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Accordo tra organizzazioni sindacali, associazioni datoriali e governo per avviare un confronto strutturato sul Fondo di prepensionamento dei lavoratori portuali, strumento ritenuto decisivo per turnover generazionale, sicurezza e sostenibilità del lavoro in banchina.
Accordo tra organizzazioni sindacali, associazioni datoriali e governo per avviare un confronto strutturato sul Fondo di prepensionamento dei lavoratori portuali, strumento ritenuto decisivo per turnover generazionale, sicurezza e sostenibilità del lavoro in banchina.
Dopo il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori portuali sotto la sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sindacati e associazioni datoriali hanno ottenuto l’apertura di un tavolo permanente dedicato ai pensionamenti nel settore. Il confronto, che coinvolgerà Mit, Inps, ministero dell’Economia e ministero del Lavoro, avrà il compito di individuare le soluzioni operative per rendere finalmente attivo il Fondo di prepensionamento dei lavoratori portuali, previsto da tempo ma mai decollato nella pratica.
Le sigle Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e le associazioni Ancip, Assiterminal, Assologistica e Uniport hanno ribadito come il nodo non sia di natura politica, né riconducibile a contrasti tra imprese e sindacati, ma legato a rallentamenti e incertezze applicative che hanno finora impedito l’attuazione dello strumento. Proprio per questo, nel corso dell’incontro con il viceministro Edoardo Rixi, è stata posta al centro l’esigenza di fare chiarezza sulle cause dello stallo e di armonizzare competenze e procedure dei diversi soggetti istituzionali coinvolti.
Al tavolo è stata anche richiamata la specificità del lavoro portuale, fatto di turni irregolari, carichi pesanti, elevata esposizione al rischio e mansioni che diventano particolarmente gravose con l’avanzare dell’età. Il Fondo di prepensionamento viene visto come una leva essenziale per favorire un ricambio generazionale ordinato, alleggerire le condizioni dei lavoratori più anziani e, allo stesso tempo, aumentare l’efficienza complessiva dei porti attraverso l’ingresso di nuove professionalità e competenze tecniche.
Le parti sociali hanno chiesto che la prima riunione operativa del tavolo, già fissata per il 15 gennaio 2026, si svolga con la partecipazione di tutti gli attori istituzionali, così da accelerare il percorso verso l’operatività del Fondo. L’obiettivo condiviso è arrivare in tempi rapidi a un quadro applicativo chiaro, che consenta alle imprese di programmare il turnover e ai lavoratori di accedere a strumenti certi di accompagnamento all’uscita, superando anni di rinvii e ristabilendo un clima di fiducia nelle relazioni industriali del settore portuale.