Treccani omaggia il Festival di Sanremo

Nel libro La Canzone Italiana, il critico Felice Liberi, con la presentazione di Gino Castaldo, fa un racconto lungo e appassionante della più leggera e popolare delle nostre arti nazionali.

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Lunedì 10 Febbraio 2025
Roma - 10 feb 2025 (Prima Pagina News)

Nel libro La Canzone Italiana, il critico Felice Liberi, con la presentazione di Gino Castaldo, fa un racconto lungo e appassionante della più leggera e popolare delle nostre arti nazionali.

Contrastare il dilagare della musica internazionale, sostenere la nostra melodia e risollevare, con un chiaro intento politico, il morale dell’Italia postbellica, “bisognosa di guarire le ferite, di ricostruire e di ritrovare un senso della patria smarrito”.

Nel libro La Canzone Italiana, un racconto lungo e appassionante della musica più leggera e popolare delle nostre arti nazionali edito da Treccani Libri, il critico Felice Liperi, con presentazione di Gino Castaldo, rende omaggio al più grande palcoscenico canoro nazionale del Festival di Sanremo, nato nel 1951, ripercorrendone le origini.

Al momento del varo la Rai chiede a 240 editori musicali di inviare una canzone che sarebbe stata selezionata dal pubblico che, nelle prime due edizioni, era costituito da una rappresentanza degli stessi editori e della televisione pubblica! Il tutto in un salone delle feste del casinò, una specie di music hall dove la gente siede intorno a tavolini sui quali i camerieri servono le bevande durante le esecuzioni.

A presentare è Nunzio Filogamo, direttore dell’orchestra Cinico Angelini, che per l’esecuzione dei brani può contare su alcuni fedelissimi come Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano: vince proprio Nilla Pizzi con Grazie dei fior (di Seracini, Testoni e Panzeri).

Il marchio di una manifestazione che sarebbe rimasta per molto tempo vicina al gusto popolare più tradizionale, caratterizzata dal 1954, con l’avvento della tv, dal gusto melodrammatico e dalla retorica che giacciono sotto la cenere della cultura canora del dopoguerra.

L’omogeneità stilistica di Sanremo, dettata dai gusti del pubblico e da un filtro politico e culturale che finisce per espellere o emarginare brani e motivi vagamente anticonformisti, dura fino all’edizione di Volare di Domenico Modugno del 1958. Quindi la svolta con l’abbandono di Cinico Angelini nel 1962 e la presenza del rock di Adriano Celentano (24.000 baci) e Mina (Le mille bolle blu), con l’orchestra di Bruno Canfora e Gianfranco Intra.

Sanremo vive una crisi nel 1973, quando la Rai trasmette solo la serata finale perché è ciò che sta accadendo nelle piazze a essere al centro dell’attenzione degli italiani. Nel 1981 tornano le tre serate, con la vittoria della grande voce di Alice, nel 1982 Vasco (anche se…. ultimo), nel 1986 il vittorioso pop di Eros Ramazzotti, che segnala il ritorno al successo del Festival della canzone italiana.

A partire da questi anni è tutto un crescendo verso la trasformazione del Festival in un grande evento televisivo, del quale le canzoni sono ormai uno degli ingredienti, al quale contribuiscono le 13 conduzioni di Pippo Baudo, le 4 di Fabio Fazio, le 2 di Claudio Baglioni e le direzioni di Amadeus.

E, oggi, Carlo Conti. Il libro La Canzone Italiana, in libreria dal 14 febbraio, è un lungo e appassionante viaggio dalla canzone alla romanza, dai canti sociali e patriottici alla canzone napoletana, dai caffè concerto ai varietà, dal ruolo della radio ai tempi del fascismo alle influenze americane e alle grandi orchestre, dalle melodie del dopoguerra alla rivoluzione degli anni Sessanta e Settanta e all’affermazione delle grandi scuole cantautoriali, dalle dinamiche del mercato discografico alla nascita dello star system, dal rock al pop, al folk, fino ai linguaggi musicali oggi imperanti, come il rap e la trap.


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