Governo, Rocco Turi “Giorgia Meloni va difesa. In Italia la sinistra ha fallito su tutti i fronti”
Il tema delle pensioni -scrive il sociologo Rocco Turi da Berlino- sono l’asso nella manica dei partiti dell’opposizione per scaricare la responsabilità sul Governo Meloni, ma ignorando un dato di fatto storico, che per dieci anni la sinistra di questo Paese è stata letteralmente latitante.
di Rocco Turi
Martedì 03 Gennaio 2023
Roma - 03 gen 2023 (Prima Pagina News)
Il tema delle pensioni -scrive il sociologo Rocco Turi da Berlino- sono l’asso nella manica dei partiti dell’opposizione per scaricare la responsabilità sul Governo Meloni, ma ignorando un dato di fatto storico, che per dieci anni la sinistra di questo Paese è stata letteralmente latitante.

Prima che i partiti dell’opposizione attacchino il Governo sullo squilibrio fra pensionati in Italia e lavoratori attivi, per cui la stampa - soprattutto quella meridionale - organizzerà “focus” sull’onta “della vergogna” costruita ad arte, è bene mettere in luce a-d-e-s-s-o come il fallimento reale dell’Italia meridionale, anche centro-meridionale, si sia già avuto negli ultimi dieci anni; anni che, come tutti sanno, sono stati ad esclusiva egemonia del Pd.

Lo dice la CGA di Mestre e non ci sono dubbi che sia così; ma la sinistra opera in maniera talmente subdola, utilizzando la propria stampa asservita, da far apparire tutto questo esclusivamente a carico del Governo Meloni.

Lasceranno passare un po' di mesi e vedremo che prima o poi - anche per bilanciare gli scandali “sinistri” fino ad ora osservati, Qatar gate, Soumahoro, eccetera - inizieranno a cavalcare, questa volta, l’onda contro il Governo per lo squilibrio fra il numero eccessivo di pensionati e quello dei lavoratori statali e autonomi per cui il Pil diminuisce e il Governo non riesce a trovare i soldi per recuperare un’Italia sull’orlo del fallimento.

Sono ancora in pochi a sapere - perché in pochi se ne sono occupati con chiare e lucide analisi - che in Italia meridionale risultano essere poco più di sette milioni i pensionati e poco più di sei milioni i lavoratori, per cui lo squilibrio aumenta scandalosamente se viene aggiunto il numero di coloro che percepiscono un reddito di cittadinanza.

In Sicilia i pensionati sono 340mila in più rispetto a chi lavora, in Puglia 276mila, mentre in Calabria sono poco più di 234mila. Non è che nel resto dell’Italia vada meglio, perché i pensionati sono in media oltre 200mila in più rispetto ai lavoratori (22.700.000 contro 22.500.000).
Tuttavia, sono le regioni settentrionali a tirare avanti la cosiddetta baracca e bene fanno quando denunciano questo scandalo italiano. Soprattutto è la stampa asservita che non riesce a divincolarsi dalla morsa della pseudo egemonia culturale, falsamente rivendicata dalla sinistra.

È la Lombardia ad avere 658mila lavoratori in più rispetto ai pensionati; sono il Veneto - con 291 mila - e l’Emilia Romagna con oltre 190 mila ad avere più lavoratori che pensionati. Lo si vede quando si percorrono le strade di queste regioni dove c’è un’impresa, un’industria di seguito all’altra o si osservano da lontano ciminiere che fumano, o lungo le autostrade dove file interminabili di autotreni viaggiano carichi al massimo fino a Rimini.

Nell’Italia meridionale, principalmente in Calabria appare tutto come raso al suolo e nessuno che abbia qualcosa da dire o scrivere, mentre si esalta il paesaggio come “più bello del mondo”. Neppure vero tutto ciò, ma per la stampa non c’è di meglio che parlare di argomenti innocui, anche se a volte non tanto innocui, come il turismo e la criminalità; mettiamoci anche la cultura.


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