I partiti e la sfida dell’astensionismo: è ora di uscire dal silenzio

Luigi Tivelli, presidente dell’Academy Giovanni Spadolini, torna a mettere il dito nella piaga con un intervento pubblicato oggi su Il Tempo dal titolo evocativo: I partiti si devono fare carico della questione dell'astensione.

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Martedì 03 Dicembre 2024
Roma - 03 dic 2024 (Prima Pagina News)

Luigi Tivelli, presidente dell’Academy Giovanni Spadolini, torna a mettere il dito nella piaga con un intervento pubblicato oggi su Il Tempo dal titolo evocativo: I partiti si devono fare carico della questione dell'astensione.

Un tema scottante e drammaticamente attuale, quello dell’astensionismo elettorale, che minaccia la tenuta stessa della democrazia italiana. Tivelli lancia un appello ai partiti: “Smettano di essere sordomuti e inizino ad affrontare con serietà una questione che coinvolge più del 50% del corpo elettorale”.

Negli ultimi anni, i dati sull'affluenza alle urne hanno mostrato un calo allarmante. Un ulteriore 20% di elettori si è astenuto rispetto alle già basse affluenze delle precedenti tornate regionali. Ma come sottolinea Tivelli, in democrazia “il corpo elettorale ha sempre ragione”. Il problema, dunque, non è nei cittadini ma nei partiti, incapaci di interpretare e rispondere alle esigenze reali della popolazione.

Secondo Tivelli, i partiti non possono limitarsi a spezzare il “termometro” che misura la febbre dell’astensionismo. Occorre agire sulle cause profonde. Tra le proposte avanzate emerge l’idea di favorire il voto online, una soluzione che potrebbe facilitare l’accesso al voto per i giovani e altre categorie di elettori potenzialmente inclini all’astensione.

Si tratta di un’“aspirina”, per usare le parole di Tivelli, ma comunque un primo passo verso una maggiore partecipazione. L’introduzione del voto online, già sperimentato con successo in altre nazioni, potrebbe rappresentare un’innovazione utile per ridurre le barriere logistiche e incentivare un ritorno alle urne.

In questo panorama, Tivelli riconosce a Noi Moderati, il partito guidato da Maurizio Lupi, il merito di aver sollevato pubblicamente il tema dell’astensionismo. Durante una recente convention, Lupi ha citato un dato del sondaggista Noto: sarebbero 9 milioni gli elettori moderati che oggi si astengono dal voto. Anche se la cifra può essere discussa, resta innegabile che il centro politico potrebbe rappresentare un terreno fertile per il recupero di una parte significativa di elettorato.

Tivelli evidenzia come Lupi, con la sua “abilità politica di democristiano di vecchia scuola”, stia cercando di costruire un’offerta politica sobria e concreta. Una proposta che, nelle sue parole, dovrebbe puntare più sul taglio liberale che su quello cattolico per intercettare le richieste di un elettorato disilluso. Tuttavia, il compito di affrontare il problema non può ricadere solo su un piccolo partito come Noi Moderati. La questione dell’astensionismo richiede uno sforzo collettivo e trasversale.

Il messaggio di Tivelli è chiaro: i partiti devono abbandonare la logica della “percentualcrazia” – l’ossessione per i risultati relativi – e concentrarsi su come riportare alle urne milioni di cittadini. Il voto non è solo un diritto, ma un pilastro della democrazia. L’astensionismo, se trascurato, rischia di erodere questo pilastro fino a comprometterne la stabilità.

In definitiva, Tivelli invita tutte le forze politiche a fare la loro parte. Non si tratta solo di strategie o di sondaggi, ma di un impegno concreto per ridare voce a chi oggi si sente distante, se non estraneo, al sistema democratico. “Un contributo al miglioramento effettivo della democrazia italiana”, conclude Tivelli, “potrebbe iniziare proprio da qui”.


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