dire le cose come stanno: non è il Ministero dell'Istruzione a verificare queste abilitazioni e l'idoneità degli enti che le rilasciano: è il Ministero dell'Università e della Ricerca. In base ai suoi accertamenti e indagini  abbiamo potuto escludere un 10% circa di richieste di omologazione della loro abilitazione.

7.   Altra domanda che rimbalza sui social: se i posti disponibili erano 64.000 perché sono stati messi a disposizione per le assunzioni, sia per i concorsi sia per le assunzioni fuori dallo schema del PNRR, soltanto 45.000, cioè 19.000 posti in meno? “Anche qua – spiega il ministro - bisogna essere chiari perché altrimenti si fa inutile demagogia e strumentalizzazione. Questo era lo schema originario del PNRR che prevedeva, secondo un accordo del governo precedente tra il ministro Bianchi e la Commissione Europea che entro il 2024 noi avremmo dovuto assumere ben 70.000 docenti vincitori di concorso PNRR: esclusivamente vincitori dei nuovi concorsi PNRR. Noi abbiamo trattato con la Commissione Europea perché ritenevamo che fosse troppo rigido questo vincolo, francamente irrealistico. E abbiamo ottenuto di poterne assumere 70.000, sulla base di tre tranche: ventimila nel 2024, ventimila nel 2025 e trentamila nel 2026.

8.   Punto cruciale: molti non accettano che i concorsi PNRR abbiano un loro canale, ma il MIM non ha scelta. Che cosa succederà se il Ministero non riuscirà ad assumere 70.000 docenti con le nuove procedure volute dalla Commissione Europea e dal precedente governo (cioè solo i vincitori del nuovi concorsi?). Un gran guaio, verrebbe da dire, non solo per la scuola ma per l’intero sistema Italia, sempre per via degli accordi presi dal precedente Governo. Spiega il ministro: “L’ultima tranche rischia di non essere pagata, almeno in parte. Sapete a quanto ammonta l'ultima tranche per l'intero sistema Italia? A 24 miliardi di euro. Vuol dire che alcuni miliardi di euro, a voler essere generosi, non sarebbero erogati al sistema Italia, non solo alla scuola italiana. In sostanza, le 70 mila assunzioni con i nuovi concorsi sono considerate dalla Commissione Europea con l'assenso del precedente governo, una Milestone cioè un elemento fondamentale, un pilastro del PNRR. Proprio per questo noi riteniamo che queste disposizioni siano troppo rigide ed è per questo motivo che ho scritto una lettera al collega, al ministro Fitto, perché possa avviare una interlocuzione con la Commissione Europea per ottenere una ulteriore maggiore flessibilità”.

9. E’ possibile ottenere flessibilità? In passato è successo e grazie a quella operazione sono stati assunti 46mila docenti. Spiega Valditara: “Senza la flessibilità che noi abbiamo ottenuto l'anno scorso non avremmo potuto assumere per esempio i 46.000 docenti che abbiamo assunto lo scorso anno:  non erano vincitori di concorso PNRR ma erano docenti precari. Non avremmo neanche potuto assumere questi 6000 idonei dai precedenti concorsi perché per la Commissione Europea tutte queste assunzioni non rilevano, non contano ai fini per raggiungimento del target.

10. Fake news sulla partenza dell’anno scolastico. “Ho voluto fare una riunione con tutti i direttori generali degli uffici scolastici regionali due settimane per verificare lo stato dell'arte. Mi hanno assicurato che l'anno scolastico particolare partirà regolarmente, quindi direi di mettere da parte inutili allarmismi, direi di mettere da parte inutile e strumentale demagogia. L'anno scolastico partirà regolarmente.  Fra l'altro voglio anche sottolineare che stiamo avviando un grande processo di cambiamento nelle direzioni regionali e provinciali per rendere sempre più efficiente la macchina dell'amministrazione sia a livello centrale sia a livello locale.

11. Il famoso algoritmo, un altro dei temi che sono stati sollevati nei social. Spiega Valditara: “Ai fini delle nomine tornare indietro non è possibile. Certamente l'algoritmo migliora il funzionamento, la velocità e l'efficienza delle nomine e delle assunzioni, ho dato però incarico agli uffici di verificare le regole dello scorrimento delle graduatorie, di verificare se il programma presenta degli intoppi, degli errori: è giusto e sacrosanto ovviare, modificare, correggere se ci sono malfunzionamenti nel famoso algoritmo.

12. In che direzione si va per i prossimi mesi e quindi nel prossimo anno? “Ci vuole maggiore flessibilità. Non possiamo continuare con le rigidità che sono una conseguenza di un accordo fra il precedente governo e la Commissione Europea. Mi auguro che l’interlocuzione con la Commissione che in qualche modo ci vincola possa essere positiva. Nel frattempo, abbiamo messo in cantiere una serie di riforme significative”.

13. Il precariato, se andiamo a scomporlo, ci rendiamo conto che è essenzialmente precariato sul sostegno. Spiega il ministro: “Il precariato è rappresentato essenzialmente da insegnanti di sostegno. Nel 2023 – 2024 su un totale di 160mila docenti precari sono stati quasi 109 mila. Perché è aumentato così tanto nel corso degli anni il precariato sul sostegno? Perché è aumentato in modo esponenziale il numero dei giovani con disabilità ma va anche aggiunto che purtroppo le università non sono state in grado di specializzare un numero adeguato di insegnanti di sostegno.

14. I corsi Indire per specializzare gli insegnanti di sostegno. “Giustamente, si è previsto che possano essere assunti in ruolo solo docenti specializzati, proprio per garantire una qualità massima dell'insegnamento per i giovani con disabilità. E proprio perché i percorsi TFA svolti nelle università non si sono rivelati in questi anni adeguati a risolvere questo problema abbiamo deciso di affiancare - non di sostituire, ma di affiancare - percorsi presso Indire. Che cosa è Indire? È il centro di formazione degli insegnanti, il centro di ricerca che fa capo al Ministero dell'Istruzione e del Merito.  Questi corsi di specializzazione saranno sviluppati tenendo conto innanzitutto delle riflessioni e dei suggerimenti dell'Osservatorio Scolastico per la Disabilità e tenendo conto anche della necessità di specializzare il più possibile la preparazione di questi docenti: un conto sono le problematiche dei ragazzi con spettro autistico, un altro sono le problematiche legate, per esempio, ai ragazzi non vedenti o non udenti. Quindi un’autentica rivoluzione: intendiamo specializzare nel corso del 2025 ottantacinquemila docenti precari senza specializzazione (che sono quelli che hanno almeno tre anni di attività sul sostegno alle spalle).

15.  Questo perché è importante per risolvere il problema precariato? “Proprio perché noi non possiamo trasformare i posti in organico di fatto in posti in organico di diritto sino a quando non avremo un numero adeguato di specializzazioni. Una volta specializzati questi docenti avvieremo, nel confronto con il MEF, un graduale piano di trasformazione dei posti di organico di fatto in posti di organico di diritto”. 


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