Breaking news infrastrutture - Ponte sullo Stretto, Salvini tira dritto: “Obiettivo è farlo, cantieri al via nel 2026”

Nonostante i rilievi della Corte dei Conti e il dossier aperto in Europa, il ministro delle Infrastrutture conferma la tabella di marcia: tecnici e avvocati al lavoro, confronto con Bruxelles già in agenda.

(Prima Pagina News)
Martedì 02 Dicembre 2025
Roma - 02 dic 2025 (Prima Pagina News)

Nonostante i rilievi della Corte dei Conti e il dossier aperto in Europa, il ministro delle Infrastrutture conferma la tabella di marcia: tecnici e avvocati al lavoro, confronto con Bruxelles già in agenda.

Il progetto del Ponte sullo Stretto resta al centro dell’agenda politica e infrastrutturale del governo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ribadisce la linea: l’obiettivo non cambia ed è quello di arrivare all’apertura dei cantieri, anche se i tempi si spostano in avanti per consentire di affrontare nel dettaglio i rilievi formali e tecnici sollevati negli ultimi mesi. Nel mirino ci sono in particolare le osservazioni degli organi di controllo nazionali e i profili legati all’applicazione delle direttive europee.

Secondo il titolare del dicastero, la macchina legale e tecnica è pienamente operativa: gli avvocati sono impegnati a predisporre le controdeduzioni, mentre i tecnici lavorano sugli aspetti progettuali, autorizzativi e finanziari. L’idea che filtra dal ministero è quella di evitare fughe in avanti, preferendo una strategia che miri a blindare ogni passaggio amministrativo per ridurre al minimo il rischio di nuovi stop. Proprio per questo, l’orizzonte temporale realistico per l’avvio dei lavori viene ora indicato nel 2026, con un cronoprogramma che dovrà risultare credibile sia sul piano politico sia sul piano tecnico.

Sul fronte europeo, il dossier Ponte si intreccia con il rispetto delle normative dell’Unione, in particolare in materia di appalti, concorrenza, ambiente e valutazione di impatto. Il confronto con Bruxelles non viene presentato come un ostacolo, ma come un passaggio obbligato per un’infrastruttura che aspira a essere un tassello strategico dei corridoi transeuropei di trasporto. La presenza del ministro nelle istituzioni comunitarie viene letta come il tentativo di costruire un dialogo diretto, volto a chiarire gli aspetti contestati e a individuare eventuali correttivi condivisi.

Nel dibattito interno, il Ponte sullo Stretto resta un tema fortemente divisivo. Da un lato si sottolineano i benefici potenziali in termini di collegamenti tra Sicilia e continente, integrazione logistica, attrattività per investimenti e ricadute occupazionali. Dall’altro lato emergono perplessità su costi, sostenibilità finanziaria, impatti ambientali e priorità rispetto ad altre opere considerate più urgenti per i territori. In questo quadro, la scelta di puntare al 2026 per l’apertura dei cantieri viene letta anche come una mossa politica: mantenere vivo l’impegno davanti all’opinione pubblica, prendendosi al tempo stesso il margine necessario per sciogliere i nodi giuridici e amministrativi.

Per il governo, il Ponte sullo Stretto rappresenta ormai un simbolo della capacità – o dell’incapacità – del Paese di realizzare grandi opere in tempi certi. Le prossime tappe saranno decisive: la risposta ai rilievi degli organi di controllo, il passaggio nei tavoli europei, l’allineamento con gli obiettivi di lungo periodo della pianificazione infrastrutturale nazionale. Se il cronoprogramma verso il 2026 verrà confermato e messo nero su bianco, la sfida successiva sarà trasformare promesse e annunci in cantieri reali, tra attese dei cittadini, pressione delle categorie economiche e monitoraggio costante da parte delle istituzioni.


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