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Dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Zelenski la stampa internazionale è tornata ad occuparsi del cavaliere a pieno titolo, come se fosse ancora lui il punto di riferimento del Paese e il sociologo italiano Prof. Rocco Turi dal cuore dell’Europa gli rivolge un appello.
Dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Zelenski la stampa internazionale è tornata ad occuparsi del cavaliere a pieno titolo, come se fosse ancora lui il punto di riferimento del Paese e il sociologo italiano Prof. Rocco Turi dal cuore dell’Europa gli rivolge un appello.
Le parole sono pietre e ciò che il Presidente Silvio Berlusconi ha dichiarato riguardo al Presidente Zelensky non può essere cancellato. Infatti, in un comunicato, il PPE - Partito Popolare Europeo, a cui appartiene come capo di Forza Italia, ha respinto “fermamente le parole di Berlusconi perché non riflettono la nostra linea politica”. Non solo, ma quanto detto da Silvio Berlusconi non riflette la linea politica dell’Unione Europea, quella della Nato, del Governo italiano e, diciamolo chiaramente, nemmeno quella del Partito di Forza Italia. Più chiaro di così?
Eppure, nonostante ciò, Silvio Berlusconi fa continue giravolte che appaiono ormai inutili, le sue giustificazioni a posteriori - magari concertate col suo entourage - non vengono più considerate credibili. Egli si ostina ad arrampicarsi sugli specchi, a citare come prezzemolo in ogni minestra un Piano Marshall fuori tempo, al solo gusto di occupare spazio fra le notizie quotidiane; ma tutti vedono, tutti sanno, come i media trattano diversamente i video che provengono dal suo studio privato. E nessuno parla…
Gli amici più cari avvisino il Presidente Berlusconi - come, del resto, molti anni fa egli stesso aveva richiesto - che il suo tempo è ormai passato; a 86 anni si dedichi a fare il totem silenzioso per non rendere evanescente ciò che di buono egli ha fatto in politica e non solo. Deputati e Senatori di Forza Italia dovrebbero avere il coraggio di suggerire a Berlusconi utili consigli a tirarsi indietro per il bene del nostro Paese. In tal modo si eviterebbe che Giorgia Meloni - la quale tanto sta lavorando nel far risorgere il nostro Paese dalla marginalità politica per la quale la sinistra ha contribuito - mettendo a dura prova la sua pazienza, debba ancora sentirsi costretta ad aprire ulteriori fronti giustificativi e diplomatici nello scenario internazionale.