Fine vita, Sui Tetti: "Federalismo dello scarto della Toscana ci impegnerà ancora di più"

"Quanto successo non si può più affrontare con il silenzio tenuto sulla questione antropologica anche da tanti cattolici".

(Prima Pagina News)
Martedì 11 Febbraio 2025
Roma - 11 feb 2025 (Prima Pagina News)

"Quanto successo non si può più affrontare con il silenzio tenuto sulla questione antropologica anche da tanti cattolici".

“Il Partito Democratico, con un esplicito diktat politico della sua segreteria, ha preteso che il consiglio regionale della Toscana approvasse la prima legge regionale, la quale, contro gli artt. 2, 32 e 117 della Costituzione e contro la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, introduce l’obbligo degli ospedali pubblici di anticipare la morte di malati”. Così in una nota il network di oltre cento associazioni "Ditelo sui tetti".

“Senza alcuna competenza, è stata imposta alla società toscana (e non solo) una legge che verrà certamente bocciata dalla Consulta. Una Regione che nemmeno garantisce a tutti adeguate cure palliative, si rifugia nel tunnel ideologico di un iper-individualismo indicato per legge, secondo cui la vita debole non ha valore, perciò, lasciando spazio al concreto pericolo che il servizio sanitario regionale non protegga i più fragili”.

E’ un fatto molto grave, palesemente incostituzionale e strumentale, se solo si pensa che la stessa Toscana aveva impugnato avanti alla Corte costituzionale la c.d. 'autonomia differenziata' della legge n. 8/24 paventando l’'accrescere di disparità tra i territori' per maggiori poteri regionali sulle «casse rurali», ma ora inaugura il federalismo della cura, dello scarto e della morte”.

“Quanto successo non si può più affrontare con il silenzio tenuto sulla questione antropologica anche da tanti cattolici. Quanto successo deve piuttosto impegnare ancora di più tutti noi – prosegue il coordinatore Domenico Menorello- a saper offrire pubblicamente, come era stato richiesto anche dagli inascoltati vescovi della Toscana, l’alternativa a questo triste individualismo, verso cui certo potere vuole condizionare con le leve della legge la società, ricomprendendo e riproponendo ad ogni livello, con rinnovati stupore ed entusiasmo, una concezione dell’uomo più ragionevole e più adeguata perché tesa ad accogliere quella Speranza che mai non muore mai. Soprattutto nel dolore”.


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