Modena: uccide la moglie e la figlia di lei, niente ergastolo per Salvatore Montefusco

L'uomo è stato condannato a 30 anni, perché "non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate".

(Prima Pagina News)
Lunedì 13 Gennaio 2025
Modena - 13 gen 2025 (Prima Pagina News)

L'uomo è stato condannato a 30 anni, perché "non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate".

Salvatore Montefusco è stato condannato a 30 anni di carcere e non all'ergastolo, perché è “arrivato incensurato a 70 anni, non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate”.

E' quanto scrivono i giudici della corte d’Assise di Modena, nelle 213 pagine di motivazioni della sentenza di condanna per il 70enne che, il 13 giugno 2022, uccise a fucilate la moglie, Gabriela Trandafir e la figlia di lei, Renata.

“Alla condizione psicologica di profondo disagio, umiliazione e enorme frustrazione vissuta dall’imputato, a cagione del clima di altissima conflittualità che si era venuto a creare nell’ambito del menage coniugale e della concreta evenienza che lui stesso dovesse abbandonare l’abitazione familiare”, proseguono i giudici.

"Premesso che come sempre sarà necessario leggere l'atto, ma se quanto riportano gli organi di stampa fosse confermato, quello che emergerebbe come messaggio dalla sentenza con cui la Corte di assise di Modena ha condannato a 30 anni e non all'ergastolo Salvatore Montefusco, reo del duplice femminicidio della moglie e della figlia di lei, è che saremmo di fronte a un provvedimento da 'manuale del patriarcato'.

Dalla narrazione dei media sembrerebbe infatti che i giudici non abbiano riconosciuto la specificità della violenza contro le due donne e dunque il duplice femminicidio. Il problema non è tanto la pena applicata, ma la motivazione con cui si arriva a quella pena, motivazione che appare grave. Speriamo davvero di essere smentiti dalla lettura della sentenza che attendiamo con apprensione". Così la senatrice del Pd e componente della Bicamerale Femminicidio, Valeria Valente.

"Due le gravi questioni di merito - aggiunge Valente - La prima riguarda l'attitudine di confondere la violenza contro le due donne e di derubricarla a conflitto familiare: come Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio abbiamo rilevato che è una prassi diffusa. In questo caso è come dire che Gabriela Trandafir, la moglie vittima di femminicidio, chiedendo al marito di andarsene di casa abbia in qualche modo provocato la reazione violenta di lui. Tanto è vero che si parla di 'black out emotivo' di lui, mentre non sono stati considerati i precedenti maltrattamenti.

E' questa la 'lente del patriarcato', il pregiudizio con cui alla fine si giustifica la violenza maschile. E' per questo, e arriviamo alla seconda questione, che in caso di femminicidio chiediamo da sempre, al netto delle ultime sentenze della Corte costituzionale, di introdurre il divieto di bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, divieto che peraltro la destra sta inserendo nel ddl sicurezza per la resistenza a pubblico ufficiale. Non ci stancheremo mai di ripetere che per riconoscere la violenza contro le donne e leggerla in modo giusto, andando oltre stereotipi e pregiudizi, occorre formazione specifica per tutti gli operatori della giustizia". 

"Apprendiamo che la Corte di assise di Modena non ha accolto la richiesta dell'ergastolo della Procura nel caso del doppio femminicidio commesso da Salvatore Montefusco sulla base 'della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l'autore a commettere il fatto reato'. Non capiamo cosa ci sia da comprendere nell'inarrestabile strage di donne commessa dalla violenza maschile, se non che c'è molto lavoro da fare per abbattere i sedimenti di una cultura patriarcale che emerge anche là dove non ti aspetti e da parte di chi ha strumenti e poteri per contrare questo orribile fenomeno". Lo ha dichiarato la Capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra (Avs) alla Camera, Luana Zanella.


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