Autonomia differenziata: iniziata la raccolta di firme contro il provvedimento

Prove di convergenza nel centrosinistra, ma Calenda e Azione si chiamano fuori.

(Prima Pagina News)
Domenica 21 Luglio 2024
Roma - 21 lug 2024 (Prima Pagina News)

Prove di convergenza nel centrosinistra, ma Calenda e Azione si chiamano fuori.

Dopo il salario minimo, ora il centrosinistra può cercare una convergenza più ampia con la battaglia contro l'Autonomia differenziata: è partita, in tutta Italia, la raccolta di firme per promuovere un referendum contro il dl Calderoli che, secondo tutti i partiti all'opposizione, non fa che spaccare l'Italia e creare nuove disuguaglianze.

Tutti i leader, escluso Carlo Calenda che, con Azione, ha scelto di non partecipare alla raccolta di firme e ha criticato la nuova idea di unità nel centrosinistra includendo Avs e Italia Viva, si sono esposti in prima persona per ‘varare’ una raccolta di firme che, per il leader della Cgil Maurizio Landini, servirebbe a “portare al voto 25 milioni di italiani, in un Paese dove ormai il 50% a votare non ci va più. Uno che firma oggi sta dicendo una cosa molto precisa, e cioè che vuol tornare lui a contare”.

La Segretaria dem, Elly Schlein, si è recata a Perugia per promuovere “un referendum che porteremo avanti con tante altre forze politiche, forze sociali, associative”, ed evidenziare che tante persone, già dalla prima mattina disponibile, sono andate ai banchetti “per firmare contro una riforma sbagliata, l’autonomia differenziata fatta dal governo Meloni, che spacca in due il Paese, che aumenta le diseguaglianze che il Sud e le aree interne hanno già pagato troppo, ma che è una riforma insensata anche per il Nord, perché rischia di frammentare venti politiche energetiche diverse”.

“Autonomia differenziata – ha aggiunto Schlein– dietro questo nome tecnico vuol dire una cosa chiara. Vuol dire limitare l’accesso alla salute, alla Sanità pubblica, al trasporto pubblico locale, alla scuola pubblica, ai cittadini, alle cittadine, a seconda di dove nascono”. Nella nostra Costituzione, però, “c’è un principio fondamentale che è quello della unità nazionale, che noi vogliamo difendere”, ha concluso Schlein.

“L’Italia non si spacca, dobbiamo fermare questa riforma che opera una secessione voluta dal governo Meloni”, ha detto, parlando da Civitavecchia (Rm), il Presidente del M5S, Giuseppe Conte. “Non possiamo consentire che soffrano ancora di più Sanità, Istruzione, Trasporti, Infrastrutture. Noi dobbiamo difendere l’unità e il Tricolore”, ha aggiunto.

Secondo il leader di +Europa, Riccardo Magi, che ha lanciato la raccolta di firme durante l'Assemblea Nazionale del partito, a Roma, l'autonomia differenziata sarà anche “una bomba per i conti pubblici”. “Tra poche ore, così mi dicono da Palazzo Chigi a meno di una smentita, andrà in Gazzetta il Dpcm già firmato che ufficialmente dà avvio alla piattaforma gratuita per la raccolta digitale delle firme sui referendum”, ha poi annunciato Magi.

Sempre da Roma è partita la campagna di Italia Viva, con Maria Elena Boschi, mentre Matteo Renzi parlerà a Napoli giovedì prossimo. I leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, invece, hanno firmato al mercato di Testaccio, “per cancellare una pessima controriforma, che aumenterà in modo indecente le disuguaglianze già enormi di questo Paese e che frantumerà l’Italia in venti piccoli staterelli del tutto incapaci di rispondere alle sfide di questo tempo”, e “chi vuole ridurre a brandelli l’Italia dovrà vedere come gli italiani risponderanno”. 

Questa unità di intenti tra quasi tutti i partiti d'opposizione sembra un banco di prova, con Renzi che apre nonostante l'alt di Giuseppe Conte, ma la Schlein si definisce “convinta” che di fronte a certe priorità “tra le forze che vogliono costruire l’alternativa alla destra, si possa costruire”.

Carlo Calenda, però, si chiama fuori: “Il punto è il compromesso per fare cosa. Se, come accade nel cosiddetto ‘campo largo’, non c’è accordo su nulla a partire dal posizionamento internazionale, allora è solo un accordo di autoconservazione. Lo comprendo, semplicemente non produrrà nulla per l’Italia”.


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