Sisma Amatrice: crollo palazzine popolari, confermate le condanne per Boni e Scacchi
La legale di parte civile: "E' stata scritta una pagina di giustizia e di verità, il crollo non è stata espressione di una natura matrigna".
(Prima Pagina News)
Mercoledì 15 Marzo 2023
Roma - 15 mar 2023 (Prima Pagina News)
La legale di parte civile: "E' stata scritta una pagina di giustizia e di verità, il crollo non è stata espressione di una natura matrigna".
La Corte d'Appello di Roma ha confermato le condanne a 9 e 5 anni di reclusione per Ottaviano Boni e Maurizio Scacchi, nell'ambito del processo relativo al crollo di due palazzine popolari ad Amatrice (Ri), durante il sisma del 24 agosto 2016.

All'epoca, Boni era direttore tecnico di un'impresa di costruzioni, la Sogeap, mentre Scacchi era geometra del genio civile e della Regione Lazio. Le accuse mosse nei loro confronti sono quelle di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni.

La Corte ha accolto le richieste avanzate dal procuratore generale Francesco Mollace, confermando le sentenze di primo grado. La lettura della sentenza è avvenuta stamani, alla presenza di una decina di persone, tutti parenti dei 19 morti nel crollo delle due palazzine.

All'inizio del processo, gli imputati erano cinque, ma per uno di loro, Luigi Serafini, è stato deciso il non luogo a procedere per gravi ragioni di salute, mentre altri due, l’ex assessore Corrado Tilesi e l’ex presidente dell’Iacp Franco Aleandri, sono deceduti durante il processo.

“È stata scritta una pagina di giustizia e di verità da parte della Corte di Appello di Roma per tutti i familiari delle vittime che hanno compreso che la morte dei loro cari non deriva da un terremoto eccezionale”, ha detto l'avvocato Wania della Vigna, legale di parte civile che nel processo assiste una quarantina di persone.

Il crollo, ha aggiunto, ha causato la morte di 19 persone, e questa tragedia “non è stata espressione di una natura matrigna ma ci sono precise concause umane”.

“Le palazzine ex Ater, popolari, erano connotate da attività illecita fin dal momento della loro costruzione, quando chi costruì non rispettò la normativa antisismica dell’epoca, e mancarono verifiche e controlli. Hanno cercato di mettere a posto le carte, senza preoccuparsi della salvaguardia di chi ci viveva”, ha continuato.

“Sono morte tante persone, famiglie completamente sterminate, però oggi sanno che cosa è accaduto”, ha concluso.

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